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Marino, Maurizio Aversa su anniversario morte Berlinguer

11-06-2016

MARINO - La replica al nostro articolo

ilmamilio.it - contenuto esclusivo

Riceviamo e pubblichiamo da Maurizio Aversa (Pci) in riferimento ad una riflessione de ilmamilio.it in occasione della scomparsa di Enrico Berlinguer (leggi l'articolo):

''Caro Giusti, manco per niente. Il riferimento non è, ovviamente, alle considerazioni generali e di approccio di analisi del peggioramento della situazione politica ed istituzionale italiana, ma alla affermazione che “l’idea comunista sia in decadenza”. No, non è così. L’accento critico, che viene naturale da parte di molti nel giorno del ricordo della scomparsa di Enrico, sul malfunzionamento (per corruzioni varie, per lassismo, ed altre schifezze simili) delle istituzioni e della politica e dei partiti, va tutto ricondotto alla questione morale come Berlinguer l’ha indicata, ma che non era e non è viatico per “cancellare le istituzioni”, o “ cancellare i partiti”, o relegare al sottoscala il ruolo della politica.

E’ esattamente il contrario: questione morale è far funzionare in modo trasparente, efficace, democratico le istituzioni; questione morale è far svolgere il ruolo di organizzazioni di idee (sia per il comune da amministrare, che per la società da cambiare nel sistema) ai partiti; questione morale è avere nella non staticità della società dare spazio, voce e potere a tutte le istanze che non in modo violento, né in modo di intromissione dal di fuori che mina la nostra sovranità italiana, si manifestano come politica.

Se è questo il fondamento della questione morale berlingueriana, vengo alla spiegazione del perché l’idea comunista non sia affatto in decadenza. La denuncia specifica, che è linea politica, non una trovata pubblicitaria si basa sul fatto che la spinta prima della partecipazione e della vita passione politica può essere inquinata, come è stato in modo devastante dagli anni ottanta in poi. E questo inquinamento, sostanzialmente ha risposto ad un credo: utilizzare strumenti a disposizione della società per primeggiare, per fare soldi, per avere vantaggi per se i propri cari o cerchia o clan. Enrico Berlinguer ha sempre sottolineato che questo – ed ancora oggi è così – non ha a che fare con tre furbetti. O due mascalzoni. No.

E’ l’imperativo del messaggio capitalistico che nella attuale società italiana (oggi in più abbiamo conosciuto il turbocapitalismo e l’iperliberismo, ma la matrice ideologica era ed è la stessa) è in vigore: puoi sopraffare il vicino, il dirimpettaio etc, perché devi sfruttare e accumulare. Infatti, come inciso, non toccando questo aspetto dell’analisi proposta da parte di Fabrizio Giusti, non evidenzia chi è il primo in Italia che approfitta della questione morale irrisolta. Il padrone. E’ il primo che ha adottato tutti gli inquinamenti, e le bustarelle, e le mazzette, e la creazioni di clan a servizio, fino a svilupparsi oggi nelle banche finanziarie che operano tutto ciò spesso dietro le quinte. Allora se il punto è questo, e vorrei scomodare un testimone non marxista come Papa Francesco, che conferma tutto ciò continuamente. Nelle sue denunce contro lo sfruttamento dell’uomo, contro la vita spesa ad arraffare. E facciamo un altro passo: i polveroni della cosiddetta antipolitica, in buona sostanza cosa denunciano? Che c’è un sistema corrotto che bada solo a favorire una parte contro un’altra parte. Bene, fatta la tara del qualunquismo – il quale può essere, proprio perché fuorviante, peggiore del male che denuncia – ci troviamo proprio a rilevare che tre entità precise: quella del populismo arrabbiato, quella della pastorale di Papa Francesco e quella dei comunisti (ma anche di altre forze di sinistra) che sintetizzano che la questione morale non è risolta perché c’è un sistema corrotto che risponde a logiche di sopraffazione.

Ebbene, queste tre indicazioni, affatto dialoganti tra loro, mettono a segno la stessa conclusione analitica: il sistema capitalistico (che è intrinsecamente corrotto) in questa nostra Italia ruba il futuro ai giovani e fa vivere, grazie alla questione morale irrisolta, il popolo in regime di assenza di democrazia. Proprio solo per questo vuol dire che l’idea comunista è non solo non decaduta o decadente, ma l’unica chiara e forte che indica la via d’uscita. Cambiare il sistema capitalistico che è l’unico decaduto e decadente. Infatti è l’unico sistema che proclama cose che non riesce mai a raggiungere nonostante l’immenso potere conquistato negli ultimi decenni in tutto il pianeta.

L’idea comunista, al contrario, è vero che ha subito un colpo. Quale? Quello della sconfitta sul campo, laddove ha provato a costruire una ipotesi di società socialista. Perché ha subito il colpo? Perché il nemico, l’imperialismo e il capitalismo internazionale unito è stato abile e feroce. Bene, preso atto di ciò, non vuol dire che l’idea comunista è decaduta, ma che se sceglie, può organizzarsi in modo differente per giungere a dimostrare (come oggi stanno facendo – attaccati da USA, NATO e UE- i paesi del Brics: Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica) che una società socialista dove non imperi la sopraffazione dell’uomo e quindi la corruzione elevata a sistema, è possibile. Per questo, nel nostro piccolo, a Marino e in tutta Italia e a fine mese a Bologna diamo vita alla ricostituzione del PCI. Anche nel nome di Enrico Berlinguer''. 



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