Grottaferrata, 'veleni' e problemi nella politica che conta sempre meno

Pubblicato: Venerdì, 19 Ottobre 2018 - redazione politica

GROTTAFERRATA (attualità) – Il silenzio appare più importante della discussione

ilmamilio.it

Grottaferrata è diventata una cittadina politicamente piatta. Politica, in senso alto, se n’è fatta sempre poca e ridotta a pochi volenterosi. Il modo in cui sono cresciuti a dismisura i problemi del paese, in particolar modo quelli urbanistici, ne è un esempio. Parole tante e fatti pochi. Da tanti anni.

Ogni Giunta degli ultimi venti anni può annoverare a sé una colpa che ha contribuito a dilaniare i quartieri e a renderli più invivibili, lasciando poche tracce di qualità. Ci sono problemi in questa comunità che si trascinano da tempo immemorabile. Alcune esempi: il traffico, il mercato coperto vecchio e quello nuovo, l’ex Traiano, il Pua, il Prg, il commercio. La politica? La politica ha deciso di non influire più. Le uniche discussioni avvengono in consiglio comunale dove i cittadini presenti sono una ventina e chi guarda le dirette streaming ancora meno. Ormai è diventata una discussione tra addetti ai lavori. Quando è così si rimane tra pochi, tra gente che non si ‘mozzica’ mai. Quando è tra pochi finisce che il paese non sa, va per sentito dire, si disinteressa e al dunque ecco che i problemi non vengono risolti. Manifesti, volantini, banchetti? Chi li ha visti? Le pagine social di liste civiche e consiglieri? A parte Lega, Città al Governo, M5S e un paio di membri di maggioranza si preferisce parlare di politica nazionale o di massimi sistemi: scelte singolari.

Intanto in città...

Prendi ad esempio Pratone. Si sono lasciate andare le cose. Ora è un quartiere periferico con un traffico destinato ad aumentare se non si metterà freno alle edificazioni che prevedono tanti altri abitanti in più. Il Prg agevola la prassi, la Delibera 43 comincia a mettere in pratica i suoi propositi senza infrastrutture, a meno che non vada in porto il completamento del Nodo di Squarciarelli e tutta una serie di operazioni per la circolazione che chissà quando potranno essere applicate. E’ il risultato di anni di approssimazione, di scelte che non si riescono a fare, di attese infinite.

Prendi ad esempio lo Sprar. A un anno dalla prima delibera neanche un’assemblea pubblica, pure piccina piccina, per spiegare cosa si intendeva fare. Consiglieri comunali di maggioranza muti, consiglieri di minoranza in parte a difesa del progetto, mentre quelli contrari hanno smesso di esternare. La Lega, fuori del Palazzo, l’unica a tirare bordate. Di qua solo l’Assessore Rocci a prenderle e darle (viva il coraggio). Quasi 365 giorni per andare ad un bando di co-progettazione. La città ne sa appena qualcosa, cioè giusto quello che serve per non capirci nulla. E’ normale?

Prendi ad esempio Via Matteotti: viene cambiato il senso di direzione di marcia senza comunicazioni con venti firme di residenti, poi ci si incastra in sperimentazioni mai attuate, ripensamenti, ri-progettazioni, ribellioni di singoli consiglieri di maggioranza. Ora pare si attende il parere della Polizia Locale, sempre senza passare mai dai cittadini. Uno spettacolo.

Prendi ad esempio le strisce blu. Paff: aumentano di numero. Nessuna comunicazione istituzionale a proposito. Neanche per dire che esisteva una precedente delibera del commissario, neppure per dire cosa si farà o rassicurare i residenti. Forze politiche tutte in silenzio sull’argomento mentre in città girano polemiche e ironie, rafforzando il concetto che per qualcuno all’opposizione è meglio non disturbare il ‘manovratore’.

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Si potrebbe prendere in considerazione anche il Prg, ma è meglio di no: 50 anni di invecchiamento bastano. I danni sono evidenti.

In un contesto così è normale che la politica perda di credibilità. I coraggiosissimi (eufemismo) che si nascondono dietro un dito (gli autori dei volantini anonimi) possono divertirsi allora a tirare fango. Così i ‘veleni’ di questa scia colpiscono tutto e il contrario di tutto: affermano che tutta l’opposizione tiene in piedi la Giunta per convenienze molteplici, oppure ispirano la teoria inversa, cioè che è la maggioranza ad avere le sue faide interne tra intrighi di palazzo inenarrabili. Nel casino ogni concetto può diventare vero. Poi il giochino riprende contro quell’associazione, quel privato che organizza la festa scatenando l’invidia di qualche commerciante del centro e di qualche politico, oppure per parlare del Comune che delega ad altri persino il divertimento.

carne fresca

I disagi e il veleno acuiscono una realtà: ovvero il disinteresse generale sulle varie crisi. Meglio scansarsi, in fin dei conti. Pratone, il Prg, l’Ex Traiano, le feste, la vita sociale, i parcheggi, i conflitti di interesse presunti o ingigantiti dalla millanteria, le trame o il semplice confronto sui temi non esistono più. The End.

Intanto Grottaferrata rimane così com’è, sopratutto nei suoi aspetti critici. La politica conta sempre meno. Chi prova a farla rimane isolato o quasi fuori o dentro il consiglio. Esistono solo gli spunti individuali, le ‘prime donne’, gli autoreferenziati un po' malati di visibilità che ogni tanto, di qua e di là del fronte,  sparano annunci, critiche o si dimenano in proteste.

Tanto ha vinto l’altra roba che gira tutta intorno a queste cose.

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