Grottaferrata, il sindaco Andreotti: “Liberazione, momento di straordinaria importanza”

Pubblicato: Giovedì, 25 Aprile 2019 - redazione politica

GROTTAFERRATA (attualità) – Deposta la corona al Monumento ai caduti, il discorso del sindaco:

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“La celebrazione che ci vede qui uniti, per celebrare il 74° anniversario della Liberazione, vuole essere un momento di riflessione di straordinaria importanza. Ci ritroviamo a condividere il sole, l’aria, il vento di Libertà lasciatici in eredità dai nostri padri al centro della nostra città che quel giorno del 1945 era flagellata, prostrata, triste e povera. Contava i morti serviti a costruire la pace. Gli innocenti caduti vittime di una violenza enorme, di bombe gettate in nome dei peggiori o dei migliori ideali, ma comunque cadute sulla testa di chi, in molti casi, non sapeva nulla e non poteva capire quali ragioni portassero gli uomini ad uccidersi da anni, un tempo lungo quel “tempo di guerra” toccato in sorte anche all’Italia, anche ai nostri Castelli Romani, anche a Grottaferrata: dal 10 giugno del 1940 al 25 aprile del 1945.

Nel mezzo la caduta del regime fascista, che del dramma che è stata la Seconda Guerra Mondiale, era stato colpevole coautore. Ma soprattutto il governo di Mussolini si era macchiato del peccato originale che è stato privare il popolo italiano della sua libertà. Quella libertà che - citando il padre costituente Piero Calamandrei – è come l’aria e ci si accorge quanto vale, solo quando comincia a mancare.

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Chi ha lottato, chi ha sacrificato la propria vita, per la libertà per la democrazia e per la giustizia ci ha consegnato un patrimonio di valori che va custodito, preservato e trasmesso. Per questo dopo 74 anni ci ritroviamo a celebrare quello che, nonostante il tanto dolore costato, come scriveva Pier Paolo Pasolini, fu un giorno di vittoria Una vittoria di cui oggi - altro che derby tra fascisti e antifascisti – si ha il dovere di conservare nella memoria. In nome del sangue italiano versato, in nome di quella schiera di soldati alleati, non italiani, venuti a morire per la libertà di una patria non loro e in una terra a loro straniera, penso agli inglesi e agli americani caduti in Italia e sepolti tra Anzio e Nettuno, ai soldati italiani che si sono ritrovati in terre straniere e dove hanno dato la loro vita.

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Quindi il 25 Aprile ricordiamo, ma facciamo anche di più: celebriamo la Liberazione. Un cammino lungo, faticoso, di impegno e di lotta, di vita e di morte per la Libertà, l’ideale supremo che tuttora deve o dovrebbe guidare le nostre scelte. Ricordare il 25 Aprile è una necessità, un imperativo, un valore da ribadire. Il momento fondativo della nostra democrazia, del nostro Stato, le fondamenta etiche della nostra convivenza, valori – che come la libertà, la fraternità, l’ugaglianza, la giustizia – vennero calpestati e barattati in nome di un presunto ideale di superiorità che ha creato odio tra fratelli, razzismo, negazione dei diritti delle persone.

Libertà, parola al tempo stesso travisata, tradita.

Non è Libertà impugnare un’arma contro un altro uomo, fosse pure il più colpevole. Non è Libertà pretendere il primato di un gruppo di uomini in nome di un diritto di nascita, letteralmente in nome di uno ius sanguinis. Non è un merito essere nati in occidente, non è una colpa essere nati nella povertà. Il concetto di Liberazione che oggi qui vogliamo rappresentare prevede anche la liberazione dalla povertà, dall’assenza dei diritti, dalle sopraffazioni geopolitiche e sociali, dalle diseguaglianze, di cui il ricco occidente nei secoli si è macchiato a scapito dei Paesi più poveri, per esempio che oggi pretenderemmo, più o meno pacificati, a casa loro, nei loro porti, mentre i nostri - a giudizio di molti, non di tutti, per fortuna – dovrebbero restare chiusi.

E’ evidente che la lotta di Liberazione di questi popoli è ancora aperta.

In Europa, nell’Europa nata dalle intuizioni del Manifesto di Ventotene, invece, oggi c’è Pace. Da oltre settant’anni. Una splendida e lunghissima parentesi della Storia che vogliamo continui. Perciò per quella Pace dobbiamo continuare a lottare, noi che siamo nati nella Democrazia. Una Pace vera che si fonda su ideali di Libertà, solidarietà, democrazia. Perché esiste il rischio che quei valori che ci hanno lasciato in eredità tanti giovani per restituire al paese la dignità e la libertà oggi possano essere calpestati, profanati, negati. Ho avuto modo in occasioni simili a queste di dire che non amo i discorsi e la retorica, nemmeno quella postbellica.

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Celebrazioni come quella di oggi, dovranno sempre di più fondarsi su una memoria realmente condivisa, l’esatto contrario della retorica inutile e ancora di più di quello che, improvvidamente, qualche rappresentante delle istituzioni ha paragonato a un derby, persino da chi ha giurato sulla Costituzione. Una memoria condivisa messa al servizio della Pace attraverso le azioni vive. La lotta alla povertà, alla riduzione delle disuguaglianze è fattore economico e sociale, è dignità per le persone è un valore importante per la tenuta della nostra democrazia per recuperare fiducia e partecipazione.

E’ un impegno che oggi continua per la nostra Comunità, passa per Assisi, per Betlemme, città con la quale siamo gemellati, vive nel ricordo di una donna di pace come Chiara Lubich – di cui ci avviamo a celebrare il centenario della nascita - e del suo impegno per la fraternità universale di cui proprio noi, #Grottaferrata e i Castelli Romani, siamo seme vivo. Viva l’Italia liberata, dunque. Viva l’Europa dei popoli e delle nazioni unite nella pace. Viva la Pace, figlia della Liberazione. Buon 25 Aprile a tutti!”.

 

Così il sindaco Andreotti nel suo discorso in Piazza Cavour in occasione della Festa del 25 Aprile