Ludovica Di Francesco, quel sogno Miss Italia con Amatrice nel cuore

Pubblicato: Lunedì, 14 Agosto 2017 - Marzia Mancini

diFrancesco ludovicaROMA (bellezza) - La 18enne è una delle sopravvissute del sisma del 24 agosto. "Quelle urla ti restano dentro per sempre"

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Ludovica Di Francesco, vive ed nata a Roma il 6 gennaio del 1999 (18 anni), segno zodiacale capricorno, alta 1,78, taglia 40, capelli e occhi castani, è una delle concorrenti di Miss Italia 2017.

Il suo cuore e le sue origini appartengono alla città di Amatrice luogo in cui, prima della catastrofe del terremoto, Ludovica trascorreva tutte le sue estati conoscendo proprio lì la sua passione per la passerella.

A quasi un anno dal tragico sisma del 24 agosto 2016, la candidata Miss ci racconta la sua commovente storia.

Ciao Ludovica, cosa fai nella vita?

Ho appena conseguito il diploma di liceo scientifico, ora mi sono iscritta alla facoltà di Medicina e Scienze dell'Alimentazione ma il mio desiderio è sempre stato quello di fare la pediatra o la giornalista.

Due mie passioni sono scrivere e leggere, recentemente ho scritto un racconto autobiografico.

Inoltre tengo molto allo sport e gioco a pallavolo a livello agonistico da tanti anni, quest’ anno la mia squadra ed io abbiamo gareggiato in serie C e avendo vinto il campionato siamo state promosse in serie B2, posso dire fermamente che la pallavolo è una delle mie più grandi motivazioni.

Hai un sogno nel cassetto?

Sogno di diventare un'indossatrice e chi lo sa… Magari di vincere Miss Italia.

So che vuoi partecipare a Miss Italia per portare in alto il nome di Amatrice, spiegaci cosa significa per te.

Con Amatrice ho un forte legame di sangue, non perché ci vivo ma perché ci trascorrevo tutte le estati e qualsiasi giorno di vacanza durante l'anno, i miei nonni e la maggior parte dei parenti sono nati e vivevano lì.

Proprio ad Amatrice, a soli 13 anni, inizia la mia passione per la moda e le sfilate, partecipavo ogni anno alla sfilata del negozio più conosciuto del posto, Si Moda, mi piaceva sempre di più fino a che ho sentito il desiderio di partecipare al concorso di bellezza più ambito dalle ragazze italiane. 

Partecipo a Miss Italia in onore della mia città del cuore, mi ha donato un sogno e una passione e ora che tutto è ridotto a macerie, sento il dovere morale di gareggiare per dare una speranza a questa città.

Come hai vissuto la catastrofe del terremoto, che ricordi hai?

Quello che ho vissuto la notte del 24 agosto 2016 è stato surreale.

Abbiamo varie case nel paese a due minuti da Amatrice e quella sera tornavo dal solito incontro con i miei amici. Sembrava una notte come le altre, non tirava un filo di vento e il cielo beffardo era limpido.

Ero sveglia nel mio letto quando sentii il boato. Quel momento non è minimamente descrivibile, nei primi secondi non realizzi, senti un rumore assordante, un tremore che ti smuove in profondità, ti senti sballottolare nel letto a destra e sinistra senza sosta, ti crollano intonaco e pezzi di muro addosso, sei totalmente impotente, vittima di un mostro che ti coglie quando meno te lo aspetti.

Urlai per prima in casa quella parola che ad oggi fatico solo a pensare: Terremoto!!! Poi sentii crollare qualsiasi oggetto e mobile e dopo un'attesa interminabile in cui mi nascosi sotto il letto, corsi nelle altre stanze a vedere come stavano i miei familiari. Sempre in pochi secondi afferrai i primi vestiti che trovai nell' armadio caduto e presi il telefono, dopodiché scappammo da casa. La vista aldilà della porta era straziante, non c’era più mezzo muro in piedi, era la devastazione totale. 

