Regione, Cacciatore (M5S): “Su AMA urge discontinuità e verità”

Pubblicato: Giovedì, 03 Ottobre 2019 - Redazione politica

REGIONE (politica) - la posizione del consigliere regionale del Movimento 5 Stelle sulla situazione rifiuti nella Capitale

ilmamilio.it - nota Facebook

Pubblichiamo la nota Facebook pubblicata dal consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Marco Cacciatore

"Il secondo CdA di AMA in tre mesi abbandona la scena. Dobbiamo alla cittadinanza verità e discontinuità, nel rispetto del ruolo sacro di rappresentante dei Cittadini che ogni portavoce riveste.

Qualcosa è evidente non stia andando: AMA non è solo una Società a Capitale pubblico ma un vero e proprio capitale pubblico, che si deve fare di tutto perché resti pubblica e finalizzata al pubblico interesse. Per mesi, nella Commissione Rifiuti del Consiglio Regionale del Lazio, ci siamo occupati della questione AMA: il soggetto economico di maggior spessore sullo scenario regionale, le cui sorti sono determinanti per la credibilità del Piano Regionale Gestione Rifiuti che, dalla stessa Commissione, in prima persona mi sono impegnato a stimolare e che dovrebbe arrivare in Aula nei prossimi mesi.

Ho ascoltato persone esperte, personaggi istitizionali coinvolti e competenti nelle traversie di bilancio della Partecipata più grande d'Europa, nonché illustri accademici. Delle diverse posizioni a confronto, credo che le più opportune, senza essere illecite a parere mio nonché di esperti molto più autorevoli, fossero quelle che si fissavano l'obiettivo di salvaguardare la natura pubblica di AMA: proiettandola verso una pianificazione che è l'unica soluzione, non immediata ma credibile, per migliorare il servizio di gestione rifiuti e in molti casi la vita dei territori maggiormente lesi dall'inefficienza degli ultimi anni.

190830 lupa3 ilmamilio

In questi giorni stavo lavorando alla conclusione del documento di relazione che la Commissione Rifiuti regionale, convocata in sede di Indagine Conoscitiva nei mesi scorsi, deve trasmettere all'aula. Quanto prima, scaduti i termini per la presentazione dei contributi da parte dei consiglieri commissari e non, depositerò il documento che sarà condiviso con la Commissione, prima di essere trasmesso per la presentazione in Consiglio.

AMA pubblica, come ogni Partecipata, non deve servire a fare utili, ma se li ottiene deve riversarli ai lavoratori: i soli in grado di garantire un servizio efficiente, la salubrità dei territori, il conseguente rispetto prioritario di ambiente e salute. AMA pubblica, stabile e il più indipendente possibile dal sistema finanziario, oltre che al sicuro da possibili interventi privati che potrebbero condurla alla mercé delle solite logiche di profitto, è solo un presupposto per indirizzare il percorso così da: così da soddisfare le esigenze dei Cittadini, per come loro stessi le rappresentano e non "supposte o spacciate tali. Fatto questo c'è da intraprendere azioni concrete, ripartendo dalla collaborazione istituzionale e senza più mirare meramente a screditare l'avversario: cosa accaduta tino a oggi trasversalmente stando ai colori politici, verticalmente tra gli enti competenti nella gestione dei rifiuti. Con il solito cerino che torna sempre al ortolano che è il cittadino, spettatore di un indegno teatro delle maschere.

Per pianificare un sistema che esca dall'emergenza intermittente ci vuole AMA, per AMAre Roma bisogna pensare innanzitutto ai romani. Senza AMA sana e stabile, il Piano Regionale non è credibile. Senza il Piano Regionale, la gestione rifiuti fatta da AMA non è sostenibile. Senza un Piano industriale di AMA che metta nero su bianco le soluzioni, la crisi dei rifiuti a Roma ci sovrasterà. Se si fallirà avremo fallito Tutt* come Comunità, a partire da noi che delle Comunità siamo rappresentanti: si apriranno le porte al Commissariamento, che nel Lazio c'è già stato dal 2004 al 2014, che è stato un toccasana per quei "magnate" del settore, il cui quasi-monoopolio è alla base dei peggiori mali in tema rifiuti, che ha costituito un punto di non ritorno verso l'ivivibilità, per troppi territori nel Lazio e soprattutto a Roma.

Lavorando "a testa bassa", non si avrà più tempo per notare di essere rimasti o lasciati soli, perché avremo troppo da fare per non lasciare soli territori e loro Comunità".

consorzio ro.ma