Grottaferrata, sulle perimetrazioni dei nuclei abusivi l’ombra del caos e dei ricorsi contro il Comune

Pubblicato: Lunedì, 23 Settembre 2019 - redazione politica

Immagine correlataGROTTAFERRATA (attualità) – La recente possibilità di far saltare le perimetrazioni può inficiare la prossima pianificazione urbanistica e attirare ricorsi da parte dei comitati e dei cittadini

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Se la Giunta Andreotti, come appare ormai possibile, non porterà a conclusione le perimetrazioni dei nuclei abusivi i rischi per il Comune a breve termine possono essere due: l’impossibilità di portare a compimento l’annunciata (a Giugno) pianificazione urbanistica (si era promessa a settembre una ‘accelerazione’ ma a tal proposito non ci sono notizie) e la possibilità concreta di attirarsi contro nuovi ricorsi (come pare sia già avvenuto in queste ore).

L’amministrazione è stata condannata lo scorso 19 luglio dal Tar su ricorso dei proponenti del Comitato ‘Molara per Grottaferrata’ (da parte del Comune il dispositivo è stato interpretato come un termine perentorio in cui prendere una decisione). La prospettiva che la storia abbia altre puntate è ad oggi piuttosto concreta. Non si è chiarito, infatti, neanche in sede di commissione, cosa ne sarà delle centinaia di famiglie coinvolte. Va ricordato che molti dei nuclei materia di esame sono sanati e pagano le tasse da anni. Una situazione che potrebbe diventare “esplosiva”.

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Esiste infine un aspetto che prima o poi qualcuno dovrà pur spiegare sul piano politico. Il sindaco Andreotti aveva affermato in consiglio comunale che le perimetrazioni erano sostanzialmente in dirittura di arrivo. Persino nel suo programma elettorale si intendeva una specifica intenzione di concludere il dibattito su questo annoso argomento. Non solo, all’inizio della sua esperienza da sindaco, ornai due anni e mezzo fa, aveva rassicurato il ‘Comitato Equi Diritti’ nello specifico che le perimetrazioni avrebbero trovato compimento e il Comitato stesso ne aveva dato annuncio attraverso un comunicato stampa.

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Una relazione, presentata in Commissione, ha invece convinto l’amministrazione a virare verso altre direzioni. Atteggiamento un po' schizofrenico, anche se i prodromi di questa indicazione si erano già palesati nel novembre del 2018, quando la Giunta Andreotti aveva ipotizzato una sorta di “piano regolatore delle demolizioni” con il tentativo di individuare la strada della pubblica utilità sugli immobili acquisiti e imbastire un rapporto con altri comuni limitrofi verso due direttive. La prima: demolire ciò che era ubicato in aree a rischio (fossi, zone demaniali, luoghi che possono nuocere in caso di dissesto idrogeologico) e poi cercare la "pubblica utilità", appunto, ove fosse possibile.

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Di tutto ciò, come spesso capita a questa Giunta, non si è più saputo nulla fino all’ennesima novità, che però rischia davvero di generare confusione e conflitti. Perché quando si ha a che fare con le case dove abitano le persone fare proclami, giocare, tergiversare o cambiare idea non funziona più.

Serve chiarezza. Il prima possibile.

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