Il Parco dei Castelli: "Una ciotola d’acqua può aiutare gli animali selvatici"

Pubblicato: Mercoledì, 07 Agosto 2019 - redazione attualità

ROCCA DI PAPA (attualità) - Come noi, anche la fauna selvatica soffre i cambiamenti climatici repentini e l’aumento anomalo delle temperature. I consigli dell'Ente

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Le alte temperature possono avere conseguenze sulla salute umana, sull’ambiente e anche sugli animali selvatici che faticano a trovare acqua. Mentre in estate trovare cibo è più semplice rispetto alla stagione invernale, la fauna selvatica può avere difficoltà nel trovare acqua per dissetarsi e rinfrescarsi, anche a causa delle modificazioni ambientali causate dall’uomo (bonifiche delle aree umide, eliminazione delle vie d’acqua naturali, inquinamento delle acque, riduzione delle acque stagnanti superficiali dovuta alla impermeabilizzazione con cemento e asfalto).

"Un modo semplice per compensare questi disagi generati dall’uomo e, così, aiutare uccelli e altri piccoli mammiferi - ricorda il Parco dei Castelli Romani - è quello di sistemare una ciotola o un piatto con dell’acqua fresca sui terrazzi o nei giardini, ricordando di cambiarla spesso per evitare che attiri zanzare. Gli animali selvatici, vivendo in natura, sanno difendersi da soli, ma condizioni climatiche particolari come forti ondate di calore possono compromettere in particolare la vita dei giovani esemplari ad esempio i piccoli ricci che in questo periodo vengono allattati dalle madri e la carenza di acqua può diminuire la produzione di latte. Oltre l’acqua si possono lasciare anche frutti con una ricca percentuale di acqua (more, lamponi, ribes), che possono sopperire anche alla temporanea difficoltà di procacciarsi cibo".

"È fondamentale, in ogni caso - aggiungono dall'Ente -  ricordare che la fauna selvatica è autonoma e tale deve rimanere; infatti, l’eccessiva confidenza con l’uomo è certamente e paradossalmente fonte indiretta di danni alla stessa fauna e all’uomo. Lo dimostrano i recenti casi di cinghiali, alimentati consapevolmente dalle persone o nutriti dai rifiuti colpevolmente abbandonati, che iniziano a sostare in aree urbane, come è accaduto in passato per i gabbiani e per altri animali".

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