Regione, Cacciatore: “Nessun inciucio d’aula fra Pd e M5S, analizziamo piuttosto la presunta opposizione di Forza Italia”

Pubblicato: Venerdì, 16 Agosto 2019 - Redazione politica

REGIONE (politica) - si infiamma il dibattito sui presunti accordi di aula fra le varie forze politiche 

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Non si placa il dibattito della politica regionale su presunti “accordi” di aula fra la maggioranza di centrosinistra e il Movimento 5 Stelle. Il consigliere regionale grillino, Marco Cacciatore, ha rimandato al mittente l’ipotesi dell” “inciucio” avanzata dall’onorevole Antonello Aurigemma di Forza Italia.

“Vediamo in che termini, come il centro-destra e in particolare Forza Italia, si oppone alla Maggioranza di centro-sinistra in Regione – ha esordito il marinese Marco Cacciatore - La perdurante narrazione Aurigemmiana denuncia, ad esempio, il patto tra Movimento 5 stelle e PD, per arrivare all’approvazione del PTPR. È allora necessario raccontare i fatti per l'ennesima volta.
Dopo tre mesi di Audizioni, dove sono stati ascoltati moltissimi soggetti che, da tutti i punti di vista, hanno condiviso la necessità di avere un PTPR per dare alla materia paesistica una disciplina, si è giunti alla discussione della proposta di deliberazione consiliare sul PTPR così come ci è stata presentata dalla maggioranza. Da Presidente di Commissione Urbanistica, in accordo con i Vicepresidenti Ghera e Panunzi (in rappresentanza di opposizione e maggioranza) e con il coinvolgimento di tutti i commissari, abbiamo portato in votazione il provvedimento con tutti gli emendamenti e subemendamenti presentati. Dall’analisi delle proposte di emendamenti pervenuti, è emerso che era intento della maggioranza stravolgere il testo all’esame della Commissione, apportando sostanziali modifiche al testo. Messi ai voti questi emendamenti, la delibera è stata stravolta coi voti della Maggioranza e di tutte le Opposizioni tranne il M5S. Personalmente, da Presidente non voto in Commissione: ho votato solo una volta, quando è servito per "mandare sotto" la Maggioranza, in occasione del voto su due presidenze ater che non condividevo. Sul in Commissione per il PTPR, se Aurigemma e Ghera avessero votato contro gli emendamenti del PD, avremmo avuto i numeri per respingere gli emendamenti della Maggioranza. Invece Aurigemma e Ghera hanno dichiarato voto favorevole in appoggio alla Maggioranza: solo su uno di quegli emendamenti, che io ricordi, Ghera si è astenuto mentre Aurigemma ha tenuto fede al suo patto. Approvati quegli emendamenti è stata stralciata l'intesa col MIBAC: cosa forse non illegittima ma senz'altro uno sgarbo istituzionale, fermo restando che non ho apprezzato il fatto che lo stesso Ministero, a livello di uffici e segreterie (non il Ministro Binisoli, che raccoglierà il mio entusiasmo se dovesse impugnare il PTPR così com'è uscito dall'accordo PD-FI), chiamato a mezzo di 4 mail, 2 Pec e innumerevoli contatti telefonici in audizione non si sia presentato, rinunciando a contribuire al chiarimento dei termini della questione.

