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Stop Rida Ambiente, decine di comuni in difficoltà con i rifiuti

17-06-2017

CASTELLI ROMANI – Il sindaco di Albano Marini: “Ieri garantito il servizio, oggi regolare la fgrazione in umido, mentre l'indifferenziato è stato raccolto solo al 60%”

ilmamilio.it

Dopo la chiusura improvvisa dell’impianto di conferimento dei rifiuti della Rida Ambiente S.r.l proseguono i disagi nei comuni della provincia di Roma, dei Castelli romani e del litorale.

La società, come noto da due giorni, ha comunicato ai Comuni convenzionati (Albano Laziale, Anzio, Aprilia, Ariccia, Artena, Bassiano, Campo di Mele, Capranica Prenestina, Carpineto Romano, Cerveteri, Cisterna, Colleferro, Colonna, Cori, Fonte Nuova, Gavignano, Genazzano, Genzano di Roma, Gorga, Labico, Lanuvio, Lariano, Latina, Maenza, Marino, Monte San Biagio, Nemi, Nettuno, Olevano Romano, Pontinia, Priverno, Prossedi, Rocca Massima, Rocca Priora, Rocca Gorga, Rocca Secca, Sabaudia, San Felice Circeo, San Polo dei Cavalieri, San Vito Romano, Segni, Sermoneta, Sezze, Sonnino, Sperlonga, Tivoli, Valmontone e Velletri) l’immediata interruzione del servizio.

Molti le aree che stanno subendo le ripercussioni per quanto accaduto. Il sindaco di Albano Laziale, Nicola Marini, ha comunicato la situazione in essere alla cittadinanza: “Alla base della comunicazione - afferma - ci sarebbe un contenzioso in corso tra azienda e Regione Lazio, che in nessun modo riguarda Albano Laziale e gli altri Comuni. Sin dalla notifica di Rida Ambiene S.r.l., ci siamo adoperati per stabilire un contatto diretto con la Regione Lazio e con gli altri amministratori del territorio per trovare una soluzione. La Regione Lazio ha quindi individuato l’impianto di Viterbo come alternativa. Nella giornata di ieri, il servizio è stato garantito. Oggi è stata ritirata regolarmente la frazione di umido, mentre l’indifferenziato è stato raccolto solo per il 60% delle utenze interessate. Sarebbe pertanto opportuno, che gli utenti che abbiano riscontrato il mancato passaggio degli operatori, ritirino il sacco dell’indifferenziato. Ci scusiamo per i disagi e ribadiamo che la situazione non dipende dall’Amministrazione Comunale”.

Nei comuni dei Castelli romani interessati dalla vicenda, comunque, iniziano ad arrivare le prime segnalazioni di disagio. Ancora il quadro generale non è fortunatamente di emergenza. 

LEGGI AGGIORNAMENTO DAL COMUNE DI ALBANO LAZIALE

IL PARERE DELL'AZIENDA - La Rida Ambiente, intanto, ha spiegato poche ore fa in un comunicato quanto accaduto, chiarendo la sua posizione: “Non siamo la causa di un problema. Il blocco del conferimento presso il nostro impianto è una scelta necessaria, anche se dolorosa, per tutelare un lavoro onesto che dura da anni e sotto gli occhi di tutti coloro che vogliano realmente vedere”. Queste le prime parole del patron Fabio Altissimi.

“Abbiamo ricevuto una lettera di diffida da parte della Regione Lazio che ritiene che il nostro impianto non stia producendo materiale conforme al conferimento in discarica – prosegue Altissimi – Ovviamente non si capisce come questo sia possibile. L’Arpa venne nel nostro impianto ben 5 anni fa e tutto risultò in regola, nell’ottobre del 2016 siamo stati noi stessi a richiedere nuovi controlli, questo per certificare ancora una volta un lavoro, ci tengo a sottolinearlo, che potrebbe essere sotto gli occhi di tutti semmai i vertici istituzionali si degnassero di visitare anche il nostro impianto”.

Al di là delle polemiche, che non piacciono alla dirigenza dell’impianto che certo, a livello imprenditoriale, non sta beneficiando di una scelta che ha previsto il blocco delle macchine, è lo stesso amministratore di Rida Ambiente a tracciare un quadro della situazione.

“Nella regione abbiamo due impianti in manutenzione, quelli di Malagrotta. L’impianto tmb di Pontinia è bruciato lo scorso anno, quello di Viterbo la scorsa settimana. Una situazione questa che, oggettivamente, ha portato a una forte riduzione del conferimento (per Malagrotta siamo nell’ordine di 600 tonnellate al giorno). L’impianto di Rida non è bruciato e non ha bisogno di manutenzione eppure una singolare congiuntura istituzionale lo sta di fatto ostacolando. Il problema è che la risposta a questa crisi, la politica, ce l’ha già pronta”.

Altissimi si riferisce alla delibera regionale 199/2016 che prevede, appunto, un incremento di dieci milioni di metri cubi riservato alle sole discariche esistenti. "Fermare l’impianto di Rida che effettua il servizio di trattamento biologico-meccanico in favore di 66 comuni e di 1.700.000 cittadini laziali - conclude la nota -  ha quindi una sola conseguenza, il cosiddetto “sistema alternativo” da mesi predisposto dalla Regione Lazio: tanti bei tritovagliatori (sì, proprio quelli che ci erano costati la procedura di infrazione europea perché inidonei ad eliminare la pericolosità dei rifiuti urbani) e tanti ampliamenti di discariche esistenti più o meno “in deroga” (che possono ingoiare, in barba ai limiti europei, i rifiuti ancora putrescibili che escono dai tritovagliatori)".
 
Nelle prossime ore si attendono sviluppi sulla vicenda.
 
 
 

 



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