Grottaferrata, Veronica Pavani: "La tendenza antidemocratica di Andreotti è oltre i limiti"

Pubblicato: Mercoledì, 09 Ottobre 2019 - redazione politica

GROTTAFERRATA (politica) - Una lunga intervista alla consigliera dissidente

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In un momento di grande confusione politica, a parlare è la consigliera comunale Veronica Pavani, una delle due dissidenti della maggioranza di Andreotti.

Consigliera Pavani parliamo del famoso documento. Cosa ne pensa?

La tendenza antidemocratica del Sindaco Andreotti piú volte denunciata in precedenti occasioni ha superato ormai ogni limite consentito dagli ordinamenti e dai principi costituzionali che garantiscono lo stato di diritto. Con la pubblicazione del documento la svolta autoritaria del Sindaco di Grottaferrata è ormai palese e sotto gli occhi di tutti. 

Cosa l'ha spinta a non firmare confermando così il suo profondo scollamento dalla maggioranza?

Ho rifiutato di firmare un documento che costituisce l’aberrazione di tutti i principi che hanno motivato due anni e mezzo fa la mia scelta di aderire al progetto civico spendendomi in sostegno di Luciano Andreotti. Mi chiedo dove i miei colleghi abbiano trovato il coraggio di firmare un testo-bavaglio come quello in cui di fatto viene annullata la libertá di coscienza e la responsabilitá di ogni decisione. Oggi è evidente che quel progetto, che è partito dal basso coinvolgendo la società civile al di là delle ideologie di parte, non esiste più e ha lasciato il posto ad un personalismo patologico imbevuto di sindachite cronica.

Ma quali sono le cause o le responsabilità di questa crisi amministrativa?

L'unico vero responsabile di questa crisi politica è Andreotti che non ha saputo governare, ma solo comandare sugli altri e così facendo ha di fatto mostrato tutti i suoi limiti politici e caratteriali con la complicità di alcuni “yes man” e diverse “yes woman" che con il loro atteggiamento piatto e asservito al potere hanno alimentato la vena assolutista di un uomo solo al comando che sostanzialmente ha allontanato o isolato quelle persone che hanno manifestato a vari livelli opinioni divergenti e critiche. Il documento di fatto limita la libertà di coscienza e la discrezionalità dei singoli consiglieri di maggioranza  che quindi dovrebbero rinnegare le prerogative di indirizzo e controllo previste dal Testo Unico degli Enti Locali legge 267 del 2000, nonché il diritto di non avere vincolo di mandato sancito dalla Costituzione. Per tali ragioni, non solo non ho firmato il testo, bensì se dovessero continuare i velati avvertimenti anche rispetto alle cariche elettive ricoperte in consiglio comunale come la Presidenza delle commissioni, che oggi qualcuno vorrebbe togliere ai consiglieri non firmatari del documento, sono pronta a scrivere al prefetto per denunciare questo tentativo grave di sospensione dei principi democratici che costituiscono la base delle nostre istituzioni. Gravissima inoltre è stata la violazione della privacy (con possibili rilievi penali) con cui senza autorizzazione da parte di tutti i consiglieri il Sindaco ha deciso di pubblicare sul suo profilo Facebook il documento con le firme; azione questa che umilia ancora di più il Consiglio comunale, la maggioranza ed in generale le istituzioni.

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Alcune forze politiche di opposizione si sono espresse negativamente verso questo documento tranne “La Città al governo”, che con una nota afferma “Restiamo in minoranza ma pronti a collaborare” cosa ne pensa?

Pur condividendo fino all’ultima virgola ciò che ha scritto la Città al Governo in merito alle esigenze e ai bisogni del nostro paese, ho trovato l’intervento completamente decontestualizzato, rispetto al dibattito politico in essere in questi giorni e rispetto al documento sottoposto dal sindaco ai  “suoi”  consiglieri di maggioranza. Per attivare processi partecipativi, inclusivi, ed efficaci, si necessita di alcune condizioni: una maggioranza forte e coesa, obiettivi chiari, trasparenza, maggiore chiarezza dei ruoli, maggior responsabilità da parte di tutti coloro che partecipano all’elaborazione e all’attuazione delle politiche e, se lo avete dimenticato, una precondizione essenziale che si chiama DEMOCRAZIA

Quale è la Sua posizione?

Non mi piego all'assolutismo del Sindaco e rispondo solo ai cittadini che mi hanno eletta e che rappresentano l'unico vero motivo per il quale continuo a combattere in consiglio comunale in difesa del territorio e per il bene comune.

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Cos'è "Altri orizzonti per Grottaferrata"?

Si tratta di un gruppo civico che si riconosce nel centro sinistra e che ha nel suo DNA la difesa del territorio proponendo scelte politiche che vadano nella direzione di una urbanistica partecipata e sostenibile. Il mio movimento ha aderito a #FareRete un think tank innovativo che, sono certa, in futuro ricoprirà un ruolo importante nel nostro territorio per capacità di aggregazione e competenze. 

Quali saranno le Sue prossime azioni?

Da pochi giorni ho depositato una mozione che propone l’adozione dei necessari provvedimenti affinché la Carta Archeologica sia pubblicata in modo permanente sul sito web comunale, auspicando che sia in futuro inserita tra gli strumenti di pianificazione urbanistica, al fine di riconoscere e salvaguardare i valori antropologici, storici, artistici, archeologici e culturali del territorio, anche nell’ambito dell’eventuale verifica degli iter di rilascio delle concessioni edilizie e dei processi di pianificazione urbanistica. 

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Infine sono al momento al lavoro con il mio gruppo per portare in consiglio comunale una mozione che proporrà di realizzare procedure per favorire l'entrata in vigore di misure di salvaguardia senza aspettare il nuovo piano regolatore apportando aggiornamento al DPI. 

Spero su questo di trovare collaborazione concreta da parte di quelle forze politiche che si professano favorevoli ad una urbanistica sostenibile. Vedremo...

Ma torniamo alla crisi politica. Un assessore è stato cacciato e due si sono dimessi. Sta avvenendo un terremoto in giunta. Cosa ne pensa?

Dopo la cacciata di Di Bernardo, nella riunione di maggioranza dell'altra sera si preannunciava l'allontanamento anche della Rocci e di Annese. E tutto questo senza che ci sia stata una verifica oggettiva del lavoro svolto da tutti gli Assessori.  L'unico che non viene mai messo in discussione e che non sembra affatto disponibile a rinunciare alla poltrona è l’Assessore Vergati. Eppure la cultura credo sia uno degli ambiti di maggiore sofferenza e criticità di questa amministrazione. Ad oggi non mi è chiaro il ruolo svolto dal Vice Sindaco, l’unico Assessore presente in tutte le riunioni, da quelle dei capigruppo a quelle della maggioranza, fino a quelle dedicate al nuovo assetto della giunta. Anche nell'ultima era presente e attivo. Di chi sono dunque le scelte strategiche dell'amministrazione? E con quale coerenza politica Vergati, che ha fatto dei principi democratici la propria bandiera per oltre mezzo secolo di vita politica cittadina, non solo non prende le distanze, ma forse, addirittura, asseconda oggi le derive assolutiste andreottiane concretizzatesi in quel documento?

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