La 'chat degli orrori", Saraceno: "Troppo spesso i genitori tendono a giustificare i figli"

Pubblicato: Venerdì, 18 Ottobre 2019 - redazione attualità

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La dottoressa Chiara Saraceno, sociologa e filosofa, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.

Sulla chat degli orrori ‘The Shoah Party’:

“Troppo spesso i genitori tendono a giustificare i propri figli –ha affermato Saraceno-. E’ successo anche in episodi di bullismo, di aggressioni nei confronti degli insegnanti. A volte addirittura danno ragione ai figli, o comunque sottovalutano questi episodi. E’ come se avessero difficoltà a dare il segno del limite, di ciò che non è accettabile. Questo è il primo dato, abbastanza impressionante".

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"Sarebbe stato sicuramente più educativo - prosegue - se i genitori compatti avessero spiegato ai figli che questi comportamenti sono sbagliati. Adesso invece si trovano di fronte ad una denuncia e a dei genitori che li difendono. Oggi i genitori si trovano a fronteggiare questo strumento che è il telefono con l’accesso a internet, che richiede un diverso tipo di rapporto e anche di forme di monitoraggio. Da una parte c’è anche un’incompetenza dovuta al fatto che è la prima generazione di genitori che si trova di fronte questo problema. La trasgressione è sempre molto attraente per un ragazzo. L’accesso a ogni tipo di immagine dà anche un senso di impunità perché si ha la sensazione di essere solo spettatori. Addirittura depersonalizza, perché guardare bambine violentate dovrebbe far paura, invece è come se ci fosse una sorta di schermo protettivo che fa pensare a questi ragazzi che ciò non li riguarda, è solo una cosa che li fa ridere. Su questo strumento non si sa bene come intervenire".

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!Noi dovremmo sapere - prosegue - che questi ragazzi che hanno in mano questi strumenti possono essere indifesi rispetto a quello che vedono su questi strumenti. Sicuramente l’educazione normale in famiglia, per cui certe cose non si dicono, perché sono orrende, perché la Shoah è esistita, perché le donne si rispettano, dovrebbe già fornire un’attrezzatura mentale per i ragazzi. La propensione alla violenza non riguarda solo l’Italia. Pensiamo alle cose che ha detto Trump dei curdi, che sono impressionanti. Ormai è stato sdoganato un linguaggio aggressivo, la spersonalizzazione di alcuni diritti, basti pensare ai migranti. Dovremmo essere terrorizzati che i bambini ridano di fronte a un bambino africano costretto a bere da una pozzanghera. Questa mescolanza di sesso violento e razzismo dovrebbe farci riflettere. Anche nel linguaggio pubblico, nel linguaggio di adulti, anche di esponenti politici, che augurano lo stupro agli avversari politici, le cose si mescolano, è un circolo vizioso”.

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