COLLEFERRO (attualità) - Le sue parole

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E' arrivata già da qualche settimana la nuova dirigente del Commissariato di Polizia, la vice questore Rita Sverdigliozzi, cinquantenne, esperta prima ispettore, poi commissario e infine dirigente (grazie ai concorsi e alle esperienze fatte sul campo) di importanti reparti operativi e commissariati di Polizia dai primi anni duemila ad ora. La sua carriera in Polizia inizia tra il 2003 e il 2005 quando dopo aver vinto un concorso pubblico, per due anni partecipa al Corso di ispettori a Roma. Entra nel 2005 a far parte della squadra narcotici della Squadra Mobile di Roma, nel periodo della direzione Intini e poi Rizzi, dove vengono portate a termine importanti operazioni contro la criminalità organizzata nella capitale. Nel 2008 grazie al concorso pubblico da funzionario diventa commissario e viene trasferita alla Questura di Verbania ( Piemonte) dove dirige il Reparto Volanti, per poi passare a dirigere il vicino commissariato di Omegna.

Il ritorno poi ancora a Verbania per un breve periodo e ancora il passaggio nella Squadra Mobile a Pisa in Toscana, dove diventa vice questore e dirige per oltre 6 anni sempre la Squadra Mobile. Proprio a Pisa, nascono le sue due figlie, oggi di 6 anni e mezzo e di 10 anni e mezzo. Dalla cittadina toscana viene trasferita grazie alle sue ottime qualità professionali e investigative a dirigere da vice questore la Squadra Mobile di Brindisi, in Puglia, dove per 4 anni e mezzo porta a termine importanti operazioni contro la criminalità organizzata, arrestando pericolosi latitanti e appartenenti alla Sacra Corona Unita.  A Colleferro arriva dopo 6 anni e mezzo di servizio in Puglia ed una breve parentesi agli uffici ministeriali di via Statilia a Roma. "Punteremo molto al controllo del territorio locale, ha detto la dirigente del Commissariato colleferrino vice questore Rita Sverdigliozzi, cercando di avere sempre la volante presente h24 sul territorio dei 18 comuni di pertinenza, oltre a Colleferro, Valmontone e Artena. E puntando anche sulla lotta allo spaccio di droga e alla tutela delle donne vittime di violenza. A questo riguardo abbiamo già fatto alcuni arresti, la nostra squadra anticrimine è formata da poliziotti esperti e cercheremo di rafforzarla maggiormente nei prossimi giorni con strumenti tecnologici e più agenti in organico.

Il nostro Commissariato conta di circa 60 unità lavorative, tra una ventina di personale civile e 40 poliziotti, con qualche esigenza di rafforzare l'organico attuale, che già ho richiesto, visto anche la recente inaugurazione del Posto Fisso di Polizia all'Ospedale della cittadina, dove arrivano ogni giorno centinaia di utenti e pazienti della Asl Roma 5. Insomma il lavoro non manca certo in questa zona a ridosso con la Ciociaria e non lontana da Roma, dove insistono tante attività commerciali importanti, aziende conosciute a livello internazionale, abbiamo una delle Ferrovie più frequentate del Lazio,  l'autostrada A1 e situazioni del mondo giovanile e della movida notturna del fine settimana non facile da gestire. Ma siamo ben motivati e in collaborazione anche con le altre forze dell'ordine stiamo facendo e faremo, sono certa,  un ottimo lavoro sotto l'aspetto di una maggiore sicurezza sul territorio che i cittadini meritano di avere con la nostra costante presenza e disponibilità ad ascoltarli ". 

La vice questore Sverdigliozzi, nel 2017 a Roma, il 26 Marzo, fu protagonista di una grave fatto di cronaca, mentre si recava ad un Corso di Polizia, all'epoca era dirigente della Squadra Mobile di Pisa. Fu avvicinata mentre era ferma ad un semaforo con la sua auto una Volskwagen Twan, da un rapinatore in moto, con casco e volto travisato, che le infranse il vetro con un arnese da scasso dal lato passeggero e le rubò la borsa sul sedile . La sua pronta reazione, nel bloccare il rapinatore in moto afferrandolo per la cinta della sua borsa, seppur ferita dai vetri esplosi del finestrino della sua macchina, permise di bloccare il malvivente, recuperare la borsa e arrestarlo, con la collaborazione di altri 2 poliziotti del Reparto Mobile che stavano transitando in zona, in via Anastasio II° in pieno centro a Roma. 

