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Rocca di Papa: l'usato garantito, i favoretti e i senza big. C'è di tutto nella fiera dei personalismi

18-02-2016

ROCCA DI PAPA - Volti e scenari. Ecco come la città, che comunque sta affollando l'albo delle Primarie del centrosinistra, può scegliere

ilmamilio.it - contenuto esclusivo

A Rocca di Papa, il clima elettorale è rovente. I riflettori sono tutti puntati sulle Primarie del centrosinistra (pardon Pd), del 20 marzo, dalle quali con ogni probabilità uscirà fuori il futuro sindaco della città. I numeri degli iscritti all'albo degli elettori alle Primarie stanno raggiungendo cifre da capogiro - che erano comunque ampiamente previdibili - e, a due settimane dalla chiusura dell’Albo degli elettori (il 29 febbraio) ormai gli spiegamenti di forze (e sforzi, soprattutto) sembrano piuttosto chiari.

Anche se la competizione vera è propria sembra essere tra Mauro Fei e Marika Silvia Sciamplicotti (ma l’outsider Roberto Sellati potrebbe sorprenderci sempre che la), qualcuno tenta il grande salto, qualcuno cerca di mantenere la sua posizione, in pochi – pochissimi - fanno un passo indietro e qualcuno prova il grande rientro in pista.

Ma andiamo con ordine.

Pasquale Boccia, lanciatissimo sulla strada che porta alle Olimpiadi di Roma 2024 (forse, LEGGI l'articolo) non può più candidarsi come sindaco ma deve assicurarsi comunque di sedere in Consiglio comunale. Tra i molteplici incarichi che il “dottor” Boccia riveste c'è quello di assessore alla Città metropolitana che può mantenere se e solo se verrà rieletto come consigliere alle prossime elezioni. I candidati sindaco in lizza tirano un respiro di sollievo perché almeno non dovranno averlo in Giunta dal momento che, come noto, dalla prossima consiliatura gli assessori non potranno essere contemporaeamente consiglieri: o sei consigliere o sei assessore e per giunta se sei assessore potresti anche essere trombato. Ma in questo caso è un bene visto che il Sindaco uscente non gode certo del consenso popolare di 5 anni fa: la riprova è che non si vede più in giro, non va ai gazebi della domenica, non appare più in circostanze pubbliche scomode. Leggi: durante le quali sarebbe esposto a pesanti critiche.

È per questo motivo che Boccia ha già scelto, da tempi non sospetti, Mauro Fei come suo successore: perché Fei è l'unico che se lo imbarcherebbe, al contrario di quanto potrebbe fare la Sciamplicotti che di Boccia in squadra non ne vuole sapere. Ed è questo il motivo per cui Fei ha l'appoggio di tutto il partito: Pasquale Boccia, Roberto Barbante (dimessosi tempo fa da assessore per incompatibilità), Giuseppe Calicchia (già militante di centrodestra ma voluto da Boccia e oggi fido della senatrice democratica Anna Maria Parente), Giorgio Cotichini (fuori dal direttivo per volontà della mitica segretaria Raffaella Taggi e oggi di nuovo dentro per volontà del ben più avveduto Mauro Fei), Linda Boccanera (ex giovane passionaria comunista ormai democristiana di ferro e sorella nel Pd della Taggi (LEGGI la mancata risposta alle nostre domande)) e, dulcis in fundo, proprio Raffaella Taggi, la segretaria superenziana (ma, soprattutto, arcifeiana), talmente rottamatrice che dopo aver provato a rottamare niente meno che le regole del suo partito, sembra oggi ignorare a piedi pari le nuove leve del partito per poi appoggiare persone del calibro di Maurizio De Santis, pronto a vestire l’ennesima casacca pur di non scomparire politicamente. Sembra anzi che se a vincere dovesse essere Fei, salvo un posto di rilievo per il solito Maurizio Querini, la carica di vice sindaco potrebbe essere proprio per De Santis. Alla faccia del cambiamento.

E di iscritti all'albo degli elettori Fei ne ha mossi tanti: pare andando a prendere la gente casa per casa, ricordando magari “quella volta che...” (ma chi di "quelle volte che..." non ne ha?) pronto ovviamente a fare tante promesse. Quello stesso Mauro Fei che, lanciando la sua candidatura, ha rivendicato di essere il naturale successore di Ponzo e Boccia per riprendere il governo della città da dove questi l’hanno lasciato.

