‘Re Gino’, morto il gatto simbolo di San Giovanni in Persiceto. Quando un animale diventa veicolo di unione. Come il mitico ‘Tocco’

Pubblicato: Domenica, 18 Novembre 2018 - Fabrizio Giusti

La vicenda ricorda la storia dell’amatissimo cane di Monte Porzio Catone a cui fu dedicata una statua in piazza

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“Re Gino”, a San Giovanni in Persiceto, provincia di Bologna, era diventato una star di Facebook e di Instagram. Migliaia di like, migliaia di follower. Il nome di San Giovanni in Persiceto, grazie alla sua notorietà, era balzato oltre il confine. Il felino, nove anni, è stato rivenuto cadavere nella giornata di sabato, forse investito nella notte.

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Immediatamente un’ondata di cordoglio ha invaso il web e i persicetani hanno avuto una reazione di reale commozione per la perdita di questo che era considerato ormai un simbolo di unione e di comunità, un valore che faceva sorridere e metteva in relazione e condivisione tante persone.

Anche l’amministrazione comunale ha dedicato a Gino un commosso saluto attraverso i mezzi social. Il gatto in Comune era uno di casa. Era stato nominato persino 'Assessore al Benessere animale' con una poltrona tutta sua. Poi era stato eletto addirittura Re. La sua scomparsa è stata come quella di una grande autorità. Molti utenti hanno scritto parole commosse per la sua scomparsa e hanno immaginato più vuota San Giovanni in Persiceto, più vuoti i suoi portici, i negozi dentro i quali questo animale rossiccio andava. Una mascotte, un rappresentante in piena regola del paese intero. Basta leggere le parole del gruppo che radunava i suoi ammiratori, “Gino for president”, per rendersene conto. Su di lui è stato edito un calendario dall’Enpa che è arrivato fino a Singapore. Ora sono in tanti a chiedere che gli venga dedicata una statua come si fa per i grandi ‘regnanti’ e come fa un popolo riconoscente.

Fernando Pessoa scrisse: “Gatto che giochi per via/ come se fosse il tuo letto,/ invidio la sorte che è tua,/ ché neppur sorte si chiama./ Buon servo di leggi fatali/ che reggono i sassi e le genti,/ hai istinti generali,/ senti solo quel che senti;/ sei felice perché sei come sei,/ il tuo nulla è tutto tuo./ Io mi vedo e non mi ho,/ mi conosco, e non sono io”.

Un animale, se amato, se benvoluto e rispettato, può diventare anche una sorta di sentimento aggiunto, specie quando diventa patrimonio riconosciuto, simpatia profonda ed amorevole da parte di chi lo incontra in una piccola città o in quartiere. Gino aveva una ‘famiglia’ sua, ma era di tutti. Nei Castelli Romani, tornando nella nostra area geografica, sappiamo quanto tutto ciò possa essere vero.

Basti ricordare la storia di ‘Tocco’, un cane vissuto tra il 1984 e il 1999, a Monte Porzio Catone. Un amatissimo meticcio coccolato da grandi e piccini. Anche lui, in epoche diverse, quando ancora internet non era diffuso e non esistevano smartphone o tablet, conquistò le pagine dei giornali nazionali. Andava a messa, alle celebrazioni pubbliche, non si perdeva un funerale. Oggi un monumento di bronzo lo ricorda in piazza. Per rammentare quanto può essere utile agli uomini il valore di un amico a quattro zampe.

(foto tratta dal Gruppo Facebook "Gino for President Fans Club")