Grottaferrata, il dibattito sul Piano regolatore di LCG rilancia il vitale 'nodo Urbanistica'

Pubblicato: Venerdì, 05 Luglio 2019 - redazione politica

GROTTAFERRATA (attualità) – Partecipazione anche di Lengheru, Italia Nostra e cittadini. Il sindaco ribadisce la sua volontà

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L’Urbanistica di Grottaferrata, il futuro della sua programmazione, l'intenzione di risolvere i problemi. Questi i temi del convegno organizzato ieri da 'La Città al Governo' al Teatro del Sacro Cuore davanti ad una platea di cittadini, esponenti politici, sigle associative. Messi al centro della discussione gli strumenti di trasformazione territoriale, la storia di questi anni, i problemi del territorio, una pianificazione che si è rivelata spesso inesistente o inadeguata su cui intervenire urgentemente.

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Rita Consoli, nella sua relazione, ha ribadito le problematiche inerenti la vita stessa della città di fronte ad una trasformazione epocale sopraggiunta nell'ultimo mezzo secolo, da quando è stato approvato il Piano Regolatore vigente. “Grottaferrata - ha detto – ha un piano del 1968, la cui revisione è rimasta nel tempo irrisolta. E' un piano che recepisce idee nate tra gli anni cinquanta e gli anni settanta dello sorso secolo con limiti ormai evidenti e un sovradimensionamento pensato per 35mila abitanti, L’85 per cento dell’espansione è stata realizzata, ciò vuol dire che dovremmo avere almeno 30 mila abitanti, cosa che non è accaduta”. Attraverso slide e riflessioni la consigliera comunale ha inoltre sottolineato aspetti tecnici, mancanze, criticità del territorio, sottolineando anche come dal 1994 ad oggi ci siano stati tentativi di realizzazione del Prg o fasi preliminari di indirizzo mai conclusi e sempre interrotti, con un costo sostenuto dalla varie amministrazioni comunali di 633mila euro. “E’ andato avanti un brutto gioco dell’oca”, ha detto ancora l’esponente di Lcg, che poi ha mostrato le grandi differenze tra la società grottaferratese che vide sorgere il Prg in atto e quella di oggi: ovvero 9mila abitanti in più, 16mila auto in più rispetto alle duemila del’epoca, famiglie raddoppiate, il 58° reddito pro-capite più alto in Italia.

Consoli ha poi posto grande attenzione sulle zone di espansione ancora libere, sulla concentrazione dei servizi esclusivamente distribuiti al centro rispetto al policentrismo del territorio, alle lamentele continue della cittadinanza sui tempi di attesa per la viabilità, sulla carenza di risorse idriche, sulle nuove edificazioni, perimetrando solo una porzione di territorio nella quale sono previsti insediamenti per 530 abitanti e in un altro 100, per fare capire il fenomeno in atto, evidenziando Pratone come zona di grande sofferenza in questo senso. Città al Governo ha rivendicato le sue azioni in consiglio nel corso di questi ultimi cinque anni. L’ultima , quella sulla pianificazione urbanistica, è stata approvata all’unanimità. “In questi anni è mancato un progetto organico – ha detto - non c sono state sintesi o passi in avanti concreti”. Tuttavia il dialogo è aperto e c’è ancora la possibilità di aprire spazi di condivisione, sempre nella speranza di una volontà politica che ci deve essere per portare a compimento qualsiasi tipo di idea.

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Presente anche Angelo D’Ottavi, de ‘U Lengheru Neru’, che nel corso del dibattito che ha rilanciato la sua proposta di 'piano di salvaguardia' nelle zone già considerate agricole in questo Prg: Valle Marciana, il corso d’acqua della Marana, Tuscolo,Molara, Campovecchio. “Approvare variante di salvaguardia su situazioni di queste genere avrebbe iter semplificato – ha detto - non molto complesso, sottraendo così almeno per tre anni queste aree, perchè questo è il limite della variante, permettendoci di vedere la pianificazione complessiva”. D’Ottavi ha fatto anche appello alle forze politiche al fine di rendere la Carta Archeologica di Franco Arietti come una risorsa. “Sarebbe da utilizzare prima di valutare ogni concessione rilasciata. Ad oggi non mi risulta che venga utilizzata”.

Anche Enrico Del Vescovo, di Italia Nostra, ha puntato il dito sul processo di grande edificazione in atto. “Trovo sia veramente difficile a Grottaferrata, ma un po' dappertutto, fronteggiare la spinta alla cementificazione. Se è vero che c’è tata gente si lamenta, poi di fatto gli interessi sono talmente forti che spesso ci si trova isolati. A Pratone e Cartabrutta c’è aggressione fortissima. Acea dovrebbe rispettare rifornimento, ma invece mi pare sia insufficiente, o ridotto. Anche questo dovrebbe essere metro di discussione. Come si fa a rilasciare una concessione quando ci sono periodi dell’anno con scarsità e perdite idriche scandalose? Italia Nostra e Cotag hanno presentato un esposto alla Vas di Cartabrutta, ma da soli non possiamo andare lontano. C’è bisogno di un impegno generale”.

Il sindaco di Grottaferrata, Luciano Andreotti, è intervenuto garantendo la sua disponibilità e il suo impegno a procedere con quanto annunciato, facendo appello, in una certa qual misura, al senso di responsabilità dell’intero consiglio comunale, secondo lui l’unico in grado di portare avanti, da venti anni a questa parte, il tema della pianificazione (Leggi: Grottaferrata, Andreotti: “Solo questo Consiglio comunale può approvare la pianificazione urbanistica”).

Nelle conclusioni Rita Consoli ha infine chiesto coraggio, celerità, tempi e risorse certe, ma sopratutto consistenza e responsabilità su tutto quello che è stato enunciato anche da parte dell’amministrazione su questo delicato tema, da cui dipende ormai il futuro delle prossime generazioni di Grottaferrata. Una città in cui non si può più perdere troppo tempo rispetto alla pressione delle nuove edificazioni che intanto avanzano inesorabili.

La volontà, da quanto emerso nella discussione, pare ci sia. Non resta che attendere i fatti.