In questo mosaico opaco, i lettori più appassionati avranno notato che, tra un caffè al Miralago e l’altro, ogni tanto ricompare il nome di Carlo Ponzo che sembra aver trovato il suo trampolino di rilancio.

Scomparso dalle scene ufficiali, dietro le quinte Ponzo continua a tentare di tessere le trame della politica roccheggiana. L'unico obiettivo di Ponzo potrebbe oggi essere quello di candidarsi alle elezioni Politiche e oggi l'ipoteca dei voti su Rocca di Papa appare proprio la benedizione di Fei perché Ponzo sa bene che Silvia Sciamplicotti, in caso di successo, difficilmente farebbe con lui un accordo.

Quello stesso Ponzo che sembra inoltre non volerne più sapere del suo solido fedelissimo Querini dal momento che oggi il destinatario dell'"amore eterno" è proprio Fei. Il fido Querini che, colpito dalla luce democristiana di Fei, non ha ancora deciso dove stare. Ma il gioco è presto fatto: il suo unico obiettivo è mantenere unito il partito per assicurarsi una vittoria e la conservazione perpetua dello stato di fatto.

La grande assente era e resta Valentina Trinca, scomparsa dalle scene. La domanda sorge spontanea: di fronte alla svolta democristiana del suo partito, guidato dalla mitica Raffaella Taggi amica di Crestini, come fa a stare ferma a guardare, dimenticando la sua storia di persona mite fuori ma pasionaria dentro?

In tutto ciò Crestini prepara la sua squadra ancora non è ben chiaro per cosa e, udite udite, chi sceglie come punta di diamante? Bruno Petrolati, ex segretario dei Ds, sfiduciato dal Partito quando sempre Ponzo era sindaco e che di Ponzo è stato assessore. Insomma, gira che ti rigira, anche la lista di Crestini è fatta delle solite facce, facce che hanno già governato Rocca di Papa e che ora si presentano come una novità. Facce che stavano nel PD e, cacciati, si vendicano e si candidano contro chi li ha lanciati dalla finestra della sezione del Partito (che oggi guarda un po' è di Crestini). Lo stesso Lorenzo Romei, dimessosi da segretario dei giovani del PD, è andato dove un futuro elettorale può averlo: da Crestini. E non ci sorprenderemmo se, tra le fila crestiniane, farà capolino anche Enrico Fondi.

Rimane fuori solo l’assessore Sciamplicotti, che, isolata da tutti i big del Pd (primi tra tutti Boccia e Ponzo che si dice non l’hanno mai potuta sopportare), terrorizzati di non avere più una poltrona dove sedere, si è autoattribuita il compito di rappresentare l’unica alternativa ai nomi di sempre e di impugnare lo scettro di rottamatrice che l’arcirenziana-arcifeiana Taggi ha abbandonato per l’usato sicuro.

Ma la politica roccheggiana ha altri protagonisti che si vogliono impegnare? Forse che sì, forse che no. L’assessore Marika Silvia Sciamplicotti dice di avere un progetto (che, come quello di Fei e Crestini, nessuno ha mai visto) e, dalla sua, giovani preparati con i quali è pronta a governare la città (cfr. articolo di lancio della candidatura). Il problema è che questi giovani preparati nessuno li conosce e i voti non li muovono perché, è triste dirlo, non hanno favori da riscuotere.

Sì perché Rocca di Papa si lamenta, si straccia le vesti, si strappa i capelli ma alla fine il cambiamento non lo vuole ed è pronta a scegliere l'usato garantito che un occhio sulle irregolarità magari lo chiude. Certo è che l’ingegnere-assessore Sciamplicotti non vive di politica perché, in caso di sconfitta alle primarie del prossimo 20 marzo, se ne andrà a lavorare, seppure gonfia e piena di lividi. Almeno così pare, quantunque in quel caso forte sarebbe la tentazione di tentare a quel punto una corsa solitaria.

Quale futuro per il dopo Boccia, quindi? Si può scegliere tra Fei (quindi Boccia e Ponzo), Crestini (figura nuova con una squadra di trombati politici ed ex PD) e Marika Silvia Sciamplicotti che, dalla sua, ha un assessorato non brillante alle spalle, tanta popolarità tra la gente, una squadra tutta nuova ma non gli elettori alle primarie. Agli elettori l’ardua sentenza.

Ma la strada è ancora lunga e quel che è ogni giorno più evidente che siamo alla fiera assoluta dei personalismi.



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