Marino, lo scrittore Onofrio fa il bilancio del primo Premio Sandro Sciotti

Pubblicato: Giovedì, 27 Dicembre 2018 - Luca Priori

premio sciotti 2018 ilmamilioMARINO (eventi) - Nei giorni scorsi la cerimonia di premiazione

ilmamilio.it

Si è svolta nei giorni scorsi l’edizione inaugurale del Premio “Sandro Sciotti”. Attraverso l’iniziativa è stata ricordato il coraggio del Vice Brigadiere Sandro Sciotti, medaglia d’oro al valor militare alla memoria, scomparso tragicamente nell’estate del 2002. Ilmamilio.it ha intervistato uno degli ideatori, nonché membro della giuria, lo scrittore Marco Onofrio

Esperimento riuscito in termini di partecipazione e qualità degli scritti pervenuti?

Direi di sì. Nutrita e geograficamente estesa la partecipazione (dalla Sicilia alla Valle d’Aosta, molte le regioni rappresentate) e nel complesso buona la qualità degli scritti pervenuti. Esperimento riuscito, dunque, tenendo conto che si trattava della prima edizione (una specie di “numero zero”) e che la notizia e la diffusione del Premio – continuando ad organizzarlo con lo stesso impegno profuso, anzi aumentandolo – sono destinate inevitabilmente a crescere”. 

Può raccontare la sua personale esperienza del Premio?

“L’assessore alla cultura – nonché Vicesindaco – di Marino, Paola Tiberi, mi ha chiesto di aiutare il Comune a organizzare questa prima edizione. Ho cercato di mettere a disposizione la mia esperienza di scrittore e giurato in altri premi nazionali, sia per la stesura del  Disciplinare del Premio, dando consigli laddove necessario, sia nell’organizzazione della Giuria, coinvolgendo amici e colleghi scrittori come il Presidente Dante Maffìa, candidato al Premio Nobel per la Letteratura, e Gianni Maritati, capostruttura Rai del TG1. Ai quali, oltre me, si sono aggiunti: il M° Massimo Martinelli, direttore della Banda dei Carabinieri; Patrizia Manoni, educatrice e dirigente scolastico delll’Istituto “Maestre Pie Venerini” di Marino, dove mia figlia Valentina frequenta la quarta elementare; e la criminologa Angela Tibullo, noto volto televisivo della Rai. Poi però, ai primi di luglio, la Tibullo è stata inopinatamente arrestata (è tuttora ai domiciliari) per una brutta storia di presunto coinvolgimento mafioso. C’è stato subito chi, scioccamente, ha colto l’occasione per una strumentalizzazione politica della notizia, ma a nulla sono valsi i tentativi di gettare fango sul Premio. La Tibullo, che – sia pur presunta innocente – a quel punto si rendeva incompatibile con un Premio dedicato alla Legalità, è stata degnamente sostituita dalla psicologa e criminologa Nicolina Cianci. La Giuria si è riunita il 4 dicembre e, su base di votazione decimale, ha stabilito vincitori e finalisti per le due categorie dell’Edito e dell’Inedito. La Cerimonia di Premiazione si è svolta dieci giorni fa, in un clima di cordialità e di emozione, presso la Sala Consiliare del Comune di Marino”.     

 carne fresca

Un commento sui vincitori delle diverse categorie?

“La categoria dell’Edito è stata vinta da Sabino Caronia, scrittore e critico letterario romano, con l’intenso romanzo “La consolazione della sera” (Schena Editore), dove in poco più di 100 pagine si condensano – attraverso una lettura originale della vita e dell’opera di Franz Kafka – significati essenziali non solo per la scrittura letteraria, ma per la Cultura in genere e l’etica profonda di ogni civiltà. La categoria dell’Inedito è stata vinta da Marco Prati di Cesena (la città natale di Sandro Sciotti!) con il racconto “Gli occhi di Hans”, per cui ho avuto l’onore e il piacere di scrivere la seguente “Motivazione del Premio”, da me letta durante la Premiazione: «La vita quotidiana di una ragazzina ebrea di Roma esce sconvolta dall’incontro con la Storia: Teresa viene deportata ad Auschwitz dopo la retata del 16 ottobre ’43. Da quel momento è l’Orrore, da cui Teresa riesce lungamente a salvarsi grazie all’amore per un ragazzo olandese incontrato nel lager: Hans è “alto e bello, con in testa una cascata di riccioli biondi” ma soprattutto con gli occhi azzurri come un mare d’agosto dai riflessi dorati. Quello sguardo indimenticabile diventa, agli occhi innamorati di Teresa, l’unico faro per sopravvivere all’inferno. I due ragazzi si proteggono teneramente.

Teresa sfida la falsa legalità statuita dai regolamenti disumani del lager e ruba del cibo dal magazzino delle vettovaglie, rischiando la vita per salvare Hans dal deperimento. Hans, a sua volta, offre la propria per salvare Teresa da morte certa, dopo che la scoperta degli ammanchi esige un colpevole e una pena. Racconto splendido per capacità evocativa di mondi e atmosfere storiche, dalla cui filigrana emergono emozioni e valori universali, di abissale profondità, “Gli occhi di Hans” si legge come un romanzo: pur magistralmente intessuto nella misura breve del racconto, ha del romanzo la capacità di incastonare i destini ad una trama superiore che li ingloba ma che sa raggrumare in sintesi emblematiche, prossime alla poesia, da cui l’anima del lettore è sorpresa proprio mentre la narrazione lo avvince ai fatti, consentendogli già di “vedere” il film bellissimo e struggente che se ne potrebbe ricavare».

petra frascati 1809

Andando oltre l’aspetto prettamente letterario, fra gli obiettivi principali del Premio c’era quello di far vivere il ricordo del Vicebrigadiere Sciotti. Pensa che questo nobilissimo obiettivo sia stato raggiunto?

Penso proprio di sì. Il gesto eroico di Sandro Sciotti potrà non solo eternarsi in tutti coloro che, venendo a conoscenza del Premio, vorranno parteciparvi e divulgarlo a loro volta, ma anche e soprattutto chiamare a raccolta – fungendo da esempio e da stimolo – le forze sane di questo Paese intorno a un discorso intergenerazionale di Etica e di Legalità. Devo dire che tutta la Giuria è rimasta colpita e commossa dalla passione civile che, rivelando il volto poco strombazzato dell'Italia, quello ancora pulito, i partecipanti hanno infuso nei loro racconti, al di là dell’oggettivo valore letterario”.

In un panorama letterario dove di fatto regna sovrana la stagnazione, i premi letterari quanto possono indurre persone nuove ad avvicinarsi alla letteratura?

Molto! Non solo perché per partecipare a un Premio spesso ci si ritrova a scrivere ex novo, qualcosa che magari senza quell’invito non avrebbe mai visto la luce, ma anche perché un Premio – purché onesto e non legato a logiche di potere, come è nel caso del Premio “Sciotti” – può servire agli autori per mettersi alla prova, uscire dall’anonimato, ottenere giuste gratificazioni al proprio impegno”.

Secondo Lei ci sarà un futuro per il Premio Sciotti?

Il sindaco di Marino, Carlo Colizza, ha ufficialmente annunciato il proseguo dell’avventura. Ma anche senza la sua comunicazione, espressa nel corso della cerimonia del 15 dicembre u. s., è il successo globalmente ottenuto dalla prima edizione a convalidare ottimi auspici per il futuro del Premio. Ad maiora!”.  

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