Quella volta che Gastone Moschin calcò Little Italy in abito bianco vestito da don Fanucci

Pubblicato: Martedì, 05 Settembre 2017 - Giorgio Capponi

moschin fanucciFRASCATI (attualità) - Ieri la scomparsa dell'attore veneto che fu chiamato da Coppola per il "Padrino II"

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La vita degli attori vale mille e più vite di un uomo o di una donna normali. Siamo pur sempre uno, nessuno e centomila, come ebbe a scrivere Luigi Pirandello, ma nella vita dell'attore si nascondono tutte le vite - complesse e slegate - dei personaggi inscenati. Delle maschere cucite sui volti, degli abiti consunti o da ricco signore vestiti nel corso degli anni.

Su un palcoscenico di fronte a pochi intimi, a qualche amico tirato per il bavero o sul grande schermo. O nella notte degli Oscar.

Gastone Moschin, ricordato in queste ore come l'ultimo degli "Amici miei", incarna alla perfezione questo cliché: descrive, Moschin, con la sua lunga carriera non da stella assoluta ma da primo piano nella scena nazionale e non solo, quello che è il destino di un attore: vestirsi sempre di nuovi panni e tirare avanti. Spesso senza dare a vedere quali siano i reali panni della quotidianità lontana dalla piazza.

A noi, Moschin, piace ricordarlo nel ruolo di don Fabrizio Fanucci, chiamato nel 1973 da Francis Ford Coppola sul set de "Il Padrino II". Negli abiti candidi del boss della Mano nera, Moschin trovò a confermarsi in quella parte del cattivo che tanta fortuna - superiore alla parte del canzonatore di "Amici miei" o dello strampalato di "Don Camillo" - ebbe a portargli in carriera

VEDI la scena de "Il Padrino II"

Una carriera da cattivissimo che invece lo sprovveduto boss di Hell's Kitchen e Little Italy fu costretto a veder interrompersi dalla mano armata e letteralmente infuocata di un Michael Corleone in rampa di lancio. E' il 16 agosto di un non meglio precisato anno nel corso degli anni '20 del Novecento, il giorno della festa di San Rocco a New York: raccolto lo scettico "mandato" a trattare "co iddu" da parte di Peter Clemenza e Salvatore Tessio, l'imminente padrino si cala nel palazzo di don Fanucci, lungo la Lower East Side, lo attende sul pianerottolo e lo fa secco.

Tre pallottole, l'ultima in bocca, al posto dei 600 dollari che il boss attendeva dai tre rampanti malviventi italo-americani. E Moschin torna in Italia.