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Rocca di Papa: il disastroso (strumentale) strappo del 25 ottobre un anno dopo

25-10-2016

ROCCA DI PAPA (politica) - Nell'autunno 2015 il direttivo Pd guidato dalla Taggi indicò in Mauro Fei il "candidato sindaco ideale": è stato l'inizio della fine del centrosinistra. Ed oggi quegli stessi strateghi traghettano Crestini nel Partito democratico

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Uno strappo che ha segnato il destino politico ed amministrativo del centrosinistra. Esattamente un anno fa, il 25 ottobre 2015, il direttivo cittadino del Partito democratico guidato da Raffaella Taggi pubblicava sulla propria pagina Fb ufficiale il post con quale indicava in Mauro Fei il candidato sindaco ideale (LEGGI l'articolo).

Per quello che poi è avvenuto nei mesi successivi, per la fine che hanno fatto il Pd ed il centrosinistra, ci si chiede ancora se si sia trattato di un clamoroso autogol, del goffo tentativo di imporre il nome di Fei o di una precisa scelta strumentale a quanto poi sarebbe avvenuto e si sta completando in queste settimane.

Di fatto, dopo quel post il Pd roccheggiano non è stato più quello che era: la lunga rincorsa alle Primarie del 20 marzo 2016 è stata una corsa ad ostacoli costellata di dichiarazioni e ritrattazioni, di cancellazioni e nuove prese di posizioni. Lo stesso post, che come si ricorderà portò ad una ferma alzata di scudi degli altri ex 4 assessori di Pasquale Boccia (Marika Sciamplicotti, Maurizio Querini, Valentina Trinca e Roberto Sellati), venne poi rimosso a metà gennaio senza però mai riuscire a cancellare quanto accaduto (LEGGI l'articolo). Quella della Taggi, renziana della prima ed ultima ora, fu comunque una mossa azzardata che ancora oggi tenta l'ultimo azzardo: traghettare Emanuele Crestini, nel frattempo diventato sindaco di Rocca di Papa, all'interno del Pd.

E che d'altra parte ci possa essere già stato un accordo, ante litteram, tra Crestini e la frangia Pd Taggi-Calicchia è ben noto sin dall'autunno 2015 (LEGGI l'articolo del 31 ottobre 2015). Un accordo che proprio nelle scorse settimane ha visto uno dei punti applicativi cruciali con l'elezione del nuovo Consiglio della Città matropolitana (LEGGI l'articolo del 19 ottobre 2016). Un accordo che è il "giro di Peppe" di una parte del Pd per cercare di restare in qualche modo in sella nella (fallace) convinzione che Crestini possa ripagare tanto impegno: togliendo visibilità ed utilità a chi lo ha sostenuto finora?

Comunque sia, nei mesi successivi al turbolento autunno roccheggiano del 2015 è poi accaduto che l'ineffabile Fei, del quale si ricordano appena tre di uscite pubbliche (il ritiro dalle Primarie, il rientro nelle Primarie e la sibilinna dichiarazione di "appoggio" alla Sciamplicotti), è uscito letteralmente dalla scena ufficiale. E' accaduto che la Sciamplicotti ha vinto le Primarie senza però mai riuscire ad aggregare e a ricucire con l'ex sfidante, è accaduto che il direttivo del Pd (Taggi in testa) è andato a rotoli e, soprattutto, è accaduto che dopo 20 anni il centrosinistra ha perso Rocca di Papa.

Un capolavoro di acume politico, fine strategia.

L'oggi del Pd roccheggiano, ancora di fatto commissariato, è nelle due anime che si scontreranno (esito referendario permettendo) nel congresso d'inverno. Da una parte i renziani, con Taggi, Fei, Maurizio De Santis, Pino Calicchia e via dicendo. Dall'altra coloro che si riconoscono più nell'ala minoritaria a livello nazionale e che proprio oggi, già raggruppati nell'associazione "Noi domani" (che per simbolo ha proprio un ramoscello d'ulivo, non certo in segno di pace) celebra la sua "convention" a Villa Mercede a Frascati insieme all'onorevole Roberto Speranza (LEGGI l'articolo).

Un gruppo, quello degli "antirenziani" (che poi sono anti-Italicum e forse anche no-referendari, ma questo è punto dibattuto), a muovere le cui fila c'è anche e soprattutto Carlo Umberto Ponzo e che passando per Genzano (Luca Lommi, Giordano Bianchi), Velletri (Daniele Ognibene) ed altri comuni castellani, su Rocca di Papa vede impegnati in primissima linea che l'ex sindaco Pasquale Boccia e il suo ex vice Maurizio Querini.

Lo scontro di oggi è nipote certo del caos nazionale ma è figlio legittimo di quanto prodotto un anno fa dalla premiata (?) ditta Taggi-Fei. E di chi fino ad oggi ha sostenuto quella linea.



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