Frascati, l'ennesimo appello dell'Avis: "Ci servono i locali per il Centro donazioni"

15-05-2016

FRASCATI – Il presidente della locale sezione ha scritto all'Amministrazione per sollecitare l'attuazione di quanto approvato in Consiglio nelle scorse settimane

ilmamilio.it

L'Avis torna a chiedere a gran voce la concessione dei locali comunali ex Urp di via Matteotti. Ad ormai più di un mese dall’approvazione all’unanimità della mozione (presentata da Mirko Fiasco) che chiedeva al sindaco di attivarsi per rendere operativa la concessione dei locali comunali alla sezione Avis cittadina, proprio dall’associazione parte una lettera per invitare le istituzioni a far presto.

In quegli spazi infatti, l’Avis intende realizzare – a proprie spese e con proprio personale – un centro permanente di raccolta sangue. Nella missiva indirizzata al sindaco Spalletta, alla vice Sbardella ed agli assessori Damiano Morelli e Matteo Filipponi, il presidente dell’Avis di Frascati Elio Basili chiede di fare in fretta.

“La gravità della situazione richiede di intervenire con ogni possibile urgenza. Per tale motivo richiediamo alle autorità comunali di accelerare la fase istruttoria e la conclusione della procedura per la concessione in uso alla nostra associazione dei locali di via Matteotti da destinare a Unità fissa di raccolta sangue”.

La situazione alla quale fa riferimento Basili e che è già nota da tempo (LEGGI l'articolo) è quella relativa alla riduzione dei giorni di apertura del centro raccolta sangue presso l’ospedale cittadino San Sebastiano, un servizio che è stato parzialmente trasferito – come altri – al San Giuseppe di Marino con immediato calo del numero di sacche raccolte e dunque di donatori della sezione frascatana dell’Avis. Calo che lo stesso presidente stima in almeno 300 sacche, vale a dire oltre il 30% del totale.

Di fatto non è ben chiaro qualche sia il problema che impedisce ancora oggi il via dei lavori di sistemazione dei locali, soprattutto alla luce dell’espressione favorevole del Consiglio comunale. Da Palazzo Marconi fino ad ora neanche una parola.