Monte Porzio, l'amministrazione comunica sulla consumazione del pasto domestico a scuola

Pubblicato: Mercoledì, 23 Agosto 2017 - redazione

MONTE PORZIO (POLITICA) - Un lungo comunicato per spiegare la situazione

ilmamilio.it - comunicato stampa

Dal Comune di Monte Porzio Catone riceviamo e pubblichiamo.

"A seguito della ben nota sentenza della Corte d'Appello di Torino n. 1049 relativa all'oggetto, con nota n.348 del 3.03.2017 il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, è intervenuto per fornire indicazioni in merito alla “Consumazione del pasto domestico a scuola” ed ha indicato, agli Enti locali e agli Istituti scolastici, un percorso da seguire, al fine di trovare soluzioni idonee a garantire la eventuale fruizione del pasto domestico e l’erogazione del servizio mensa ai ragazzi, assicurando la tutela delle condizioni igienico-sanitarie e il diritto alla salute. Ad ogni buon fine si precisa che la sentenza sopra indicata, ha efficacia unicamente per il caso preso in esame ai sensi dell'art. 2909 c.c. che recita: "L'accertamento contenuto nella sentenza passata in giudicato fa stato ad ogni effetto tra le parti, i loro eredi o aventi causa" ma è illegittima un'applicazione estensiva della stessa. Ulteriore precisazione preliminare è che, come hanno ben chiarito anche i Giudici, la problematica è posta per la scuola dell'obbligo del I ciclo (primaria e secondaria di primo grado) e pertanto, per definizione, esclude la scuola dell'infanzia che non è coinvolta nella vicenda.

L'ordinanza della stessa Corte emessa il 9.9.2016 a completamento della suddetta sentenza, richiamando l'ordinanza del 13.8.2016, recita: "L'ordinanza ha respinto l'ulteriore pretesa del ricorrente a stabilire le misure organizzative necessarie a consentire l'esercizio di tale diritto (pasto da consumarsi nel refettorio scolastico, o previa dimostrazione dell'impossibilità, presso altro locale idoneo destinato alla refezione)".

Prendendo atto di quanto sopra esposto e al fine di fornire indicazioni e risposte utili ai cittadini che hanno fatto richiesta del pasto domestico a scuola, presso l'Aula consiliare del Comune di Monte Porzio Catone si sono svolte due riunioni, rispettivamente in data 13.6.2017 e in data 6.7.2017 alla presenza, oltre che dell'Amministrazione comunale e del'Istituto comprensivo, anche della Ditta Sodexo, di alcuni componenti del Consiglio di Istituto e del Comitato mensa. Nelle riunioni, alle quali non era presente la ASL di competenza territoriale, ma che nei giorni successivi ha inviato una nota chiarificatrice al riguardo, sono emerse varie ipotesi e soluzioni circa l'argomento. Ci si è riservati, comunque, prima di qualunque decisione in merito, di valutare ed eventualmente risolvere tutte le problematiche relative alla consumazione del pasto domestico
che investono vari ambiti in particolare: il diritto allo studio, il carattere educativo del servizio di refezione scolastica, gli aspetti alimentari e quelli gestionali e soprattutto le problematiche legate alla mancata conservazione (caldo, freddo) e quindi al possibile deperimento dei cibi.

Si precisa che la materia, estremamente delicata, per le responsabilità civili e penali che comporta, è normata in via principale, dai Regolamenti C.E. 852 e 854 del 2004 e dalle linee di indirizzo nazionale per la ristorazione scolastica del Ministero della Salute - Dipartimento per la Sanità Pubblica Veterinaria, la nutrizione e la sicurezza degli alimenti - approvate nella Conferenza unificata con provvedimento 29 aprile 2010 pubblicata sulla G.U. n. 134 del 11-6-2010.

Le Linee di indirizzo nazionale per la ristorazione scolastica muovono dall’esigenza di facilitare, sin dall’infanzia, l’adozione di abitudini alimentari corrette per la promozione della salute e la prevenzione delle patologie cronico-degenerative (diabete, malattie cardiovascolari, obesità, osteoporosi, ecc.) di cui l'alimentazione scorretta è uno dei principali fattori di rischio.