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GROTTAFERRATA (attualità) - La compagnia, diretta magistralmente dal Maestro David Pietroni, ha presentato uno spettacolo che ha saputo conquistare ed emozionare il pubblico presente, trascinandolo in un viaggio avanguardistico tra arte, comicità, profondità del messaggio ma, soprattutto, tanta, tanta umanità

ilmamilio.it - nota stampa 

La sera del 17 aprile il Teatro Artemisio “Gian Maria Volontè” di Velletri, in occasione della 2^ edizione del Palio Teatrale Studentesco, è stato palcoscenico di un trionfo indimenticabile, grazie alla straordinaria performance della St. Joseph Theatre Company del Liceo Artistico Paritario San Giuseppe di Grottaferrata.

La compagnia, diretta magistralmente dal Maestro David Pietroni, ha presentato uno spettacolo che ha saputo conquistare ed emozionare il pubblico presente, trascinandolo in un viaggio avanguardistico tra arte, comicità, profondità del messaggio ma, soprattutto, tanta, tanta umanità.

Il testo originale dell'opera è stato scritto dalla Professoressa Giulia Pietroni che, con la sua sensibilità e creatività, ha saputo regalare un racconto coinvolgente e profondo.

I costumi, veri e propri capolavori di artigianato e bellezza, sono stati realizzati sotto la direzione della Prof.ssa Pamela Centioni, incantando il pubblico con la loro eleganza e cura dei dettagli.

Un caloroso ringraziamento va al Maestro Giacomo Zito, Direttore del Palio Teatrale Studentesco di Velletri, a tutta l'Amministrazione e ai tecnici coordinati da Fabrizio V., che hanno reso possibile la realizzazione di questa straordinaria manifestazione.

Il Palio Teatrale Studentesco, una manifestazione che offre agli studenti una preziosa opportunità e consente loro di esprimere e valorizzare il talento artistico.

La St. Joseph Theatre Company del Liceo Artistico Paritario San Giuseppe ha dimostrato con questa performance di essere una compagnia di altissimo livello, capace di coniugare tradizione e innovazione, emozione e riflessione.

 Un successo che merita di essere celebrato e che rimarrà a lungo nel cuore di tutti coloro che hanno avuto la fortuna di assistere a questo spettacolo davvero unico e…. che il viaggio nell’arte continui!

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MILANO (attualità) - Gli abiti poi debbono essere scelti dagli sposi e non dalle interessate questo perché c’è il rischio che ognuno si presenti con un abito diverso

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Il matrimonio è la festa degli sposi dove c’è la bellissima sposa vestita di bianco e lo sposo con indosso un abito da cerimonia abbinato, in qualche dettaglio, alla sua prossima consorte. In Italia sta diventando di moda avere le damigelle che, da prassi, sono tipiche nelle nozze americane.

Ognuno può comunque decidere di avere una cerimonia come più desidera e appunto le damigelle sono una particolarità che rende unico l’evento in chiesa. Però quali sono le regole da rispettare, l’età delle damigelle e c’è una damigella d’onore? Gli abiti poi debbono essere scelti dagli sposi e non dalle interessate questo perché c’è il rischio che ognuno si presenti con un abito diverso.

Per esempio, una regola che è sacra nei matrimoni italiani, è quella che il bianco, il giorno della cerimonia, deve essere indossato solo dalla sposa appunto perché è il suo giorno speciale. Proibito persino agli invitati indossare un completo bianco, figuriamoci le damigelle.

In caso c’è una o più damigella bambina, che indica innocenza, può indossare un abito bianco, ma i suoi accessori, come cintura, fermacapelli oppure una spilla e le scarpe, debbono essere di un altro colore. Possibilmente si deve scegliere un colore che si abbini all’abito dello sposo o dei fiori che ci sono in chiesa.

DAMIGELLA: COME SCEGLIERE L’ABITO

Se pensiamo che già l’abito della sposa è una scelta difficile, immaginatevi quello delle damigelle.

Le regole da rispettare sono 3: tutte vestite uguali, colore che si abbini al bouquet della sposa, lunghezza degli abiti uguali. C’è chi decide di osare con abiti diversi, ma spesso questo si rivela un problema perché si crea confusione e non è bello da vedere nemmeno in foto. Al massimo potete farvi consigliare da parte di un wedding planner.

Come mai è buona regola che esse vestano uguali? Diciamo che la damigella indica un legame stretto con la sposa, una migliore amica, una parente a cui è legata oppure dove c’è un rapporto speciale. Quindi sono un’estensione della sposa e come tale debbono indossare abiti tutti uguali per non fare differenza, almeno che non si parli della damigella d’onore. I colori debbono essere tenui e di nuance che richiamano il bouquet della sposa.

La lunghezza deve essere pari in tutti gli abiti ovviamente in base all’altezza della damigella. Le gonne sono a 3 cm di distanza dal pavimento? Tutte le damigelle debbono avere 3 cm di lunghezza dal pavimento.

