Elena De Curtis racconta suo nonno: presentato alla Mondadori di Genzano “A Napoli con Totò”

Pubblicato: Sabato, 02 Marzo 2019 - redazione eventi

GENZANO (eventi) - Presente la giornalista Rai Loretta Cavaricci  

ilmamilio.it

Splendido pomeriggio quello di venerdì alla Mondadori di Genzano. Nel Bookstore di Corso Gramsci sono arrivate la giornalista e autrice RAI Loretta Cavaricci e la scrittrice Elena Anticoli De Curtis, nipote dell’indimenticato Totò. Le due hanno scritto a quattro mani “A Napoli con Totò. Dalla sanità alla luna”, edito da Giulio Perrone, che si pone l’obiettivo di condurre i lettori in una passeggiata nei sobborghi partenopei sulle tracce del genio di Antonio De Curtis. Intervistate da Ezio Tamilia, hanno accompagnato i numerosi spettatori nel mondo del più noto attore comico italiano. “Totò era legato alle sue origini” – ha sottolineato la De Curtis – “e lui e Napoli sono un binomio inscindibile. Con questo libro abbiamo riscoperto i luoghi, le tradizioni, le usanze, cominciando dal Rione Sanità e dalla sua gente che lui non ha mai dimenticato”. “Totò non ha mai giudicato nessuno” – ha proseguito la Cavaricci – “pur dividendo il genere umano fra uomini e caporali. Ha raccontato la fame reale, fisica e morale, che non ha di certo regionalismo se non appunto il genere. Il fatto di aver toccato e interpretato nel profondo cose eterne lo rendono attualissimo. Totò non è solo l’icona di Napoli, ma la fertilità mentale e il brio di un uomo che ha incarnato Pulcinella senza esserlo, togliendosi la maschera”. Tanto spazio agli aneddoti riguardanti il mondo del cinema e quello personale: Elena De Curtis, figlia di Liliana, è nipote diretta di Totò e gestisce la “Associazione Antonio De Curtis” che veicola il messaggio lasciatoci dal grande attore incentivandone iniziative che ne conservano la memoria.

“Mio nonno” – ha raccontato – “ha inventato tante scene sul set. Improvvisava molto, e una delle più celebri è quella degli spaghetti in tasca. È stata definita una scena immortale per la sua forza e la sua carica”. La De Curtis grazie al lavoro dell’Associazione favorisce il più possibile la ricerca, e soprattutto sta scoprendo a sua volta un nonno mai conosciuto: “Mamma mi raccontava che da piccolo il nonno era gracile, povero, e non bellissimo. Lo diceva sempre. Essendo uno scugnizzo proveniente da una famiglia poco agiata, una volta uscì in strada con dei pantaloncini rimediati da una stoffa rosa a fiori verdi. Subito gli altri ragazzi del Rione lo chiamarono ‘femminiello’. Lui anziché reagire con le mani si strappò i pantaloni e cominciò ad imitare un burattino. Fu la sua prima esperienza recitativa, da lì comprese che avrebbe voluto far ridere. E infatti tutti scoppiarono a ridere e questo episodio passò”. “Dai suoi film” – ha spiegato la Cavaricci, che ha curato tantissime trasmissioni in Rai ed ora fa parte della Redazione Cultura di RaiNews – “escono tutti i caratteri napoletani, esce una Napoli variegata e interpretata in tutte le sue particolarità”. Tra le scoperte più interessanti c’è quella che potrebbe esplicare la genesi della poesia più famosa (e forse anche la più bella) di Totò, “A livella”. Recenti studi, infatti, hanno portato alla luce nelle catacombe sottostanti il Rione Sanità e nelle quali il principe giocava spesso, un affresco con uno scheletro e una clessidra, rappresentanti del tempo e della morte.

“Chissà che non abbia preso spunto da lì mio nonno”, ha detto la De Curtis, lasciando la curiosità su questo affascinante scenario. La presentazione, prima del firma-copie e delle foto scattate come sempre dall’Associazione Click!, si è conclusa con due argomenti che danno la cifra della grandezza di Totò: il suo amore per gli animali e il suo concetto di comico. “Mio nonno amava molto gli animali. Aveva cani, gatti, canarini, pappagalli. I canarini si chiamavano Gennarino e Rosa, li adorava”. E ancora, in merito alla sua carriera, non possono essere dimenticati gli inizi difficili, quando con pochi soldi cercava di sfondare sulla scena artistica: “Dietro ogni risata si cela una lacrima” diceva Totò, ed è un manifesto del suo umorismo. Fra i sogni nel cassetto di Elena De Curtis un museo a Napoli: “Il popolo napoletano ha sempre amato mio nonno, lui ha sempre amato Napoli. Con pazienza e tenacia dobbiamo cercare di realizzare questo museo, per dare uno spazio a Totò nella sua città. Si dicono sempre cose brutte di Napoli, io penso che sia una città ricca e piena di positività”.

Un incontro davvero intenso e interessante, che apre un marzo ricco di appuntamenti alla Mondadori di Genzano: il 15 arriverà Lidia Ravera, il 23 Nadia Cattelani, e altre date si aggiungeranno per il pubblico genzanese.

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