Ricerca nell'archivio:

Meningite, pseudo scienza e razzismo. Burioni: "La scienza non è un'opinione"

03-01-2017

FRASCATI (attualità) - Il medico-papà è ormai da anni un alfiere delle vaccinazioni. "Sono come il casco ma molto, molto più efficaci. E se in moto si continua purtroppo a morire a nessuno viene in mente di revocare l'obbligo di indossarlo"

ilmamilio.it

Roberto Burioni, papà e medico, è diventato il paladino dei vaccini. Un vero fenomeno "social" che tiene altissima l'attenzione su quella che sembra essere diventata - nonostante il parere negativo di molti esperti, fatta eccezione per alcune aree come la Toscana - una vera emergenza.

Di meningite si muore e si continuerà a morire e la colpa non è solo di un batterio che ha un tasso di mortalità alto (seppur molto dipende dal ceppo di appertenenza), ma anche e soprattutto della moda imperante di "non vaccinare" i propri figli. Una moda purtroppo diffusa, spesso figlia dell'ignoranza o ancor peggio, di credenze da "pseudoscienza" e dunque pericolosissima.

Il dottor Burioni, insomma, non molla.

"Nel 1986 in Italia è diventato obbligatorio il casco per guidare la moto. L'efficacia di questa misura si è dimostrata drammatica: gli arrivi al pronto soccorso per lesioni gravi conseguenti ad un incidente si sono immediatamente dimezzati e la mortalità si è ridotta di un quarto", scrive sulla sua pagina Facebook (VAI alla pagina).

Tuttavia, siccome grazie alle legge il casco era indossato dal 97% dei motociclisti (contro il 15% prima della legge), la maggior parte dei morti e dei feriti erano a quel punto motociclisti muniti di casco. Eppure nessuno si è mai sognato di affermare che il casco sia inutile, o addirittura dannoso. Semplicemente non protegge al 100%, ma la sua efficacia è indiscutibile ed indiscussa.

Il vaccino contro il meningococco C è immensamente più efficace del casco, essendo in grado di ridurre di più del 95% i casi di questa malattia. Tuttavia, talvolta, delle persone si ammalano nonostante la vaccinazione: sono i casi che noi chiamiamo di "fallimento vaccinale" e sono un tema interessantissimo di studio per mettere a punto non solo protocolli di vaccinazione più efficaci, ma anche vaccini migliori.

Al momento, tuttavia, con quello che abbiamo e mentre la scienza lavora per avere qualcosa di meglio, il modo più sicuro per evitare i "fallimenti vaccinali" è quello di vaccinare a tappeto neonati e bambini, con gli opportuni richiami. Così facendo impediremo la circolazione di questo pericoloso batterio e proteggeremo anche gli sfortunati che non hanno tratto beneficio dalla vaccinazione.

Ringrazio Giovanni Gianni Rezza, ben più esperto di me nel campo dei vaccini, per avere confermato la mia affermazione secondo la quale i migranti non hanno un ruolo dimostrato nella genesi dei casi di meningite dei quali leggiamo sui giornali in questi giorni.

Ringrazio anche i numerosi siti che hanno ripreso il mio commento "la scienza non è democratica", che ha stimolato una accesa discussione in rete. Mentre la scienza non è un'opinione, le modalità con le quali viene comunicata sono aperte alla discussione, nella quale ognuno (me incluso) può pensarla come crede".

Burioni anche oggi è tornato sul tema della diffusione della meningite affrontando poi un altro aspetto del dibattito su questa malattia, quello della sua provenienza e da altre fallaci credenze razziste. In un epoca di pericoloso relativismo anche scientifico e di singoli "capiscioni", le campagna anti vaccinazione sono un male assoluto.

"Nel post che tanta polemica ha suscitato - scrive Burioni -, nello spiegare come i migranti non abbiano alcun ruolo nei casi di meningite italiani, scrivevo testualmente "In Europa i tipi predominanti di meningococco sono B e C; al contrario, in Africa i tipi di meningococco più diffusi sono A, W-135 ed X". Qualche lettore ha iniziato a inserire link di diversi documenti nei quali veniva descritta la presenza del ceppo C in Africa, avendo esso causato un'epidemia in Niger. Purtroppo, però, questi lettori avevano forse letto il contenuto del link, ma non lo avevano capito. Infatti il ceppo di meningococco che ha causato l'epidemia in Niger è effettivamente di tipo C, ma è un clone del tutto diverso da quello che viene isolato dai pazienti in Toscana.

Quindi quei documenti confermavano nella sostanza ciò che io avevo scritto: ovvero che i ceppi africani sono diversi da quelli italiani. Come dico spesso, la divulgazione richiede una semplificazione: l'importante è che il messaggio sia corretto, e in questo caso lo era. Gli interventi, scritti da persone che avevano travisato il contenuto di quanto avevano inserito nei commenti, lo facevano al contrario apparire errato.

Questo ci porta ad alcune considerazioni. La prima è che gli occasionali interlocutori non avevano capito quello che c'era scritto nei documenti. Il che è normale, perché comprendere bene il significato di un lavoro scientifico richiede una notevole esperienza, e non è alla portata di tutti. Per questo i dibattiti scientifici devono avvenire secondo me tra esperti, e non tra esperti e persone che non lo sono. Io stesso mai potrei dibattere con il mio amico Adriano Aguzzi di neuropatologia: gli chiederei di spiegarmi tante cose, ma non sarei in grado di discutere con lui. Non lo vivo come una limitazione: semplicemente per parlare di qualcosa, in campo scientifico e non solo, bisogna avere studiato. La cosa peraltro è accettata in campo sportivo: non sentirete mai una partita di basket commentata da chi non ne conosce le regole o un telecronista di calcio che non sa cosa sia il fuorigioco; qui invece dovrebbe tenersi una discussione sui batteri con chi non sa cosa sia un clone batterico. Non lo ritengo giusto.

La mia frase "la scienza non è democratica" significa infatti che i dati scientifici non sono sottoposti a validazione elettorale: se anche il 99% del mondo votasse dicendo che due più due fa cinque, ancora continuerebbe a fare quattro. Poi ognuno è libero di dimostrare che non è vero; ma fino a quando non l'ha dimostrato, due più due fa quattro anche se molti non sono d'accordo".



Il Mamilio || Proprietario ed Editore: Associazione Territorio || Direttore Responsabile: Marco Caroni || Redazione: Via Enrico Fermi 15, 00044 - Frascati (Rm) - tel. 331.91 88 520 Quotidiano Telematico di informazione www.ilmamilio.it || Non si riconosce alcun compenso o attestazione per articoli e foto pubblicate anche se firmate, salvo differenti accordi scritti particolari Registrato al Tribunale di Velletri n. 14/10 del 21/09/2010 - Copyright © 2024