FRASCATI - Il ridimensionamento della struttura ospedaliera crea grosse difficoltà anche all'associazione che teme la fuga dei volontari
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Oltre cento sacche a febbraio, meno della metà a conti fatti nel mese di marzo. E' questo il bilancio dell'Avis comunale di Frascati a quasi un mese dal ridimensionamento del servizio di raccolta sangue presso l'ospedale "San Sebastiano" (LEGGI l'articolo).
Passare da 6 giorni a 2 sole giornate di apertura del centro presso il nosocomio tuscolano ha già significato un dimezzamento delle quantità a cui da anni è abituata l'Avis cittadina. "Il problema c'è ed è molto sentito - confessa Elio Basili, presidente dell'Avis di Frascati - : purtroppo da anni stiamo chiedendo all'Amministrazione comunale la disponibilità di locali nei quali realizzare un nostro centro raccolta e purtroppo la riduzione dei giorni di apertura del centro presso l'ospedale ci sta tagliando le gambe".
L'Avis comunale spera che prima o poi quella promessa di recuperare gli ex locali del Cup, che si trova proprio come la sede associativa nel grande complesso del centro anziani di via Matteotti, possa essere mantenuta. "L'impegno era che il Comune si sarebbe incaricato di effettuare i lavori edili ed elettrici per la messa a norma di quei locali: per l'attrezzaggio necessario per la raccolta a la gestione del sangue le spese sarebbero comunque a nostro carico. D'altra parte - aggiunge Basili - anche chiamare l'autoemoteca per noi è un costo ed allora tanto vale investire in attrezzature".
La riduzione ad un terzo rispetto al recente passato dei giorni di apertura del centro mette ora in grande difficoltà l'Avis che teme una fuga dei propri 850 iscritti. "Purtroppo i volontari hanno bisogno di donare e se a Frascati diventa complicato vanno altrove". Un'altra piccola (ma preziosissima) eccellenza che la città tuscolana sta per perdere.