Reddito di cittadinanza, Guariso (Asgi): “Con paletto 10 anni di residenza penalizzati anche italiani. Rischio incostituzionale”

Pubblicato: Venerdì, 08 Marzo 2019 - redazione attualità

 

Dibattito ancora aperto sulla norma di inclusione

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L’Avv. Alberto Guariso (Associazione studi giuridici sull'immigrazione) è intervenuto ai microfoni de “L’Italia s’è desta” condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.

 Sono pronti i primi ricorsi per sollevare l'eccezione di incostituzionalità della legge sul reddito di cittadinanza in quanto, secondo l’Asgi, penalizzerebbe gli stranieri in Italia da lungo tempo. “Abbiamo posto due problemi che ci sembra abbiano un serio fondamento e che saremmo contenti se venissero considerati nell’iter del decreto in Parlamento, prima di presentare i ricorsi –ha affermato l’Avv. Guariso-. La prima questione è quella dei 10 anni di residenza su cui la Corte Costituzionale si è pronunciata diverse volte. 10 anni di residenza sono richiesti per tutti quindi potrebbero penalizzare anche gli italiani che hanno vissuto all’estero e che sono rientrati da meno di 10 anni. E’ una scelta irragionevole che rischia altamente di essere dichiarata incostituzionale se ci atteniamo alle sentenze che sono state emesse finora su casi simili. Poi l’altra questione è quella del permesso di lungo periodo che è quello che gli stranieri ottengono prima di ottenere il permesso a tempo indeterminato che però si può ottenere solo quando si ha un reddito minimo e anche qui la Corte costituzionale si è già pronunciata negativamente. Infine, c’è la questione dell’obbligo di presentazione dei documenti che attestino il patrimonio nei Paesi d’origine, questo limiterebbe molto di più l’accesso degli stranieri al reddito perché dovrebbero tornare nei loro Paesi d’origine per trovare questi documenti, Paesi dove spesso non c’è neanche un catasto. Se su 3 milioni e mezzo di cittadini non comunitari il 35% ha il permesso ordinario, non puoi escludere proprio quelli più poveri”.

 Sul decreto sicurezza. “Con l’abolizione del permesso umanitario, coloro che finiscono nel vicolo cieco del permesso della protezione speciale, che viene rinnovato di anno in anno, non avranno mai la possibilità di diventare cittadini normali e quindi avranno particolari difficoltà a trovare lavoro” ha spiegato l’Avv. Guariso.

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