Ariccia, saluto degli Sfaccendati a Don Andrea De Matteis con il Festival dell’Organo di Galloro

Pubblicato: Lunedì, 23 Settembre 2019 - Luca Priori


ARICCIA (attualità) - il concerto in concomitanza col saluto di Don Andrea De Matteis trasferito a Lanuvio, dopo dieci anni a Galloro

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I Concerti dell’Accademia degli Sfaccendati hanno salutato, col calore delle note musicali della violinista lituana Lina Uinskyte e dell’organista Marco Ruggeri, Don Andrea De Matteis, titolare per un decennio della Chiesa di Santa Maria di Galloro, e accolto il nuovo parroco Monsignor Giovanni Masella.

Presente al concerto, inserito all’interno del Festival dell’Organo di Galloro, l’Assessore alle Politiche Territoriali, Emilio Tomasi, in rappresentanza del Comune di Ariccia che patrocina e sostiene l’iniziativa grazie alla sensibilità del Sindaco Roberto Di Felice.

Le 1152 canne dell’ultracentenario organo, restaurato nel 2017, hanno “cantato” grazie ad un programma ricco, intenso ed emozionante con melodie di Marco Enrico Bossi, fra i massimi organisti italiani di fine Ottocento e inizio Novecento, dei celeberrimi Arcangelo Corelli  e Antonio Vivaldi per chiudere con una preziosa riscoperta quella del violinista e compositore Antonio Bazzini, oggi dimenticato, che nell’Italia del melodramma contribuì alla rinascita della musica strumentale. Stimato da Schumann e Mendelssohn, insegnò composizione al Conservatorio di Milano, dove ebbe allievi Puccini e Catalani, divenendone direttore nel 1882.

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Le numerosissime persone che hanno letteralmente gremito il santuario mariano, in cui spicca il tempietto dell’altare di Gian Lorenzo Bernini, hanno potuto godere di un programma davvero coinvolgente.

Ancora una volta i direttori artistici dei Concerti dell’Accademia degli Sfaccendati, Giovanna Manci e Giacomo Fasola, attraverso il Festival dell’Organo di Galloro, stanno valorizzando lo storico strumento costruito dalla famosa Ditta Agati-Tronci di Pistoia nel 1907, e oggi posto sotto tutela del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, il cui restauro è stato reso possibile oltre che dalla sponsorizzazione della BCC Colli Albani anche dall’utilizzo di parte dei contributi dell’otto per mille donati alla Chiesa Cattolica. 

 

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