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La conseguenza immediata degli Emendamenti del PD al PTPR in Commissione, sarebbe stata la decadenza degli Emendamenti di quelle forze politiche che avevano lavorato sulla versione più aggiornata del PTPR, attenendosi alle indicazioni dell'assessore Valeriani e lavorando sulle norme tecniche: cosa che invece la stessa Maggioranza non ha rispettato, visto che gli Emendamenti che stravolgevano il testo insistevano sul corpo della delibera. Oltre il PD, anche Forza Italia aveva lavorato sulla parte meno aggiornata del provvedimento: evidentemente grazie ai poteri di predizione dello stesso Aurigemma, capace di leggere nel pensiero della Maggioranza: oppure, molto più verosimilmente, avevano stabilito un accordo. Questo non per avanzare sospetti, ma per respingere al mittente le accuse di Aurigemma che ha alluso a patti segreti tra PD e M5S (in particolare il sottoscritto) sul PTPR: rappresentando la proposta di legge sul compost come contropartita di un passaggio in commissione sbrigativo. Il passaggio in commissione, dopo oltre 3 mesi di Audizioni, è stato sbrigativo grazie ai voti di Aurigemma e del centro-destra in appoggio alla Maggioranza. Ad ogni modo, senza votare perché non avrebbe fatto la differenza, ho fatto in modo di mantenere un ruolo istituzionale, preteso ed ottenuto, col consenso dei Vicepresidenti prima e dell'intera Commissione poi, che la delibera modificata andasse in Aula senza alcun emendamento: così tutti i consiglieri li avrebbero dovuti presentare ex novo, anche chi aveva letto nel pensiero della Maggioranza o vi aveva stretto accordi, senza far beneficiare di una sede ristretta e semplificata come la Commissione a quei pochi Emendamenti (neanche 150 su 500) rimasti in piedi.

