“Ora, noi testimoni”. L’I.C. “Marco Polo” di Borghesiana racconta il viaggio della memoria ad Auschwitz e Birkenau

Pubblicato: Lunedì, 10 Giugno 2019 - redazione politica

Alla presenza della presidente della Comunità ebraica di Roma, Ruth Dureghello e del vice presidente della Regione Lazio, Daniele Leodori

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Si è svolto giovedì 6 giugno l’evento conclusivo del progetto “Il nostro viaggio della memoria. Per non dimenticare, perché non accada mai più” che ha coinvolto 33 alunni ed alunne dell’I.C. “Marco Polo” di Borghesiana nel viaggio organizzato dalla Regione Lazio, con la partecipazione di circa 500 alunni provenienti dalle scuole della provincia di Roma.

Insieme al Dirigente scolastico Francesco Senatore, hanno portato il saluto ai ragazzi, ai genitori e ai docenti, il vice presidente della Regione Lazio Daniele Leodori e la presidente della comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello.

I protagonisti sono stati i nostri ragazzi e le nostre ragazze, che hanno saputo trasmettere il senso più profondo del viaggio ad Aschwitz e Birkenau. “Un viaggio che non si è concluso con il ritorno a casa, ma che continuerà per tutta la vita come testimoni di una storia che non deve più ripetersi. Sulla locandina di questa manifestazione c’è l’immagine triste ed evocativa della ferrovia del campo di sterminio di Birkenau, ma non a caso vi è stata disegnata una rosa rossa. Ecco – ha detto il Dirigente Scolastico Francesco Senatore, rivolgendosi alle studentesse e agli studenti, quella rosa rappresenta la rinascita e quella rinascita siete voi, testimoni della memoria, che dovrete trasmettere alle future generazioni”.

La presidente della comunità ebraica di Roma, Ruth Dureghello, nel ringraziare Daniele Leodori per aver investito tante risorse e tante energie, coinvolgendo degli studenti così giovani in “un percorso educativo evocativo, profondo e complesso”, ha confessato di aver avuto qualche perplessità sapendo che si trattava di studenti di terza media, “invece sono stati meravigliosi, attenti a cogliere ogni passaggio ed ogni emozione. “E’ stato un momento di crescita, che spero porteranno con sé per tutta la vita. 80 anni fa un popolo intero doveva essere distrutto, qualcuno decise che non avevamo più la dignità di essere italiani perché ebrei, 80 anni fa qualcuno decise che i miei nonni dovevano essere denunciati e deportati, che io non sarei dovuta nascere e invece sono qua a dire grazie a tutti quanti voi, che sono a disposizione vostra perché quel pregiudizio, quell’odio, quella cattiveria non pervada nelle classi, negli atti di bullismo, nei singoli gesti quotidiani e non diventi quello che domina il linguaggio del quotidiano. Sono qua a dirvi che la comunità di Roma c’è e sarò felice di ospitare questi ragazzi al museo ebraico e alla sinagoga, anche se so che già che gli insegnanti fanno un lavoro egregio. Sono qua a dirvi che abbiamo un valore universale, che è quello di rispettarci reciprocamente, cerchiamo di mantenerlo perché è solo così che potremo veramente assicurarci un futuro”.

Tanta commozione quando i ragazzi hanno intonato “Gam Gam”, la canzone ebraica tratta dal salmo 23, che le maestre ebree deportate nei campi di concentramento facevano cantare ai bambini; toccante il video con le foto dei campi di sterminio al suono della chitarra di un nostro alunno. Suggestivi i momenti di condivisione quando la platea ha cantato “Auschwitz” e “La libertà” accompagnata dall’orchestra della scuola che ha poi eseguito magistralmente il brano Shalom.

L’evento ha visto una partecipazione corale da parte dell’intero istituto: a partire dalla terza C della scuola primaria con la rivisitazione della canzone Auschwitz: Guccini cantava le migliaia di bambini ebrei morti passando per “il camino”. Ebbene accanto alle vittime del genocidio ebraico, i bambini ci hanno fatto riflettere sulle migliaia di piccole vittime che muoiono oggi nel buio abisso marino.

E’ stata poi la volta della drammatizzazione “E se succedesse domani?” a cura della 2D (secondaria): una classe che si svuota di tutti i suoi alunni ebrei quando la maestra annuncia che sono state promulgate le leggi razziali in Italia. Infine gli alunni e le alunne della 3F si sono cimentati in una significativa coreografia sulle note di “Il mio nome è mai più”, canzone di protesta contro tutte le guerre. Numerose sono state le testimonianze dei ragazzi: ognuno ha voluto condividere le proprie riflessioni e il vice presidente della Regione Lazio, Daniele Leodori, nel salutare i nostri alunni, ha detto di tenere molto a questo progetto: “noi tutti cerchiamo di trasmettere il valore del rispetto per l’altro, ebbene credo che l’esperienza di questi luoghi non possa lasciare indifferenti e sono sicuro che vi lascerà un segno per tutta la vita”.

Al termine il preside ha espresso il proprio ringraziamento ai ragazzi, ai docenti coinvolti nella realizzazione della manifestazione e ha ringraziato il vice presidente della Regione Lazio per la preziosa opportunità che ha dato ai nostri ragazzi, “perché una cosa è studiare la storia, ma tutt’altro è viverla”.