Tessuti adatti in base alla stagione

La scelta Abbigliamento cerimonia per damigella è da cerimonia. Esso deve rispecchiare lo stile scelto per il matrimonio. Romantico dove la sposa indossa un abito lungo senza fronzoli? Allora le damigelle debbono avete un abito lungo simile a questo. Mentre se si sceglie un abito da sposa con drappeggi anche le damigelle lo debbono indossare.

I colori tenui, ma di stagione. Giallo, albicocca oppure verde chiaro in estate. Celeste e rosa in primavera. In autunno si scelgono nuances che sono ramate.

Infine i tessuti debbono essere in linea alla stagione. Usare il sintetico in piena estate vuol dire far soffrire le damigelle che suderanno perché il tessuto non traspira. Meglio la seta o il cotone, al massimo qualche parte, come la gonna, può essere di raso.

Foto da Pixabay.

MILANO (attualità) - Si ha quindi una forte riduzione dei costi perché: riparare è meglio che comprare

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Quanti sono gli elettrodomestici che abbiamo in casa? Non pensiamo solo a qualche accessorio da cucina, come frullatori oppure centrifughe, nemmeno ad aspirapolveri e scope elettriche. Tutto quello che abbiamo in casa, iniziando dalla lavatrice, frigoriferi fino ad arrivare a monitor e perfino al Pc, è da considerarsi come un elettrodomestico.

Dispositivi che rendono la vita facile, che occupano il tempo e che utilizziamo per coltivare qualche passione, come appunto la cucina oppure i videogiochi. Ognuno di loro ha una funzione specifica che ci consente di avere una tranquillità domestica. Alcuni sono usati più di spesso.

Funzionandoci con un’alimentazione elettrica hanno al loro interno un cablaggio di cavi e circuiti dove poi ci sono schede oppure pulsantiere interne. Alcuni sono più complessi ed altri meno e purtroppo essi si guastano.

La Riparazione elettrodomestici permette di non spendere altro denaro nel nuovo acquisto dei dispositivi che funzionano male o che si guastano. Si ha quindi una forte riduzione dei costi perché: riparare è meglio che comprare.

L’attuale “rigenerazione o ricondizionamento” dei dispositivi elettrici nasce proprio dal fatto che tutto si può riparare e quindi riportare a delle prestazioni come se fossero nuovi. Ovviamente si valuta il valore commerciale, economico, tecnologia interna e costi di manodopera o di sostituzione dei componenti danneggiati.

ELETTRODOMESTICO: PERCHÈ SI ROMPE?

Tutto quello che si usa prima o poi si rompe. Una regola matematica, ma si può riparare. Le cause dei guasti sono tante. Una pessima manutenzione, assenza totale di pulizia interna, umidità, surriscaldamento, urti oppure si ripone in mal modo.

Gli elettrodomestici si danneggiano sia per utilizzo che per mancato utilizzo. Non vi è mai capitato di riporre un frullatore e di usarlo una volta ogni due o tre mesi? Lo andate ad usare e improvvisamente si rompe. Come mai? Si tratta di un problema comune. Dopo il primo passaggio elettrico, i cavi tendono ricevono uno shock elettrico. Quindi il rame si “difende” inizia a sviluppare l’ossidazione, cioè una patina verdastra che tende a inumidire il metallo e a isolarlo. Questo riduce l’elettricità in modo da rallentare il suo funzionamento.

Questo potrebbe quindi condurre ad un invecchiamento precoce che appunto danneggia l’elettrodomestico. Alle volte basta semplicemente fare una pulizia oppure sostituire i cavi e circuiti elettrici. Mentre altre volte, l’eccessiva presenza di ossidazione semplicemente non permette alcuna riparazione dell’elettrodomestico in questione.

Sistemi di sicurezza post riparazione

Dopo ogni riparazione su un dispositivo elettrico è necessario fare dei controlli che mantengano alta la qualità di sicurezza. Ognuno di essi ha un sistema che permette di essere usato in sicurezza.

Rimanendo con l’esempio del frullatore vediamo appunto che se esso non viene chiuso dal tappo, le lame non girano. Ciò impedisce ad un bambino di azionarlo involontariamente, magari quando ha messo le mani al suo interno. questo esempio permette di capire che ci sono dei blocchi di sicurezza che sono utilissimi per chiunque.

Tuttavia dopo una riparazione si debbono controllare perché c’è il rischio che la sostituzione o la manomissione interna possa distaccare qualche cavo oppure qualche comando. I tecnici infatti effettuano i controlli quando c’è stata la riparazione finale.

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