Clizia Fornasier alla Mondadori di Genzano con il suo primo libro: “Ho un amore grande per questa storia”

Pubblicato: Martedì, 23 Aprile 2019 - redazione eventi

GENZANO (attualità) - Una storia intensa, dolce e coinvolgente, che rispecchia in pieno il carattere della sua autrice, volto conosciutissimo del cinema e della televisione ma con una passione per la scrittura che nasce sin dall’infanzia.

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Un incontro davvero interessante quello che si è svolto alla Mondadori Bookstore di Genzano di Roma nella giornata del Venerdì Santo. Ospite attesissima l’attrice e scrittrice Clizia Fornasier, al suo esordio letterario con il romanzo “È il suono delle onde che resta” edito da Harper Collins. Una storia intensa, dolce e coinvolgente, che rispecchia in pieno il carattere della sua autrice, volto conosciutissimo del cinema e della televisione ma con una passione per la scrittura che nasce sin dall’infanzia.

“Mi sono chiesta come sarebbe stata la mia vita mi fossi comportata come Caterina” – ha detto Clizia Fornasier, intervistata da Tiziana Mammucari – “e sono partita con questa idea, arrivata e realizzata, della serata magica del Natale. Io amo scrivere e difficilmente passo ad altro se non ho messo il punto ad un progetto. Così sono andata avanti”. È venuto fuori un romanzo travolgente, che commuove ma induce alla riflessione, con un’architettura ben concepita: “La storia” – ha detto l’autrice – “è molto visiva, come se ci fosse una microcamera che spia. Parte dall’ambiente di una casa, poi diventa un viaggio, un romanzo d’avventura”. Con un titolo molto intrigante: “Le onde fanno un rumore che resta, discreto, dopo il caos. Sono anche il rumore di un passato che torna. Ed effettivamente questo libro lo ho scritto in un momento di grande trasformazione della mia vita” – ha spiegato la Fornasier – “in modo tale da dare un luogo a quel dolore, perché niente deve essere cancellato. Non è un luogo geografico ma interiore”. Prima della presentazione, Clizia Fornasier ha rilasciato una breve intervista per la Mondadori Bookstore Velletri-Genzano in cui ha approfondito alcuni aspetti inerenti il suo libro.

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Un esordio narrativo con un bel romanzo. Quanto è diverso entrare nell’universo della scrittura dopo tante esperienze nel cinema e nella televisione?

In realtà io scrivo da sempre… ricordo che la prima parola da me scritta era “sole”, con la esse al contrario, e avevo tre anni. Non ho mai smesso, sono sempre andata a letto pensando a cosa avrei scritto il giorno dopo. Quindi pubblicamente è una cosa nuova, ma la scrittura mi è compagna da sempre, più di qualsiasi altra forma di espressione.

È anche un coronamento, allora, approdare ad un primo libro…

Sì, come lo è aver incontrato il consenso di queste due agenti letterarie che per me sono diventate amiche. Donne forti, intelligenti, e vedere che apprezzavano il mio modo di scrivere e che la storia funzionava mi ha gratificato. Al Liceo ha avuto spesso qualche problema perché mi dicevano che avevo uno stile particolare…

Perché inizia a Natale?

C’è sicuramente una cabala personale e non per l’amore per natale. È un momento, per me, di svolta, accaduto forse prima dei miei 30 anni: quella è un’età nella vita di una donna importante, spesso da figlia si diventa adulta. Si taglia il cordone ombelicale. Il Natale è una rinascita, ma in questo caso è qualcosa di personale che è coinciso con qualcosa di metaforico.

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Quanto c’è di auto-biografico, considerando anche la risposta precedente?

Credo impensabile un libro dove non ci si mette qualcosa di proprio. A un certo punto mi sono fermata e mi sono chiesta come sarebbe stata la mia vita se avessi scelto di muovermi in modo differente, praticando un’altra strada. Improvvisamente l’idea è arrivata, parlavo con Ernesto Assanti e mi diceva che anche ai Beatles succedeva così. Comunque entrambe le due protagoniste hanno tanto di me. Caterina, 70 anni, è una donna forte. Io credo che a 30 o a 70 le donne abbiano sempre la stessa forza e le stesse esigenze, cambia l’involucro…

Quindi le due protagoniste sono due facce della stessa medaglia?

Io penso di sì…

In progetto ci sono nuovi libri?

Assolutamente sì. Non ho mai smesso e continuerò. C’è già una donna, nella mia testa, che mi chiede di scrivere la sua storia. Non vedo l’ora di iniziare. Mi hanno consigliato di allattare prima questa creatura, il primo libro, e farla crescere. Ho un amore grande per questa storia, e ogni volta che la rileggo pur essendo una creatura mia, appunto, trovo corrispondenze, come quando scavi sulla sabbia.

E si torna al mare!

È vero (ride).

Articolo e intervista a cura di Rocco Della Corte