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Oggi di 210 anni fa il terremoto più forte di sempre ai Castelli. Ecco dove e quanto la terra ha tremato da noi

30-08-2016

ROCCA DI PAPA - Il 29 agosto 1806 si arriva ad una magnitudo di 5.8, vicina a quella che ha distrutto Amatrice. Ma l'intera area dell'immenso vulcano laziale è da sempre avvezza alle scosse sismiche

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Da sempre zona soggetta a terremoti, i Castelli romani - che devono alla loro origine vulcanica questo attivismo geofisico - sono classificati come zona sismica 2. Ovvero a rischio medio-alto.

Le cronache, seppur non sempre puntuali ed incerte soprattutto nell'entità dei danni, riferiscono comunque di terremoti sin da quello del 2 febbraio 1438 (i tempi sono quelli di Papa Eugenio IV), stimato con una magnitudo di 5.4 (e circa di energia 20 volte inferiore a quella che ha devastato Amatrice) e con epicentro a Grottaferrata. Un sisma che provocò danni e vittime.

Nel 1577 l'altro episodio di rilievo, con epicentro a Velletri ed intensità 4.4. Sempre con identica magnitudo sono stati poi stimati e tramandati i terreoti del 17 settembre 1748 (epicentro Frascati), 28 gennaio 1750 (Albano Laziale) e 8 giugno 1754 (Rocca di Papa).

Di li in avanti la terra trema più forte o, quantomeno, le cronache riportano di terremoti avvertiti con maggior intensità. Nel 1773 l'epicentro è ancora ad Albano Laziale con magnitudo 4.7 e si sale il 24 settembre 1782 quando i Castelli vengono colpiti da un sisma di magnitudo 5.0 (decisamente rilevante, ma comunque 30 volte inferiore a quello di Amatrice) e con epicentro ancora a Rocca di Papa: il 29 dicembre 1800 si replica: ancora 5.0 ed epicentro a Velletri.

Sei anni dopo, il 29 agosto 1806 (vale a dire esattamentre 210 anni fa), i Castelli tremano di brutto. Le stime sono quelle di un sisma dell'VIII grado della Scala Mercalli che è fino ad oggi il terremoto più forte del quale si abbia memoria. 5.8 di magnitudo. Crollano case e ponti, chiese e palazzi pubblici. I morti sono centinaia anche se ancora oggi una stima è impossibile. L'epicentro è ancora puntato su Rocca di Papa ma vittime e gravi danni si registrano anche a Genzano, Nemi e Velletri. A tremare è però tutto il comprensorio.

Il 13 luglio 1810 ancora un sisma da 5.0 ad Albano Laziale; il 12 dicembre 1861 si registra una magnitudo di 4.7 a Rocca di Papa e di nuovo 5.0 sempre ad Albano Laziale il 6 febbraio 1892.

L'Italia è ormai unita e Roma ne è la sua Capitale ma i Castelli "ballano" sempre. Il 22 gennaio 1892 epicentro a Lanuvio con scossa da 5.0 che provoca crolli, feriti e qualche vittima. Il 19 luglio 1899 però la scossa è ancora più forte, arriva a 5.2 e provoca danni in molti comunali. Si salta poi al 26 dicembre 1927 quando Nemi, Genzano e Lanuvio perdono edifici e vittime sotto le macerie per un sisma di magnitudo 5.1.

In questi ultimi casi, le testimonianze ricordano di laghi che "ribollivano", probabilmente per le emissioni di gas sulfurei.

Si arriva quindi ai tempi recenti. Nei primi anni '80 i sismografi registrano un vasto sciame sismico che dura mesi ma la cui magitudo non supera i 3.8 Richter, vale a dire un'energia sprigionata di bel 1000 volte inferiore a quella di Amatrice. Ancora sciame nel 1995: il 12 aprile 2008 la terra trema a Ciampino (3.8) e il 9 luglio 2012 a Montecompatri (3.5). Poi tante scosse avvertite dalla popolazione ma senza grandi effetti e comunque senza danni a cose o persone.

Ben più avvertito, piuttosto, il terremoto di magnitudo 6.3 che il 6 aprile 2009 distrusse l'Aquila.

Il tutto sempre in attesa di capire se l'allarme lanciato in questi ultimi mesi da geofisici e studiosi sia fondato. Ovvero se, come sembra e come alcune misure sembrerebbero dimostrare, il grande vulcano laziale sul quale siedono i Castelli romani è destinato a risvegliarsi nel giro di poche centinaia di anni (LEGGI l'articolo).

In quel caso, ahinoi, allora si ballerebbe davvero.

Si ringrazia per i dati e le statistiche Francesco Swerc, amministratore della pagina "Meteo stagione invernale castelli romani 3"

Nella foto i crolli provocati a Nemi dal sisma del dicembre 1927: immagine tratta da "Il mattino illustrato" del gennaio 1928



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