Movimento 5 stelle, Impedovo: "Uno non vale uno". Critiche e domande. Anche a Dessì

Pubblicato: Giovedì, 03 Gennaio 2019 - redazione politica

impedovo pierluigi ilmamilioMONTE PORZIO CATONE (politica) - L'ex candidato alle elezioni Regionali chiede conto di quanto sta avvenento nel Movimento

ilmamilio.it - nota Facebook

Nota pubblicata sul profilo Facebook dell'ex candidato alle elezioni regionali Pier Luigi Impedovo (Movimento 5 stelle).

"Purtroppo noi elettori e attivisti dei 5 stelle dovremmo fare ammenda. Ammenda per aver creduto che la discesa in campo della Lombardi nel Consiglio Regionale del Lazio avrebbe prodotto dei risultati concreti a vantaggio dei cittadini.

Così non è stato. Anzi, sono stati rinnegati o perlomeno ignorati gli intenti programmatici pre campagna elettorale. In pratica disattese le promesse fatte ai cittadini.

Bcc Castelli Romani Tuscolo

Siamo tutti noi stati degli illusi, ma credo che ormai siamo perfettamente consapevoli di esserlo stati. Sia consci che il sogno di rivoluzione si sia concluso per sempre. In nome del principio della sacra conservazione della poltrona. Che come vedremo a breve verrà consacrato con l’abolizione per sempre dei due mandati.

L’azione politica del Movimento regionale si è di fatto trasformata in un tirare a campare e in un acquiescente sottomissione alle volontà di Zingaretti.

Una finta opposizione contraddistinta dalla paura di perdere la poltrona, come si è visto all’atto della finta sfiducia. Momento in cui i consiglieri al secondo mandato, ma anche quelli al primo, sono stati presi da panico di fine carriera! Tranquillizzati soltanto dalla certezza che la sfiducia numericamente non sarebbe mai passata.

In poltrona veritas!

Il silenzio incontrastato dell’azione politica, anche ammesso dalla stessa Lombardi in un imbarazzante articolo, sta connotando questa legislatura, altro che opposizione.

Ci ricordiamo tutti quando Porrello, appena eletto in Consiglio a Marzo 2018 (al mio posto per soli 14 voti, il Tar non ha voluto riconteggiare le schede ma si è attenuto soltanto ai verbali) ha offerto il braccio, e non solo, in sostegno di Zingaretti. Sperperando la dignità e l’onore che il movimento si era guadagnato nella legislatura precedente.

Di certo tutti ricorderete l’incalzante azione politica della legislatura precedente in ambito sanitario da parte del Movimento, attività prevalentemente da me indirizzata: infinite interrogazioni, mozioni, ordini del giorno, dossier in vari ambiti (ancora consultabili e spacciate per vanto, ma ormai testimonianze del remoto passato!), dagli appalti per servizi sanitari e non sanitari, all’esternalizzazione del servizio 118; dai maxi progetti di investimento ultra dispendioso per adeguamento antisismico del policlinico Umberto I, all’acquisizione dei farmaci in regime di emergenza in assenza di programmazione; dalle richieste di efficienza basate su contabilità analitica e programmazione e controllo al ruolo della Gestione Sanitaria Accentrata relegata a tappabuchi economico finanziario per i dissesti ultra milionari delle aziende; dalle nomine ad personam dei direttori generali e dai fallimentari manager posti a capo di aziende e degli Ipab, all’analisi degli obiettivi assegnati con criteri arbitrari di valutazione e premialità; dall’ordine del giorno approvato sull’efficientamento dei pronto soccorso (totalmente dimenticato e mai attuato) per arrivare alla proposta di legge sulle liste di attesa (assolutamente travisata e non portata avanti, soprattutto per incapacità di comprenderla e volontà di non toccare il sindacato e gli interessi dei medici); dalla presa in carico dei pazienti cronici, ai sistemi di valutazione multidimensionali basati sull’esito delle cure; dalle case della salute fantasma (vecchio tormentone barillariano ormai abbandonato), ai medici di medicina generale inutilizzati e posti a presidiare (strapagati) cattedrali nel deserto; per arrivare agli accreditati da controllare con sistemi di oggettiva valutazione e alla necessità di accreditare finalmente il sistema pubblico con requisiti moderni di efficientamento di processo. E così via.

petra frascati 1809Insomma una somma di atti concreti e preziosi che si sono trasformati spesso in pubblicazioni riconosciute dalla comunità scientifica.