Andammo nella piazza insieme agli altri sopravvissuti al disastro, erano le 3:40 quindi faceva freddo, ci mettemmo per terra con alcune coperte ad aspettare, quelle ore mi sembrarono un’eternità, tra la puzza di gas e i pianti straziati di mia zia che aveva saputo della condizione di Amatrice, dove appunto vivevano gli altri nostri familiari.

Hai perso delle persone care in questa tragedia?

"Amatrice non c'è più" diceva la bocca incredula di una delle mie zie e pochi minuti dopo le dissero della morte atroce del fratello Gecco, della moglie Anna e di mia cugina Ilaria.

Questi sono solo tre nomi di tutte le persone che conoscevo che ad oggi non ci sono più, per questo vivo in uno stato che definisco surreale. È atroce pensare che la sera prima stavo festeggiando con Ilaria durante la festa del paese e il terremoto di quella maledetta notte del 24 me l'ha portata via.

Penso che il momento più straziante che mi rimarrà impresso per il resto della vita sia stata proprio la chiamata di Amalia, la sorella di Gecco, alla madre Vanda, in cui non so con quali parole era riuscita a dire alla madre che i corpi del figlio e della nipote giacevano davanti a lei. Quelle urla disumane ti rimangono dentro

Ad oggi com'è la situazione ad Amatrice?

Le condizioni sono leggermente migliorate, hanno spostato la città più in alto rispetto al corso dove sorgeva prima, hanno creato un centro commerciale, un'area food e delle casette per i residenti ma sono molto lenti nella distribuzione, per il resto le macerie si trovano ancora sul corso.

diFrancesco ludovica1Cosa diresti alle istituzioni in merito?

Direi che a distanza di un anno potevano fare di più, ad oggi sono davvero poche le persone che possono rimanere a dormire là, noi per ora ci limitiamo ad andare e tornare in una giornata perché non ci è rimasto niente e quelle poche case rimaste in piedi non sono minimamente agibili.

I lavori di ricostruzione sono lenti e se ciò potrebbe essere giustificabile non lo è il fatto che anche nei singoli paesi tutte le macerie siano rimaste nello stesso posto dalla notte del 24.  

Come si trova la forza di rialzarsi in certe circostanze?

Quando la terra suona questa sua ninna nanna macabra, capisci di non essere nulla di fronte alla forza della natura perché in un niente arriva un soffio di vento che fa crollare il tuo castello di sabbia che avevi impiegato tanto tempo a costruire ma ovviamente si deve andare avanti anche per quelli che purtroppo non ce l'hanno fatta, non nego di essere stata molto fortunata, Dio ha salvato me e la mia famiglia o forse era il destino che voleva così, non potrò mai saperlo ma se ora piano piano sto metabolizzando è perché sono una "sopravvissuta" al disastro e ancora non me ne capacito.

Solo il tempo curerà le nostre ferite e ci farà tornare alla vita normale. E’ un anno che mi sveglio tutte le notti sognando quel movimento sinistro sotto di me che muove tutto il letto. L'unico modo per andare avanti è ricordarti delle cose che contano nella vita come la solidarietà tra le persone, aiutarsi a vicenda quella notte è servito a salvare alcuni di noi, e l'amore incondizionato della famiglia e delle persone che ti amano e che condividono con te un dolore immenso. La vita potrà metterci alla prova molte volte, facendoci crollare e cadere con i suoi ostacoli ma nonostante tutto ci troverà pronti a rialzarci, sempre.

Se dovessi vincere Miss Italia a chi dedicheresti la tua vittoria?

Dedicherei la vittoria a mia cugina Ilaria, le ho confidato un segreto la sera prima che morisse e anche lei mi ha espresso un desiderio che aveva per la sua vita, spero di poterlo realizzare per lei. 

Anche nella tragedia, spesso c’è un’energia che riesce ad emergere nonostante tutto, in questo senso cos'è per te la bellezza?

In questo dramma è emersa la bellezza dei rapporti umani, sembra banale ma l'aiuto reciproco, l'empatia, l'amicizia e l'amore possono aiutare una persona e farla sentire bene con gli altri e con se stessa, questi sentimenti ci salvano.

Chiudo con una frase che ormai mi sta a cuore... Se niente può salvarci dalla morte che almeno l'amore ci salvi dalla vita.