Offese ed insulti su Facebook, il caso di Pontecorvo ed i "crimini informatici"

Pubblicato: Venerdì, 07 Dicembre 2018 - redazione attualità

fb giustiziaFRASCATI (attualità) - Un utente nel frusinate nei guai per aver insultato sul social sindaco ed assessore. La sentenza della Corte di cassazione del 2015 parla molto chiaro

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Qualche volta capita che - fortunatamente - si arrivi fino in fondo e che per il reato di "crimini informatici", comulativo di più azioni delittuose, alla fine qualcuno possa pagare.

Uno degli ultimi casi è quello che sta avvenendo a Pontecorvo, in provincia di Frosinone dove un utente Facebook aveva insultato pesantemente il sindaco Anselmo Rotondo ed un suo assessore. I quali, giustamente, avevano deciso di non ingoiare il rospo e di rivolgersi all'autorità giudiziaria.

L'inchiesta è andata avanti ed ora si è giunti alla chiusura delle indagini. Spetterà insomma al giudice decidere.

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sfaccendati 18 11 29Di fatto, per quanto tantissimi leoni di tastiera nostrani e seminatori d'odio lo ignorino, con sentenza n. 24431/2015 la Corte di cassazione ha stabilito che "postare un commento offensivo sulla bacheca di Facebook integra il reato di diffamazione a mezzo stampa. Il giudice di legittimità ha stabilito che inserire un commento su una bacheca di un social network significa dare al suddetto messaggio una diffusione che potenzialmente ha la capacità di raggiungere un numero indeterminato di persone sostiene ancora la Cassazione sicché, laddove questo sia offensivo, deve ritenersi integratala fattispecie aggravata del reato di diffamazione".

Insomma: sputare fango, insultare, diffamare ed aggredire personalmente su Facebook configura il medesimo reato di quanto previsto dalla legge sulla Stampa.

Era ora, viene da aggiungere. E sarebbe ora che qualcuno lo capisse molto bene.

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