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Rocca di Papa, l'outing del sindaco: "Voglio abbattere le antenne: è chiaro?". Ancora chiacchiere, zero fatti. Possibile che non sappia dove mettere le mani?

28-06-2017

ROCCA DI PAPA (attualità) - Il primo cittadino, già diffidato da "Il Segno" continua ad attaccare avversari politici e non solo, chiamando ancora in causa la Regione Lazio

ilmamilio.it

Con un accorata lettera pubblicata in questi minuti sulla propria pagina, sulla pagina Facebook del Comune di Rocca di Papa e altrove, il sindaco Crestini ha rimarcato, ancora una volta a chiacchiere, la propria intenzione di togliere le antenne.

Dopo la diffida fatta dal periodico "Il Segno" e protocollata lunedì scorso, 26 giugno (LEGGI l'articolo), il sindaco risponde ancora con tante parole e col solito attacco scomposto all'opposizione. Tirando fuori nuovi documenti strumentali ad una tesi difficilmente dimostrabile, il sindaco accusa su tutti Pasquale Boccia.

Di fatto, se entro l'11 luglio 2017 - alla scadenza dei 15 giorni di cui in diffida - il sindaco ridefinito "protemporeggiatore" non avrà emesso l'ordinanza di demolizione, potrà essere oggetto di richiesta di commissariamento ad acta.

Ancora una volta il sindaco di rifugia dietro le chiacchiere, chiamando ancora in causa quella Regione Lazio con la quale, eppure, dovrebbe avere un rapporto così diretto che gli aveva permesso, il 12 aprile, di chiedere quale fosse l'iter per spostare le antenne da proprietà private a terreni comunali.

Un punto questo, quello delle lettere inviate in Regione Lazio per "legalizzare" la presenza delle antenne su Monte Cavo o comunque a Rocca di Papa, sul quale il sindaco - chissà per quale motivo - continua a sorvolare. Adottando ancora la solita tattica: l'attacco, scomposto così come i punti interrogativi posti nel titolo dato al suo intervento.

Insomma: ancora una volta, tante chiacchiere e zero fatti.

Il testo del comunicato del sindaco.

"Sono stato eletto con un mandato preciso: quello di togliere le antenne. Questo era un punto su cui mi sono impegnato già da consigliere di opposizione. Come candidato sindaco ho ottenuto consensi e voti anche per questo. E da sindaco, come potrei tollerare una situazione come quella che si è stratificata negli ultimi 40 anni? Dobbiamo recuperare l’integrità e la bellezza di questi luoghi, il territorio della nostra comunità. Anch’io vivo qui, con la mia famiglia. Le antenne devono andare via!

Rocca di Papa il mese scorso ha vinto al Consiglio di Stato. Una sentenza storica che segna un traguardo importante, che deriva anche dall’impegno di alcune amministrazioni precedenti. L’ex sindaco Boccia, ora consigliere di minoranza, nel 2012 aveva emesso un’ordinanza (n. 186/2012) nella quale dispose l’abbattimento delle antenne di Monte Cavo. Alla formale perentorietà del documento, però, non ha fatto seguire alcun effetto sostanziale.

Le antenne sono ancora lì. E quelle stesse persone che oggi si agitano tanto in Consiglio Comunale sono proprio quelle che potevano abbattere da anni le antenne e non lo hanno fatto. Perché?

Questo è il passato. A oggi, grazie soprattutto alla recente sentenza del Consiglio di Stato, che abbiamo fortemente voluto, siamo più vicini all’abbattimento. Quello vero. Occorre però mettere a punto alcune strategie amministrative. Le dobbiamo concordare con istituzioni come la Regione e alcuni ministeri, che hanno voce in capitolo sul tema. Ecco perché è stato necessario aprire un dialogo con queste istituzioni, finalizzato alla demolizione delle antenne. Nel Consiglio comunale del 20 giugno, dopo tanti discorsi retorici di alcuni rappresentanti della minoranza, i cittadini hanno dovuto assistere increduli alla loro fuga. Il Consiglio si è chiuso con l’assenza dei consiglieri di minoranza, che hanno abbandonato i lavori. Evidentemente, preferiscono invece di cercare soluzioni concordate. Noi andremo avanti comunque".

Letta la nota, al di là delle considerazioni espresse in apertura, inevitabile chiedersi: ma come, un ex consigliere comunale che per anni si è "battuto contro le antenne" (salvo dimettersi dalla commissione speciale: perché?) e che dichiara senza tema di essere smentito di essere stato eletto sindaco proprio per abbattere le antenne, come può presentarsi di fronte a questo incarico senza avere minimamente idea di come fare? Come è possibile che ad un anno dal suo insediamento ancora non sappia quale sia l'iter e che si trovi - come da lui dichiarato - costretto ancora a chiedere alla Regione Lazio? Questi lunghi anni di studio della questione a cosa sono serviti? Il lavoro del suo ex cittadino delegato alle antenne Bruno Petrolati a cosa è servito? O a buttato in un secchio le relazioni del suo ex uomo di fiducia?

Insomma: come è possibile che un sindaco eletto per un mandato ben preciso non sappia dove mettere le mani?

Foto tratta dal comunicato Facebook del sindaco

 


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