Paolo VI e Oscar Romero sono Santi. Il Papa coraggioso ed il vescovo martire che abbracciava gli ultimi

Pubblicato: Domenica, 14 Ottobre 2018 - Fabrizio Giusti

ROMA (attualità) – Due figure importanti non solo per la Chiesa, ma anche per l’umanità

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Oltre quaranta anni dopo la sua morte, avvenuta nella residenza estiva dei Castelli Romani, Castel Gandolfo, nell’agosto 1978, Giovanni Battista Montini, Papa Paolo VI, è stato proclamato santo da Papa Francesco. La cerimonia è avvenuta oggi in Piazza San Pietro, nel corso di un Sinodo dei vescovi. Paolo VI per anni, è ha subito una sorta di rimozione parziale, schiacciato tra le figure del predecessore Roncalli e dai suoi successori, Paolo Giovanni I, il Pontefice di soli 33 giorni (Leggi: Una folata di vento nel cuore dell’umanità: Papa Giovanni Paolo I), e sopratutto dal lungi pontificato di Giovanni Paolo II.

Paolo VI, in realtà, fu un Papa di valore e di 'resistenza' della fede in tempi in cui la Chiesa era messa in discussione, la fede criticata, il Concilio Vaticano II, di cui fu abile timoniere, contestato dagli irriducibili. Eppoi c’era la società, lì fuori, tutta in fermento. Il divorzio. L’aborto. La contestazione. Il terrorismo. Ma lui seppe tenere in piedi il governo e l’autorità del primato petrino, rendendosi protagonista dei primi viaggi per il mondo, abbracciando Atenagora, il patriarca ecumenico di Costantinopoli,  in quel momento così storico, intimo, profondo, di dialogo dove si deliberò l'abrogazione delle reciproche scomuniche dello Scisma d'Oriente. 

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Oggi, impugnando la croce astile di Paolo VI e indossando le sue vesti liturgiche, Papa Francesco ha fatto ingresso in piazza San Pietro attraversando la Basilica fino a raggiungere il sagrato dove hanno preso posto gli oltre 260 padri sinodali concelebranti e le delegazioni ufficiali tra cui quella italiana del Presidente Mattarella e quella spagnola guidata dalla Regina Madre Sofia. Ma c’erano anche i presidente di EL Salvador, Cile e Panama. Questo perché oggi, assieme al Papa Montini, è stato fatto Santo anche un sacerdote luminoso, che ha lasciato tracce indelebili: Oscar Romero.

Papa Paolo VI e monsignor Oscar Arnulfo Romero sono stati canonizzati insieme, dunque. Con loro altri cinque nuovi santi: don Francesco SpinelliNazaria Ignazia di Santa Teresa di Gesù, don Vincenzo Romano, suor Maria Caterina Kasper e Nunzio Sulprizio.

La decisione di canonizzare insieme e a Roma Papa Montini e l'arcivescovo di San Salvador ucciso dagli "squadroni della morte" il 24 marzo 1980 è arrivata dopo un percorso niente affatto scontato. La volontà di Francesco di portare all'attenzione i due interpreti fedeli del Concilio Vaticano II ha avuto la meglio. Francesco ha sempre ritenuto Montini un 'coraggioso cristiano', che si fece apostolo e difese i principi rendendosi protagonista di quella modernità che serviva ed era necessaria. Fu il Papa della 'Popolorum Progressio' e di quel gesto così umano di togliersi il mantello e metterlo sulle spalle del futuro Papa Luciani, quando quest’ultimo era ancora Patriarca di Venezia. Romero pagò il suo stare con gli ultimi contro il potere.

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Papa Francesco ha considerato la volontà determinata dimostrata dal punto più alto della Chiesa al fianco di quella di un mondo lontano, che ci introduce nella figura dell'arcivescovo salvadoregno Romero con quella umiltà e quella tenacia che contraddistinse il religioso e che non servì,  anche dopo l’assassinio di quest'ultimo, a placare diffamazioni, calunnie, fango.

Furono entrambi uomini umili, seppur diversi, ma di una passione contagiosa. Paolo VI lasciò detto della sua tomba: “Amerei che fosse nella vera terra, con umile segno, che indichi il luogo e inviti a cristiana pietà. Niente monumento per me'". Nonostante la sua canonizzazione non subirà spostamenti. Romero fu dalla sua portata storica il traduttore di valori universali alla ricerca di un mondo meno colmo di squilibri economici e materiali. Amò Dio in semplicità, facendo i conti tutti i giorni con la povertà e la repressione.