Le linee guida inoltre definiscono specificatamente come il servizio di ristorazione scolastica, deve rispondere a criteri di qualità, salubrità e gradimento e che lo stesso necessita di un capitolato ben delineato e caratterizzante il tipo di servizio che si richiede e che si intende erogare.
Il capitolato è il documento nel quale vengono espressi i vincoli contrattuali tra fornitore e committente; esso va definito sia per Comuni e Scuole paritarie che gestiscono il servizio con proprio personale ed acquistano solo forniture alimentari, sia per quelli che affidano il servizio parzialmente o completamente al fornitore con differenti modelli gestionali.

Il capitolato deve riportare:
- criteri ispirati alla promozione della salute e ad esigenze sociali che contribuiscano alla tutela della salute dell’utente ed alla salvaguardia dell’ambiente;
- requisiti oggettivi e misurabili nell’ambito di principi definiti di qualità, economicità, efficacia, trasparenza e correttezza.

Attualmente il servizio di refezione scolastica è gestito dalla Ditta Sodexo, aggiudicataria dell'appalto con decorrenza 01/09/2014 e la stessa si attiene, nello svolgimento del servizio, a quanto disposto dal capitolato speciale d’appalto approvato con gli atti di gara con determinazione n. 538 dell'8.11.2013. Nell'ipotesi che si rappresenta, Il consumo di alimenti a scuola non si configura come "consumo domestico privato" in quanto detta eventualità avverrebbe nei locali scolastici, travalicando l'ambito domestico privato, chiamando in causa l'agito e la relativa responsabilità di terzi.
In tal senso si precisa che i locali nei quali si consumano i cibi devono rispettare le regole urbanistiche, le previsioni del D.M. 18/12/1975 sulle superfici minime a disposizione nonché i regolamenti europei di cui sopra e norme collegate, quali la presentazione della relativa SCIA sanitaria e l'implementazione dell'HACCP.

In buona sostanza, i locali devono essere idonei dal punto di vista urbanistico ed igienico-sanitario, adeguatamente attrezzati, dotati di servizi di vigilanza, manutenzione, pulizia e sanificazione, fornitura di acqua potabile e di quanto necessario al corretto espletamento della loro funzione.
Sulla stessa linea si trova la ASL ROMA 4 e la ASL ROMA 6 - Dipartimento di prevenzione - Servizio igiene degli alimenti, che con note rispettivamente prot. SIAN F4 del 16.2.2017, prot. 55802 del 6.10.2016 e 40050 del 14.7.2017 ha specificato come nella ristorazione scolastica occorre fornire garanzie di tipo igienico sanitario e di sicurezza alimentare.

Nelle stesse note la ASL ha fornito indicazioni relativamente all'eventuale spazio da utilizzare, distinto dal refettorio, dove i bambini possono consumare il pasto domestico. Nella nota si precisa come nello stesso debbano essere rispettate tutte le condizioni igienico sanitarie nell'ambito del rinvenimento e nella somministrazione del pasto in modo analogo a quelle previste per i refettori.

Inoltre la Regione Lazio, con la Delibera G.R. n° 2077 dell’11/06/2007, ha emanato la procedura che rende omogenei e standardizzati i controlli finalizzati alla promozione della qualità nutrizionale dei pasti forniti nella ristorazione collettiva, protocollo soggetto a verifica ad opera del Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione (SIAN) delle ASL.

Da quanto sopraesposto si deduce che, nei plessi scolastici interessati, per far fronte alle richieste presentate dai genitori per l'A.S. 2017/2018, dovrebbero essere reperiti distinti locali da attrezzare adeguatamente , dotati di arredi, frigorifero, sorveglianza, pulizia a fine pasto ed ogni altro confort previsto per la consumazione del pasto fornito dal gestore di ristorazione scolastica. RIFERIMENTI NORMATIVI E DECISIONI ADOTTATE DA ALTRE REGIONI Il 3 maggio scorso è pervenuta alle scuole liguri una nota di ASL 3 Genovese ad oggetto Richiesta di supporto tecnico regolamento interno gestione pasto da casa e organizzazione procedure controllo eventuali fonti di pericolo. Secondo tale nota, “... in caso di valutazione positiva da parte degli enti coinvolti nella gestione del refettorio per l’utilizzo dello stesso per il consumo del pasto da casa ...”, sarà necessario che l'istituto scolastico si doti di apposito regolamento nel quale siano dettagliati "tutti gli aspetti che possano comportare eventuale rischio ...”, specificando “le procedure di controllo per garantire che non si verifichino scambi di cibo tra i commensali e inconvenienti igienici”.