Oggi cosa resta di tutto questo?

Nulla.

La sanità è tornata totalmente in mano a Zingaretti e il conducente non deve né può essere disturbato. L’opposizione tace, ma il silenzio è assordante. Per non dire vergognoso.

Il cittadino è stato tradito, così come il programma regionale dei 5 Stelle.

Qualcuno di voi elettori ne ha chiesto conto?
Che fine ha fatto il programma? Qualcuno se lo ricorda?

Sì, qualcosa i consiglieri 5 stelle hanno fatto: Barillari, per esempio, i giorni successivi alle elezioni ha ritirato in ballo l’Azienda Zero (pensate che ha fatto in modo che io non possa più neanche leggere i suoi post su FB per il grande timore di essere contestato nelle banalità e contraddizioni che partorisce!). Azienda Zero in auge, come se fosse la panacea dei mali della sanità. L’azienda dei consulenti in pratica.

Azienda che era stata già bocciata fermamente durante la redazione del programma 5 stelle in quanto GSA e le direzioni regionali, se funzionanti, avrebbero avuto tutti i mezzi per implementare un decoroso e funzionale sistema di programmazione e controllo.
E cosa fanno in consiglieri 5 stelle? Bocciano con un emendamento, e si vantano di aver scongiurato un pericolo, proprio l’Azienda Zero, questa volta però proposta da Zingaretti. Esilarante opposizione e capacità di essere fedeli al programma presentato prima delle elezioni o alle posizioni opposte successive alle elezioni!

Oggi presso il gruppo consiliare non esiste più la Task Force Sanità. Professionalità e competenza? Fuori, non servono più. Meglio approssimazione e tirare a campare, la politica non si fa con la competenza, ma semmai con il compromesso.

La Task Force Sanità era elemento di disturbo troppo forte per Zingaretti. Ma anche per i consiglieri 5 stelle, troppo spaventati dalla competenza. Soprattutto se uno dei due consulenti (me medesimo nello specifico) ha avuto l’ardire di candidarsi a consigliere mettendo a serio rischio la poltrona (e le nomine in commissione) dei consiglieri uscenti.

Come ho titolato questo post, UNO NON VALE UNO.

carne fresca

Non vale uno in quanto non avrei mai offerto il braccio a Zingaretti dopo aver fatto 5 anni di incalzante opposizione.

Uno non vale uno in quanto avrei tenuto fede al programma, quindi alle promesse fatte ai cittadini, cercando di non abbandonare la sanità laziale nelle mani delle esternalizzazioni e privatizzazioni sempre più onerose e incalzanti.

Uno non vale uno in quanto non avrei abbandonato quei cittadini fragili, non autosufficienti e cronici che rappresentano la parte nevralgica del fabbisogno di salute, e che nel futuro diventeranno esponenzialmente sempre più numerosi.

Uno non vale uno in quanto avrei fatto luce sulle nomine a pioggia pre-elettorali, da intendersi come vecchio sistema di voto di scambio, che sono costate milioni di euro e non hanno comportato una sola azione a vantaggio delle prese in carico di coloro, che sempre più spesso sono abbandonati a loro stessi, rinunciano alle cure e sono relegati ai margini di un servizio che dovrebbe essere universalmente esteso.

Come se non bastasse, qualche mese fa Emanuele Dessì si è permesso di accusarmi di aver bramato solo la poltrona, di oltraggiare l’idea stessa dell’uno vale uno, spendendo parole di felicità per la riconferma di Porrello e dello scampato pericolo di una mia elezione in sua vece, a seguito della bocciatura del Tar del mio ricorso. Auspicandosi che io non venga mai più ricandidato.

LEGGI Dessì (M5S): "Buon lavoro a Devid Porrello, molto bene per la sentenza del Tar"

Ebbene, al signor Dessì, senatore con poco più di 200 clic, chiedo:

è vero o non è vero che nella provincia Romana la selezione dei candidati sia stata condotta con metodi da vecchia democrazia cristiana?

E’ vero o non è vero che sono stato osteggiato in tutti modi durante la campagna elettorale da coloro che avrebbero dovuto avere comportamento di assoluta imparzialità ma che invece hanno agito pesantemente a favore di candidati a loro graditi (si veda evento di Marino organizzato appositamente in simultanea, su medesima tematica e in medesimo orario, a quello in cui ero presente come relatore)?

