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Grottaferrata, Don Monterubbianesi: ''All'ex Bazzica può ripartire una speranza sociale''

24-09-2016

GROTTAFERRATA - Riflessioni aperta del fondatore di Capodarco Grottaferrata per il rilancio di un bene in ''pericolo''. ''Studenti e forze sociali insieme per il ''Dopo di noi''''

Riceviamo e pubblichiamo:

''Con molto interesse desidero far giungere ai Cittadini dei Castelli romani il mio pensiero sulla questione “Bazzica” (Leggi l'articolo). Dobbiamo aver fiducia che questo bene possa e debba tornare alla sua funzione sociale, motivo per cui venne affidato al Comune di Grottaferrata.

Insieme ad altre realtà del territorio creammo l’ATS Bazzica il sociale, col sogno di realizzare lì un incubatore di progettualità ardite dei giovani, che con i disabili dovevano progettare un futuro di inclusione e vera integrazione. Le istituzioni, dalla Regione all’amministrazione locale, non sono state all’altezza di recepire il valore del progetto, con nostra grande disillusione.

Tanta acqua è passata sotto i ponti da allora, e gli ideali più grandi sembrano scemare nel vuoto attale di visione politica che in questo momento l’Italia vive.

Tutto è perduto? No!

Noi abbiamo continuato a lottare, anzi abbiamo ottenuto una grande cosa. E’ nata, con tante difficoltà la legge 112 nel giugno 2016, la legge sul “Dopo di noi”, che aiuta le famiglie dei disabili che hanno angoscia del futuro dei loro figli, quando non ci saranno più le rispettive famiglie a proteggerli, aiutandoli a lottare per un futuro dei loro figli.

L’art. 4 della legge promuove il protagonismo delle famiglie e di altre forze sociali per creare strutture di residenzialità, dove il processo di autonomia si realizzi il più possibile. E’ il “durante noi”. E’ il senso concreto con cui noi di Capodarco, con la Fondazione Prima del Dopo sin dal 2010 abbiamo creato qui a Grottaferrata Casa Milly e Memmo, con l’aiuto dei genitori, e dal 2015 ora a Genzano.

Sulla residenzialità, dove accogliere i disabili che rimarranno soli, c’è tanto da costruire, ma un aspetto non va trascurato, ed è essenziale quanto la casa. Ed è il lavoro dei ragazzi accolti.

La dignità di ciascun accolto, che deve sentirsi utile alla società. Non più pura assistenza, ma vera inclusione ed integrazione.

Noi abbiamo in Italia fatto una rivoluzione rispetto agli altri Paesi europei: abbiamo integrato i ragazzi disabili nella scuola sin dalla loro infanzia ed adolescenza, sino alle scuole secondarie superiori. E’ stata una vera rivoluzione, cominciata nel 1977. Ci abbiamo speso molto: insegnanti di sostegno, operatori AIC, operatori specializzati… ma dopo la scuola cosa c’è per i disabili? Poco o nulla… tanto che i genitori fanno bocciare i loro figli disabili perché rimangano il più possibile in questo processo di integrazione.

Il “dopo la scuola” è tutto un processo di autonomia da realizzare, e su questo ora stiamo lavorando con l’ISFOL, che ha chiesto aiuto alla Comunità di Capodarco, perché in 5 Regioni d’Italia si sperimenti un processo di peer-education, con cui si educhino i ragazzi normali in esperienze di alternanza scuola-lavoro, quindi anche con un rapporto vivo col territorio che si apre all’accoglienza. Realtà concrete di lavoro possibile in cui i giovani si facciano poi tutors del lavoro dei loro compagni disabili dopo la scuola.

Laboratori sociali, cooperative, imprese varie, con la spirito dell’economia sociale che deve prevalere sull’economia del puro profitto, in cui, con i giovani rilanciamo il welfare sociale, oggi negato. Dando così ai giovani questa grande idealità. L’agricoltura, che si fa così agricoltura sociale, e così nel 2015 abbiamo promosso la legge 141 sull’agricoltura sociale, e le attività connesse all’agricoltura e allo spazio di accoglienza come il turismo, l’alberghiero, sono gli ambiti più idonei a questo processo di vita e di lavoro possibile per i disabili.

La vita dei disabili più gravi potrebbe avere nelle fattorie sociali uno spazio molto bello di integrazione invece che nelle RSA.

La Bazzica, in tutto questo lavoro che faremo di integrazione nelle scuole, a partire da Velletri, dove c’è Agrario ed Alberghiero insieme, può essere una struttura, un incubatore sociale di esperienze concrete per tutti i Castelli Romani.

Ciò che i disabili offrono di valore con la loro presenza nelle scuole va portato avanti nella società, nel territorio, in tante strutture di vita e di lavoro, perché il sogno di una società più conviviale, aperta anche sino in fondo all’integrazione degli immigrati, che non vanno solo accolti, ma integrati quale risorsa, è un sogno che deve appartenere a tutti per non precipitare nella barbarie.

Come ha detto il Papa ad un milione di giovani riuniti a Cracovia, le cose possono cambiare con il loro protagonismo. Dobbiamo puntare su loro, in un grande processo educativo, e siamo noi adulti che dobbiamo assolutamente cambiare nella nostra mentalità, uscendo dalla micidiale indifferenza, dandoci da fare perché questi sogni si realizzino in tante strutture sul territorio.

Sarà duro farcela, ma proviamoci insieme. Chi vuol darci una mano si faccia avanti. Noi cominciamo dalle scuole, proponendo tale ideale. La Bazzica deve servire a ciò, e vi faremo sapere come procedere insieme''.

Don Franco Monterubbianesi

 



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