Grottaferrata, presentato il libro “Provincia Italia – Dal Flop della legge Delrio a un vero rioridino degli enti locali”

Pubblicato: Domenica, 03 Febbraio 2019 - redazione politica

GROTTAFERRATA (politica) - L'iniziativa del Circolo 'Idee Comuni' di Fdi con Volpi, Di Mario e Masi

ilmamilio.it

Pomeriggio di approfondimento politico ed amministrativo, a Grottaferrata, presso la Biblioteca Comunale ‘Martellotta’, per la presentazione del libro ‘Provincia Italia’ di Andrea Volpi (consigliere metropolitano di Fratelli d’Italia ed assessore nel Comune di Lanuvio) e del giornalista Daniele Di Mario.

L’incontro è stato organizzato dal Circolo territoriale ‘Idee comuni’ di Fratelli d’Italia e moderato da Simone Coccia.

Il sottotitolo del libro è chiaro: “Dal flop della Legge Delrio e un vero riordino degli Enti locali”. E proprio questo è stato il centro del dibattito in sala.

Andrea Volpi ha sottolineato come le province rappresentassero prima della riforma un anello di congiunzione, la spina dorsale in Italia. Questo fino a quando hanno avuto la potenzialità per farlo su competenze come scuole, strade, servizi sociali, ambiente o sport. Un Ente che ha sempre rappresentato l’istituzione vicina, quella più di prossimità. Con l’introduzione della Delrio, in particolar modo, tale istituzione non ha più campo di azione come prima, ma agisce solo in emergenza, quando il problema si è già creato: ad esempio il tetto di una scuola che perde o una strada profondamente dissestata. Volpi ha poi ribadito un grande aspetto negativo della Riforma. “Gli eletti non sono più decisi dai cittadini – ha detto – io sono stato votato dai dei consiglieri comunali. E’ stato tolto dunque un diritto. Questo ha provocato dei paradossi e delle storture: Guidonia ha 100mla abitati, ad esempio, e non ha consigliere metropolitano”. L'esponente della Giunta Galieti ha fatto quindi emergere anche i vari handicap e la confusione che si sono stratificati negli anni. “Auspico – ha detto - che la provincia riprenda il suo ruolo fondamentale di collegamento tra regione ed enti locali”.

Daniele Di Mario ha parlato della graduale perdita di importanza e di competenza dell’organo provinciale cominciato sin con l’arrivo delle Regioni del 1970. “Io penso che il governo debba porre mano alla materia – ha detto – perché se qualcuno pensava che le Province, attraverso la Delirio, venissero private dei propri compiti e dai finanziamenti è rimasto deluso. Primo perché le funzioni sono rimaste, secondo perché dall’altra parte non ci sono le capacità economiche e questo è un altro problema. Sono stati stanziati dal Governo Conte 400milioni di euro per i comuni sotto i 20 mila abitanti. Sono finanziamenti che vanno da 100mila a 20mila euro. Se un governo stanzia soldi sotto i 20mila lo fa perché i comuni devono svolgere compiti che invece dovrebbero essere svolti dalle province che non possono più farlo per edilizia scolastica o viabilità, ad esempio”. Una serie di contraddizioni e di paradossi che hanno portato i relatori a chiedere un riordino preciso attraverso un recupero certo delle competenze e dei ruoli dei vari enti, proprio al fine di snellire ed aiutare le necessità dei singoli territori.

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Anche l’ex consigliera di Fratelli d’Italia, Moira Masi, ha ribadito la necessità di ridare alle province anche una legittimazione di voto popolare. Ha poi elencato i vari interventi che la Città Metropolitana ha compiuto nel territorio negli ultimi anni, tra cui la riapertura di via Della Rovere , il rifacimento della Via Anagnina nei due sensi, l’impianto di riscaldamento del Liceo Touschek, la prospettiva di realizzazione di spazi didattici.

Il dibattito più in generale si è spostato poi sulle grandi tematiche e politiche nazionali e del lavoro, nonché la necessità di una crescita della classe politica. “Oggi manca la qualità – ha detto Volpi - il requisito del merito e della capacità non sembra più essere più la prima cosa. “Tutta Europa è in crisi – ha detto - ma noi abbiamo anche una crisi politica e istituzionale che non ci aiuta”. Da qui l’appello alla cittadinanza a partecipare di più ai processi democratici e ai problemi delle città.