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Francesco Totti, il figlio di Roma che ha attraversato il tempo e la storia

28-05-2017

ROMA (calcio) - L'ultima partita. Un meraviglioso viaggio in giallorosso, durato un quarto di secolo

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L'ultimo pallone di Roma-Genoa, dove la squadra giallorossa ha ottenuto tre punti fondamentali per l'ingresso in Champions League, l'ha toccato lui. Il romanzo a lieto fine di un'intera carriera ha finito le sue pagine come meglio non si poteva. Giusto così.

A Francesco Totti rivolgiamo un grazie infinito. 25 anni da professionista, con la stessa maglia cucita addosso, è un traguardo irraggiungibile ed inimmaginabile per qualsiasi giocatore moderno. Da quando ha esordito in serie A ad oggi sono cambiati stili di vita, presidenti, nazioni, si sono trasformati interi confini geografici, consumate guerre. Lui ha attraversato il tempo e la storia. Ha sofferto, perso e vinto con la maglia giallorossa portando il nome di Roma e della Roma con orgoglio per l'Europa e nel mondo. E' stato più amato che odiato. Ce ne siamo accorti in questi giorni, in cui sono piovuti su di lui riconoscimenti trasversali che hanno coinvolto i tifosi di calcio veri: cioè gli appassionati che serenamente non passano la giornata a parlare solo di pallone.

A dispetto di una città troppo spesso provinciale che talvolta non sa apprezzare il lavoro e il sacrificio degli atleti e degli uomini che l'hanno resa grande (e Totti non è il primo, in un macabro autolesionismo), Francesco ha saputo varcare il confine, il limite, diventando universale. 

Non ci importa cosa farà domani o dopodomani. Ci importa ciò che ha dato. Nulla sarà disperso dell'amore e dell'impegno profuso sino ad oggi. Francesco per questa maglia ha perso più di un'occasione per vincere tanto, ha lasciato quasi una gamba sul campo, ma ha continuato a stupire e segnare anche quando tutti lo davano per finito.

Campione, bandiera, amato da tutti gli allenatori che ha incrociato (meno l'ultimo), generoso senza vantarsene. Merita il tributo e l'amore del suo popolo, che lo ha riconosciuto come un figlio e un fratello. Quel popolo che su queste sensazioni non sbaglia mai e sa bene marcare la distanza che passa tra un suo rappresentante degno di valore e chi invece passa senza lasciare traccia. 

Oggi è una giornata di festa. E' finita una storia calcistica che potrà essere scritta sui libri e sugli annali, nelle memorie e nei ricordi che passeranno di generazione in generazione.

Il fatto che Totti abbia smesso di giocare provoca un senso di malinconia. Perché di numeri 10 come lui non se ne vedono più. Perché il calcio è sempre meno avvezzo al talento e sempre più plasmato su corsa, fisicità e logiche di mercato. Perché la vita scorre, tutto passa e gli eroi delle tue domeniche, nati tutti negli anni settanta come te, uno a uno, abbandonano il campo. E' la vita che va avanti, fa il suo corso, nell'impari lotta contro Kronos che divora tutte le cose che egli stesso ha creato.

Buona fortuna, Francesco. Grazie di cuore per le emozioni. Per tutte le emozioni.



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