Roma, alla Casa Internazionale delle Donne presentazione de "LA NEMESI DI MEDEA" di Silvana Campese

Pubblicato: Lunedì, 02 Dicembre 2019 - redazione eventi

Risultati immagini per casa internazionale delle donneROMA (eventi) - Alla Casa Internazionale delle Donne, sarà presentato il 4 dicembre 2019 il libro della Nemesiaca Silvana Campese LA NEMESI DI MEDEA - Una storia femminista lunga mezzo secolo

ilmamilio.it

Silvana Campese con il libro LA NEMESI DI MEDEA - Una storia femminista lunga mezzo secolo,dà veste editoriale alla storia del gruppo storico femminista napoletano, le Nemesiache, la cui leader, l’artista e intellettuale Lina Mangiacapre/Nemesi, lo fondò nel 1970, nel pieno della contestazione giovanile e della rivolta femminile.

Il volume, che parte dal 1968 per arrivare al 2018, attraverso la narrazione in prima persona di un percorso emozionale e documentaristico, sarà presentato il 4 dicembre 2019 a Roma alla Casa Internazionale delle Donne in via Lungara 19, alle ore 15,30. Con l’autrice ne discuterannoMaria Paola Fiorensoli (giornalista, attivista e studiosa dei movimenti femministi, presidente dell’associazione Il Paese delle donne); Edda Billi (tra le fondatrici del Collettivo Femminista di via Pompeo Magno e della Casa Internazionale delle Donne); Stefania Tarantino (filosofa e musicista, collabora con le Università Orientale e Federico II); Titta Vadalà (ecofemminista, ecologista, membro della Federazione dei Verdi); Bruna Felletti/Karma (tra le prime collaboratrici del gruppo delle Nemesiache).

Per l’occasione saranno proiettati due corti di Lina Mangiacapre, Follia come poesia e Antistrip.

“In questo libro racconto in prima persona il percorso nemesiaco intenso e fertile del collettivo voluto da Nemesi/Lina Mangiacapre, caratterizzato da un’ampia elaborazione teorica, un’infinità di azioni politiche, eventi, convegni, mostre, manifestazioni e una monumentale produzione culturale, filosofica, artistica, teatrale e cinematografica”, spiega l’autrice.

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Pubblicato dalla casa editrice L’Inedito di Fabio Martini, questa sorta di saggio/racconto traccia un quadro realistico, attento, di donne, moderne guerriere, figlie di un’epoca bisognosa di nemesi, appunto. Di donne in lotta, a quel tempo, per difendere spazi vitali, guadagnare un palmo di autonomia col sangue delle proprie consapevolezze e raggiungere l’emancipazione, l’indipendenza culturale e personale. Cinquanta anni di femminismo consapevole, non solo napoletano, ma appartenente ad ogni latitudine, e dietro cui si cela un mondo folto e colto, un gruppo che, partendo dall’esempio e le parole della filosofa nata a Napoli nel ʼ46, si è esteso e ha germogliato soprattutto in chi, come l’autrice, ha avuto la fortuna di frequentarla, ascoltarla, comprenderla, e poi riportarla in vita nelle appassionanti 400 pagine che compongono il volume.

Ma chi è Lina Mangiacapre? Così replica Silvana Campese:“Rispondocon le parole di un amico carissimo delle Nemesiache che ideò e promosse l’iter per la titolazione del Belvedere in via Posillipo a Napoli a Lina Mangiacapre, perché mi sembrano abbastanza esaustive, anche se ci sarebbero una miriade di cose da dire, ma sarà il libro a soddisfare ogni curiosità. In Lina Mangiacapre, la biografia di un pensiero a cura del prof. Francesco Ruotolo, leggiamo: Non è facile “imprigionare” la complessa, multiforme soggettività di Lina Mangiacapre in uno schema biografico: le si farebbe un torto perché il significato della sua esistenza sta nel rifiuto degli schemi, delle strutture precostituite, delle gabbie, dei comportamenti catalogabili dentro una corrente di pensiero: politico, o filosofico. O artistico. Queste note biografiche sono perciò, comunque, una forzatura nella quale Lina non si riconoscerebbe: filosofa, politica antipolitica, pittrice, fotografa, regista e compositrice, militante femminista, saggista e poetessa. Questo e altro ancora Lina Mangiacapre: personalità poliedrica, eclettica, anti-autoritaria, perfino indecifrabile e sfuggente con le radici in quel miscuglio sublime e tormentato che è la storia e il vissuto di una Città intricata ed esplosiva, disperata e romantica qual è Napoli”.

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La Nemesi di Medea, per dirla con le parole dell’editore, rappresenta un monumento di esperienza civica, civile, teatrale, musicale, politica ed è esponenzialmente un patrimonio unico e indissolubile appartenente al mondo femminile e non solo.

Un libro da divulgare oltre che da leggere, un punto di vista umano fuori da ordinarie parabole che, invece, in questo caso si nutrono di pane e vino quotidiano, fatica, pianto, passione, e si arricchiscono per ricondurre a due nomi propri di persone, intuibili nel titolo stesso: “La Nemesi di Medea”. E qui Medea sta per Silvana. Dunque, la Nemesi/Lina, nei ricordi e nei racconti di Medea/Silvana.

LA NEMESI DI MEDEAè l’ultima fatica letteraria di Silvana/Medea delle Nemesiache. Silvana Campese ha pubblicato finora: il romanzo Prisma, la raccolta di racconti Strada facendo, l’epistolario tenuto per un paio di anni con l’amico poeta Lello Agretti Contrappunto per soli timpani ed oboe e il romanzo fantapolitico Il ritorno di Cisarò. Ha scritto sulla rivista delle Nemesiache “Mani-Festa”.

L’Inedito è un’Associazione Letteraria nata un anno e mezzo fa e fondata da Fabio Martini coadiuvato da un folto gruppo di appassionati collaboratori.

Coraggiosa, motivata e armata di buone intenzioni, la casa editrice si prodiga nella divulgazione della scrittura creativa, e ha come missione il cercare e promuovere nuovi talenti di prosa, poesia e di tutte quelle espressioni in cui la parola diventa patrimonio della collettività.