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Grottaferrata, Valle Marciana: il dibattito assente e le domande senza risposta

20-12-2016

GROTTAFERRATA – La mancanza di partecipazione alla base di un silenzio che dura da anni

Perché non è mai stato allargato alla cittadinanza, nel corso di questi anni, un dibattito serio e partecipato sulla costruzione del Depuratore di Valle Marciana? Perché sono passate inosservate le delibere di consiglio comunale in cui si chiedevano garanzie e compensazioni a fronte dell'intervento? Chi garantirà le viticulture di Valle Marciana con il Depuratore a pieno regime? Chi assicurerà che alle 70mila utenze complessive di ricezione dell'impianto non ne verranno aggiunte di nuove, magari con allacci abusivi, come spesso è capitato nella storia del territorio? Quesiti che circolano nella società criptense più consapevole, ma che rimangono isolati, senza sbocco. A parte, ovviamente, l'impegno delle poche associazioni e dei pochi movimenti che nel corso di questi anni ultimi cinque - sei anni (in mezzo ci sono almeno tre Giunte e un commissariamento) hanno messo in evidenza problemi e temi su cui dibattere, ma senza che il mondo politico in generale, a parte qualche eccezione, recepisse il messaggio e lo portasse alla visibilità di una collettività che neanche sa, per grandi strati, cosa è stato costruito in un luogo un tempo ritenuto di pregio, di respiro ambientale e paesaggistico.

Nell'area di Valle Marciana un depuratore, previsto per 30mila accessi, esisteva già. Bastava ed avanzava a Grottaferrata. La ''fossa biologica dei Castelli romani'' - come è stata ribattezzata da ambientalisti e contestatori del piano voluto dalla Regione Lazio attraverso una serie di interventi atti a convogliare la precaria situazione fognaria di paesi come Rocca Priora, Rocca di Papa o Marino – è oggi di nuovo oggetto di accuse e preoccupazioni.

Riflettori puntati sulle ''mancate compensazioni'' che tradotte avrebbero voluto dire marciapiedi, illuminazioni, rifacimento di strade inesistenti (almeno). Sotto accusa anche le valutazioni fatte alla base del progetto da cui è scaturita la scelta del sito. Questo perché, come afferma qualche politico di lunga memoria in città, il Depuratore doveva essere realizzato in un'altra zona, sotto Montecompatri, in località Laghetto. Avevano addirittura iniziato a fare gli scavi. Poi è stato cambiato il progetto, spostando anche il versante geografico del sito. Il risultato è stata la cementificazione - ai fini di un servizio ritenuto prioritario - di una consistente porzione di Valle che per Grottaferrata (l'unica città a cui l'opera non serviva) è stata uno dei simboli della comunità per molti decenni, nonché un importante sbocco produttivo per la viticoltura, oggi messa a rischio dalle cariche batteriche – secondo le associazioni – che scaturiranno dalle vasche.

Speriamo che anche questa vicenda faccia parte almeno del dibattito della prossima campagna elettorale, dove solitamente la giostra delle promesse irrealizzabili evita gli argomenti più seri.  



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