Parola all’avvocato penalista Luana Sciamanna consulente presso i centri antiviolenza “Piccoli Passi” di Ariccia e “Ricomincio da me” di Rocca Priora

Pubblicato: Martedì, 16 Luglio 2019 - Redazione attualità

ATTUALITÀ - i due centri gestiscono gran parte dei Comuni ricadenti nel complesso dei Castelli Romani

ilmamilio.it

Ilmamilio.it ha incontrato l’Avv. Luana Sciamanna, penalista e consulente dei Centri AntiViolenza “Piccoli Passi” presso il presidio “Spolverini” di Ariccia e “Ricomincio da me” presso la Casa della Salute di Rocca Priora che rispettivamente, ciascuno nel proprio sovrambito territoriale, gestiscono gran parte dei Comuni ricadenti nel complesso dei Castelli Romani, in particolare: Ariccia, Albano Laziale, Marino, Frascati, Grottaferrata, Lanuvio, Genzano di Roma, Rocca Priora e Velletri.

“In questi ultimi mesi - precisa l’Avv. Sciamanna - grazie al lavoro inter-istituzionale intrapreso dalla Procura della Repubblica di Velletri, la Regione Lazio, la ASL Roma 6, le Forze dell’Ordine e numerosi Sindaci dei Comuni dei Castelli Romani, è sorta una rete molto ben articolata di Centri AntiViolenza per dare una risposta forte e decisiva delle Istituzioni al crescente problema dei reati di genere.

Dopo alcuni mesi di lavoro - prosegue l’Avv. Sciamanna - a stretto contatto con le operatrici dei Centri di Ariccia e Rocca Priora, nonché con le stesse vittime che hanno già fatto richiesta di aiuto, il dato che emerge è davvero allarmante e ci presenta una fotografia del problema a tratti completamente diversa da quella che ci saremmo aspettate.

Nel territorio molto ampio di cui abbiamo il monitoraggio, ed in particolare mi riferisco a tutti i comuni inseriti nel complesso dei Castelli Romani che si estendono per diversi km e annoverano un numero molto cospicuo di cittadini, abbiamo avuto la sensazione di trovare un contesto sociale pronto ad accoglierci, stante la moltitudine di richieste di aiuto che ci sono pervenute  già nei primissimi giorni di apertura dei Centri, così come costante e numerosa è stata l’affluenza delle vittime di violenza anche nei mesi a seguire, annoverando, ad oggi,  più di  cinquanta schede di primo contatto di donne tra i 35 e i 55 anni di età.

Questo periodo iniziale, inoltre, ci ha consentito di fare un primo bilancio e di apprendere, con un certo stupore, che la maggior parte delle richieste di aiuto sono derivate da vittime italiane ben inserite nel contesto sociale e spesso anche con grado di cultura medio alto.

Anche l’assoluta trasversalità  delle categorie di vittime ci ha fatto alzare il livello di attenzione sociale.

consorzio ro.ma

Abbiamo incontrato, infatti, diverse tipologie di vittime: dalle donne già separate, alle mogli maltrattate all’interno di un rapporto coniugale o ancora giovani ragazze, alle volte anche giovanissime, che hanno già vissuto l’esperienza di una relazione sentimentale attinta da violenza fisica e psicologica, di cui spesso la famiglia d’origine è totalmente all’oscuro.

Allarmante è anche il numero di donne disabili, nella percentuale di circa il 10% sul numero totale preso in carico, che sono risultate essere vittima di uomini maltrattanti.

Un altro dato molto importante emerso in questi mesi di lavoro attiene alla tipologia di reati che si riscontrano con maggiore frequenza.

Abbiamo notato come, sempre più spesso, alla base dei reati vi sia una forte predominanza della violenza morale e psicologica, ancor prima della vera e propria violenza fisica.

Le vittime, infatti, arrivano al Centro in uno stato di forte emarginazione,  causato molto spesso da un rapporto che le ha viste vittime di un partner narcisista e manipolatore che le ha annientate sia psicologicamente che moralmente portandole all’isolamento, alla depressione e nei casi più gravi anche alla passiva accettazione di ogni forma di privazione, nonchè di violenza fisica, a cui non si è state in grado di opporre un adeguato rifiuto.

Si tratta, naturalmente di reati gravissimi che spesso possono anche non lasciare segni fisici sulle vittime, ma che hanno una importante ripercussione sulla loro sfera psicologica, creando inevitabilmente danni emotivi, a volte anche permanenti.

Le vittime, precisa l’Avv. Sciamanna, sono costrette a cambiare totalmente le abitudini di vita, rinunciando anche alla loro personalità, diventano totalmente dipendenti dalla figura dell’uomo maltrattante o abusante, che le rende invisibili agli occhi della società, che difficilmente riuscirà ad accorgersi dell’inferno nel quale queste donne sono costrette a vivere quotidianamente.

Il servizio che il Centro Antiviolenza offre, ancora prima della tutela legale in ambito penale di cui mi occupo personalmente e in ambito civilistico che trattano le mie colleghe, pertanto, è soprattutto composto dall’accoglienza delle vittime ed da un costante sostegno psicologico che le accompagnerà nel loro percorso, anche non giudiziario.

Ci tengo a precisare che è fondamentale diffondere sul territorio la presenza dei Centri AntiViolenza come importante segno di risposta delle Istituzioni ai reati di violenza di genere, che spesso sono silenziosi, subdoli e si consumano nelle mura domestiche o in ambiti assolutamente privati che non ci consentono di raggiungere le donne che ne sono vittime, a meno che non siano le stesse, con un atto di coraggio, a cercare il nostro aiuto.

Per questo mi rivolgo a chiunque stia vivendo una situazione di violenza, così come mi rivolgo a tutte quelle persone che notano un significativo cambiamento in una donna con cui sono in contatto.

Se frequentate una persona che mostra spesso segni fisici giustificati ripetutamente con presunte cadute o essere vittima di isolamento, depressione e disagio, invitatela a rivolgersi al Centro Anti Violenza più vicino fornendo i nostri recapiti o chiamano il numero 1522.

Facciamo arrivare la presenza dei Centri Anti Violenza in ogni dove. affinché non vi sia vittima, anche negli angoli più remoti della terra, che abbia la sensazione di essere stata lasciata sola!”.