Grottaferrata, l’assessore Rocci: “La sede del Distretto Socio-Sanitario, responsabilità che onoreremo con impegno”

Pubblicato: Martedì, 06 Agosto 2019 - redazione politica

Risultati immagini per rocci mamilioGROTTAFERRATA (attualità) - Il punto dell'Assessore alle Politiche sociali

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Grottaferrata, come noto da alcuni giorni, sarà comune capofila del Distretto Socio-Sanitario. Un traguardo che ha soddisfatto sopratutto l'Assessore alle politiche sociali Francesca Rocci.. delegata di competenza. Rocci ora traccia un primo commento su questa novità e prala delle prospettive da qui ai prossimi mesi sulla gestione di una tematica fondamentale per il territorio dei Castelli Romani.

"Prima di Tutto - afferma - mi preme ringraziare tutti i Sindaci del Distretto Socio-Sanitaro RM6, per aver conferito quest’onore al Comune di Grottaferrata di diventare Comune Capofila del Piano di Zona. In particolar modo sento il dovere di un ringraziamento al Sindaco di Grottaferrata, per aver sostenuto la candidatura del nostro paese, verso questa grande responsabilità, che onoreremo con impegno. Ma un ringraziamento particolare, va al Sindaco e all’assessore ai servizi sociali del Comune di Monte Porzio Catone che, ha permesso l’avvio del piano di zona, garantendone la gestione in modo impeccabile per diversi anni".

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Perché come Comune abbiamo voluto cogliere questa importante sfida? "La Legge n. 328/2000 "Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato d’interventi e servizi sociali" - sottolinea la Rocci - ha operato la prima riforma complessiva dei servizi e delle politiche sociali in Italia e ha definito la modalità di gestione associata tra Comuni attraverso la costituzione del Piano di Zona che è lo strumento di programmazione locale degli interventi e dei servizi socio-assistenziali negli ambiti territoriali distrettuali. I Comuni del distretto, associati tra di loro e d’intesa con la ASL, con il concorso di tutti i soggetti attivi nella progettazione, definiscono il sistema integrato di interventi e servizi sociali del loro territorio.  Ogni Piano di zona deve avere - aggiunge Rocci -  determinati contenuti e azioni da realizzare per il conseguimento degli obiettivi programmati. Gli obiettivi strategici per ogni area d’ intervento, in relazione agli specifici bisogni di assistenza dei cittadini, assicurano: il livello essenziale delle prestazioni di assistenza sociale, il programma di intervento, le relative priorità per il raggiungimento degli obiettivi,i mezzi e gli strumenti per la realizzazione degli interventi, con specifico riferimento alle risorse finanziarie,strutturali, umane e professionali disponibili".

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L'adozione del Piano sociale, prevista dalla riforma regionale del welfare approvata lo scorso anno, definisce gli indirizzi di gestione e di spesa dell'intero sistema delle politiche sociali regionali a partire da un'attenta analisi delle necessità delle comunità e dei territori. A disposizione del Piano ci saranno le risorse del Fondo sociale regionale, costituito da risorse statali. "La realizzazione degli obiettivi del Piano sociale regionale - commenta Rocci - avrà ricadute concrete su tutte le tipologie di servizi e interventi attualmente erogate dal sistema del welfare regionale: Prevede il potenziamento dei servizi per le persone anziane, in particolare quelli di semiresidenzialità e di assistenza domiciliare, grazie all'utilizzo del Fondo sociale europeo, investimenti sulle politiche per la vita indipendente e l'autonomia delle persone con disabilità, per evitare situazioni d’isolamento ed emarginazione, con il rafforzamento dell'integrazione tra servizi sociali e sanitari. Predispone inoltre un Piano regionale per l'infanzia e l'adolescenza, con l'obiettivo di migliorare l'appropriatezza degli interventi per i minori a rischio e supportare maggiormente le famiglie affidatarie e adottive attraverso la rete dei Centri famiglia regionali, in corso d’istituzione. Proseguirà - continua - il rafforzamento della rete di contrasto alla violenza di genere, già avviata con il raddoppio delle strutture di accoglienza realizzato negli ultimi anni. Verranno garantite nuove modalità di co-progettazione e partecipazione alla gestione dei servizi sociali tra amministrazioni pubbliche e organizzazioni del terzo settore, in un'ottica di maggiore trasparenza, e saranno supportate forme di programmazione partecipata e di coinvolgimento degli utenti dei servizi".

Rocci conclude: "Queste sono sfide importanti che vogliamo cogliere attraverso la costruzione di una rete fatta dai Comuni e tutti i soggetti impegnati nel terzo settore e nel volontariato. Sarà necessaria, la costruzione di strutture di coordinamento territoriali, per monitorare e progettare il futuro di un nuovo Welfare Comunitario".