Tale nota si pone in sorprendente continuità, com'era ovvio attendersi, con i pronunciamenti dei tribunali chiamati in causa sull'argomento che hanno evidenziato come permettere la consumazione del pasto domestico a scuola non possa “… risolversi nel consentire indiscriminatamente agli alunni di consumare il pasto domestico presso la mensa scolastica", ma implichi "l’adozione di una serie di misure organizzative – anche in funzione degli aspetti igienico/sanitari – in relazione alla specifica situazione logistica dei singoli istituti interessati" (Corte d'Appello di Torino) ed hanno sottolineato che "La pubblica amministrazione è chiamata ad operare un bilanciamento di diritti costituzionalmente rilevanti, dovendo trovare un punto di equilibrio tra il diritto alla scelta della fruizione del “pasto domestico”, … (omissis) ... il diritto alla salute degli alunni, il rispetto delle norme igienico-sanitarie” (Quarta Sezione Civile del Tribunale di Genova). Sembra intento comune dei giudici il voler sottolineare che proprio l'agire frettolosamente senza valutare attentamente tutte le problematiche, porrebbe l'amministrazione scolastica a rischio di compiere atti irregolari e potenzialmente pregiudizievoli: introdurre una modalità promiscua di utilizzo del refettorio scolastico con approssimazione e senza la necessaria ponderazione potrebbe essere di pregiudizio alla salute dei minori, terzi rispetto al contendere, ma in realtà unici soggetti direttamente interessati dalla questione. Anche il SIAN della ASL di Napoli, ha certificato che non sussiste la possibilità di realizzare la fornitura, neanche occasionale, di pasti familiari (né caldi, né freddi) in piena sicurezza e ha evidenziato la necessità imprescindibile di dover assicurare ai bambini una sana ed equilibrata alimentazione; sulla medesima questione l’avvocatura Distrettuale dello Stato ha riconosciuto la legittimità del diniego all’introduzione del pasto domestico a scuola.

In conclusione, nelle more dell'acquisizione di ulteriori e più specifici pareri da parte della ASL competente per territorio e dell'Avvocatura generale dello Stato, alla quale è stato già inoltrato un quesito, si rende noto che l'Amministrazione comunale di Monte Porzio e l'Istituto comprensivo Don Milani, pur comprendendo e rispettando la scelta delle famiglie che hanno fatto richiesta di pasto domestico da consumare a scuola in alternativa al servizio di mensa scolastica, non possono accogliere tali richieste per l'A.S. 2017/2018, per i motivi sopra indicati.
Di tali determinazioni sono stati informati i genitori, convocati telefonicamente ed individualmente dalla segreteria scolastica, nella riunione che si è tenuta presso la Biblioteca scolastica sita in Via Costagrande, il giorno 22 agosto u.s.

TUTTO CIO' PREMESSO LE FAMIGLIE INTERESSATE POTRANNO:
1. Ritirare i propri figli da scuola per la pausa pranzo e riportarli alla ripresa delle lezioni, in alternativa al pasto presso il refettorio scolastico, previa presentazione di apposita istanza presso l’Ufficio di segreteria scolastica e in base al turno mensa della classe di appartenenza. La domanda va presentata entro e non oltre il giorno 11 settembre 2017.

2. Iscrivere i propri figli al servizio di refezione scolastica. La domanda va presentata, utilizzando gli appositi moduli da ritirare presso l'URP, oppure scaricabili dal sito web www.comune.monteporziocatone.rm.it, entro e non oltre il giorno 11 settembre 2017.

Si precisa , infine, che l'opzione di pasto alternativo (pasto domestico) al pasto presso il refettorio scolastico, avrà valenza per tutto l'A.S. 2017/2018".