Dal canto mio e nel mio piccolo, non faccio mistero di essermi sempre confrontato con la Maggioranza, innanzitutto da presidente di commissione ma anche da consigliere, con un atteggiamento di rifiuto per la chiusura a priori: piuttosto pretendendo in ogni atto il recepimento di esigenze che la Cittadinanza mi indica e che mi sento il dovere di rappresentare in Consiglio. È questo un atteggiamento che tengo da quando è passato l'emendamento alla Legge di Collegato al Bilancio 2018, che ha ampliato il Parco Appia Antica e, speriamo per sempre, evitato la più grande e insostenibile pianificazione edilizia del Lazio. Da quel momento, visto che la Maggioranza aveva votato un atto che il M5S le chiedeva da 5 anni, ho capito di dovere ai Cittadini l'impegno innanzitutto a rendere praticabili le loro esigenze, per la legge interessi pubblici prioritari, perché nella situazione da "anatra zoppa" sono più percorribili che in passato. Il che non esclude, e non ha mai escluso, alzarmi sugli scranni quando la Maggioranza immotivatamente, e spesso appoggiandosi a Forza Italia, vota invece atti a danno dei territori: come accaduto anche durante la notte del PTPR in Aula. In Aula, sul PTPR, noi 5 stelle abbiamo presentato circa 1500 emendamenti, oltre 1000 dei quali a mia prima firma e molti, lo dico apertamente, ostruzionistici: un’arma in mano ai Consiglieri di opposizione, per aumentare la propria forza e pretendere consenso su misure che si ritengono di interesse pubblico. Va detto che ancora, nonostante lo stravolgimento della delibera, c'erano margini di serio miglioramento per agire in tutela dei territori e a salvaguardia sia dei beni di pregio che delle aree compromesse. Nel mio solito atteggiamento, che Aurigemma chiama di "do ut des", avrei immediatamente ritirato oltre 1000 emendamenti se avessi ottenuto garanzie dalla Maggioranza sulla tutela, nero su bianco e per alzata di mano, per le aree di maggior valore ("sistemi naturali" , "paesaggi agrari", casali storici, coste lacustri, centro storico di Roma). Dopo il secondo maxi-emendamento presentato dalla Maggioranza, che faceva decadere tutti gli emendamenti presentati e non era più emendabile, ho appreso che, nonostante i miei "accordi" e in netta contraddizione rispetto alla versione di Aurigemma, dei 1500 emendamenti 5Stelle ne erano stati recepiti solo due: ripubblicazione delle osservazioni Mibac e tutela dall'insediamento delle antenne nei sistemi naturali, come ad esempio il 90% del Comune di Rocca di Papa, massacrato da Elettrosmog e antenne abusive. Degli oltre 800 emendamenti presentati da Forza Italia, invece, si rintracciava corposamente lo spirito in quell'ultima versione del PTPR: ad esempio concepire il PTPR non come atto di salvaguardia, che i piani di sviluppo devono rispettare perché lo sviluppo sia sostenibile, ma come atto teso esso stesso allo sviluppo urbanistico (che troppo spesso nel Lazio ha significato insediamenti inutili e insostenibili), contrariamente a come vorrebbe il Codice Urbani; oppure la possibilità di costruire con rigenerazione urbana all'interno dei vincoli, compresi coste marittime, lacustri e aree di montagna, con ciò snaturando la funzione del PTPR stesso. Queste misure erano chiaramente riportate negli Emendamenti e negli interventi del centro-destra e in particolare di FI. Il PTPR ha quindi recepito il rapporto di perverso fiancheggiamento tra centro-destra e centro-sinistra, dove FI non si è rivelata tanto stampella di Zingaretti, quanto piuttosto ha reso sua propria stampella l'intera Maggioranza. Un Piano, quello approvato alle 6:00 di mattina e dopo ore di ostruzionismo quasi esclusivamente condotto da noi 5S (leggi alla mano e non richiedendo numeri legali, o facendo interventi incomprensibili e privi di senso come ha fatto il centro-destra, qualche notte più tardi, sulla Legge contro il Caporalato), che ha ufficializzato quel perverso dialogo tra centro-destra e centro-sinistra, in particolare tra Assessore Valeriani e Aurigemma. Direi di poter dimostrare con quanto detto sopra, la cui congruenza è a verbale dei lavori d'aula e di commissione, che quindi il vero accordo segreto si è instaurato sul PTPR tra PD e FI, portando a fare non gli interessi di salvaguardia dei territori, che chiedevamo noi 5S e che vorrebbe la legge, ma interessi che, se possono definirsi pubblici, rappresentano quantomeno fasce molto più ristrette di società civile. E per tutta risposta, per smarcarsi dall'evidenza (che non avrei mai sottolineato, perché ritengo più importante conseguire risultati utili per i Cittadini), Aurigemma ha accusato me e il 5S di aver spalleggiato il PD sul PTPR: lui che emendamenti e interventi alla mano è stato, insieme a FI e gran parte del centro-destra, il vero ispiratore delle ultime modifiche intervenute sul testo di quell'atto. Per smarcarsi, da bravo attore ma con imbarazzante dialettica, ha voluto mandare all'aria una proposta di legge come quella sul Compost, che garantirebbe di trattare parte consistente dell'organico: la frazione più pesante, costosa e maleodorante tra i rifiuti urbani, avvantaggiando partecipate comunali o piccole aziende anziché i grandi impianti, spesso privati e facenti capo ai pochi soggetti economici il cui monopolio è il vero problema dei rifiuti del Lazio. E così Aurigemma ha inteso darmi la sua "lezione" e si è smarcato da possibili accuse di aver fiancheggiato Valeriani, anteponendo interessi di immagine o addirittura personali alle decisioni che il Consiglio deve ai Cittadini. Non so proprio cosa potrei imparare da Aurigemma: forse a smarcarmi una volta fatti accordi segreti a danno della Cittadinanza, ma questo non mi interessa.
Tutte le volte che la Maggioranza, guidata dall'assessore Valeriani, vorrà decidere di cadere tra le braccia di Aurigemma, recependo le sue modifiche agli atti che approviamo in aula e danneggiando i terrori, sarò lieto di fare barricate in Consiglio e tenerli seduti fino alle luci dell'alba. E quando un domani sarà al governo il centro-destra in Regione, laddove le forze politiche non dovessero dimostrare la giusta responsabilità, farò di tutto per suggerire ai consiglieri del M5S o chi vorrà ascoltare, di fare ostruzionismo come hanno fatto loro qualche notte fa, anzi meglio e non ci vorrà molto almeno stando alla qualità del vocabolario negli interventi ("prima l'italiano!"). Si dimostrerà che chiunque può usare quegli strumenti, che amplificano la portata di istituì formali per provare di sostanza il funzionamento democratico delle Istituzioni. Impedendo ogni decisione”.