E’ vero o non è vero che tali candidati graditi sono stati appoggiati indiscriminatamente al di fuori dei principi di imparzialità tanto millantati dal Movimento mediante una specie di legge del terrore a discapito dei referenti territoriali dissenzienti?

E’ vero o non è vero che sono stato diffamato ingiustamente da coloro che per farlo avevano certamente interesse personale legato alla riconferma della carica?

E’ vero o non è vero che coloro che hanno osato criticare il sistema a forma di cupola sono stati immediatamente e immotivatamente rimossi dal ruolo di referente territoriale?

E’ vero o non è vero che alcuni territori che non si sono assoggettati completamente al sistema di controllo messo in atto centralmente sono stati addirittura privati dei mezzi di comunicazione atti a favorire la campagna elettorale stessa (per esempio manifesti non inviati, portavoce non inviati a presenziare eventi, negazione di eventi stessi)?

E’ vero o non è vero che tutto era stato preordinato a tavolino molti mesi prima (dichiarazione e ammissione esplicita in un incontro a Frascati nell’estate del 2017), ovvero che era stato deciso a monte senza trasparente e democratica partecipazione diretta (tanto cara al movimento) chi avrebbe dovuto e chi non avrebbe dovuto essere eletto?

E’ vero o non è vero che il tanto democratico sistema della candidatura mediante piattaforma Rousseau sia nella realtà un sistema assimilabile alla compravendita delle tessere elettorali che più modernamente e tecnologicamente si sono trasformate in mercimonio e controllo dei clic?

E’ vero o non è vero che molti candidati che si sono presentati alle elezioni non sono stati ammessi sul portale, pur avendo avuto tutti i requisiti, in quanto poco graditi ai delegati (da chi?) al controllo e per di più senza che sia stata successivamente fornita loro alcuna motivazione ufficiale (alla faccia della trasparenza) per la loro esclusione?

Cosa resta ormai del Movimento originario quando le teste pensanti vengono epurate e si mantengono soltanto gli obbedienti (spesso incapaci) portatori d’acqua con le orecchie, quando il dissenso critico diventa pericolo per la poltrona di chi la possiede, quando gli ideali a favore di chi resta indietro diventano a favore di chi sta avanti, o nello specifico sulle poltrone, quando i principi di trasparenza cadono sotto il veto e l’approvazione dei pochi, quando i sindaci pretendono di estendere il proprio potere e la propria rete di interessi localistici anche nelle istituzioni regionali e nazionali a discapito di chi in queste istituzioni avrebbe fatto con vera professionalità interessi universalmente estesi a tutti?

Invece di essere personalmente ringraziato, non solo per l’attività professionale qualitativamente alta svolta negli anni (di cui qualcuno ancora impropriamente e inopportunamente si vanta), ma anche in quanto primo dei non eletti e portatore di tanti e tanti voti che mai sarebbero stati indirizzati ai 5 Stelle se non vi fosse stata una mia credibilità personale, sono stato accusato di essere interessato alla poltrona.

Non accusato, o meglio elogiato, di essere coerente e fedele ai principi originari. Assolutamente coerente e non corruttibile. Coerente con quanto fatto (tutto documentabile) negli anni della precedente legislatura. Oggi ormai dimenticata, malgrado rappresentativa della più bella politica!

magico natale2018Ebbene, ormai credo che sia sotto gli occhi di tutti l’inizio di un declino. Prima di tutto morale e successivamente elettorale del movimento.

Il movimento si sta ormai trasformando in una macchina per la conservazione del potere e della poltrona, come era ovvio che fosse. Perché la natura umana è poco propensa nel preservare nel tempo i principi rivoluzionari di uguaglianza ed estensione dei diritti universali più importanti. Tutto si normalizza con il tempo e l’uomo, anche quello rivoluzionario (nel nostro caso il vecchio attivista), viene fuori con le proprie piccolezze e ambizioni personali.

Ambizioni sempre più contrastanti con quelle rivoluzionarie idee che sono servite a far decollare quello che è diventato un partito, con la conferma ormai evidente che i primi ad essere saliti sul carro sono anche coloro che cercheranno di non scendervi mai più. Costi quel che costi. Costi la fine di un sogno, caro Beppe Grillo.

Qualora qualcuno degli “illuminati” sopra citati volesse avere un confronto pubblico, magari in Streaming, al fine di chiarire quanto da me affermato io sono pronto, aspetto fiducioso".