Dessì: "Ad Anzio ennesima storia di degrado e povertà: non possiamo voltarci dall'altra parte"

Pubblicato: Giovedì, 15 Novembre 2018 - redazione politica

ANZIO (politica) - Il senatore 5 stelle sulla drammatica vicenda di Lavinio dove la morte di un 69enne ha fatto emergere una vicenda di assoluto abbandono familiare

ilmamilio.it - nota stampa

“E’ una storia di poveri invisibili, l’ennesima, drammatica, di fronte alla quale non possiamo più voltarci dall’altra parte. Una storia, quella di Lavinio, che richiama ad una assunzione di responsabilità tutte le istituzioni, dalla scuola, ai servizi sociali, dal Comune fino al Governo che pure in questi mesi ha gettato le basi per tentare recuperare il tempo perduto”.
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E’ questo il commento del senatore 5 stelle Emanuele Dessì di fronte ai fatti di Anzio dove la drammatica morte di un 69enne ha portato la polizia locale a scoprire il raccapricciante contesto di povertà, degrado e segregazione nella quale vivevano la 35enne moglie dell’uomo e i 4 figli, tutti di età compresa tra i 7 e i 9 anni. Una famiglia che da poco più di un anno si era trasferita, proveniente dalla provincia di Torino, sul litorale romano. Una famiglia praticamente invisibile a tutti.

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“Questa drammatica vicenda – prosegue il senatore – impone l’urgenza di riscoprire e tutelare le fasce più povere e disagiate della popolazione, dando strumenti agli enti locali per poter intervenire. Il decreto Dignità, le norme per la tutela dello stato sociale, lavorano in questa direzione ma c’è tanto da fare. La famiglia che viveva nel più completo degrado, abbandono e disinteresse mette a nudo le sacche di povertà che si annidano nelle nostre città così come nei piccoli centri, distanti da tutto: tutti coloro che dovrebbero tutelare queste persone, queste situazioni, che purtroppo sono all’odine del giorno, hanno il dovere di occuparsene pur sostenuti da strumenti adeguati. Il governo e la sua maggioranza, con il reddito di cittadinanza e le nuove pensioni minime, hanno messo in campo le prime misure che vanno nella direzione del sostegno a chi è rimasto, economicamente, indietro. Una cosa deve essere chiara: i bambini, i minori, non possono pagare per la povertà, economica e spesso culturale, dei propri genitori e la società non può disinteressarsi di questi suoi figli”.
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