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La politica dei click e quella reale. La scomparsa di destra e sinistra: flop e top

12-06-2017

FRASCATI (politica) - Analisi a caldo di quanto visto in queste ore. La disaffezione dei cittadini è però dato sempre più allarmante: stavolta più che mai, però, gli assenti hanno avuto torto

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I Castelli romani hanno celebrato le proprie elezioni Amministrative 2017: come sempre hanno vinto in pochi e perso in tanti, tantissimi, ma le evidente che vale la pena di sottolineare sono almeno tre. Andiamo con ordine.

1. Il crollo dei votanti - E' un dato che non può e non deve stupire. La disaffezione dei cittadini per la politica è certamente cosa "grave" ma risultato inevitabile e fatale di una corsa al peggio, al disfattismo ed alla sfiducia che non si arresta. La possibilità di scrivere le preferenze - peraltro utilizzata da non molti, a quanto pare - tiene ancora in qualche modo vicino il cittadino alle istituzioni. Tolta quella, a decidere delle sorti politiche e dunque amministrative delle nostre città ed anche della nostra Italia saranno sempre in meno.

Ai ballottaggi del 25 giugno di Frascati e Grottaferrata (pessimo l'afflusso alle urne, mai visto LEGGI l'articolo) c'è da aspettarsi dati di affluenza imbarazzanti, ampiamente inferiori al 50%. Ampiamente.

Certo è che, come abbiamo avuto modo di rilevare qualche settimana fa in merito ai confronti pubblici, gli assenti hanno sempre torto. Dove sono quelle folle che si accalcano sui social e che invece, alla prova reale, ieri sono andate al mare? Come se l'Amministrazione pubblica fosse cosa che non riguarda tutti i cittadini. Buffo, davvero buffo.

Ci spingiamo oltre: gli assenti, quelli (tantissimi) che ieri non hanno votato, da oggi non hanno più diritto alcuno di lamentarsi. Della pioggia, dell'asfalto, del governo ladro. Di nulla.

2. La politica non è un click - Il flop, evidente, del Movimento 5 stelle dimostra che la politica, quel poco che ne rimane, non è un click. Non è solo social: non è solo dirette, "mi piace", numeri da Facebook. Un campo, quello del virtuale fatto realtà, che i 5 stelle hanno esplorato e messo a frutto per primi e sul quale tutti gli altri si sono lanciati in una corsa sfrenata all'ultimo "utente raggiunto".

Fosse che fosse tanta fuffa la storia delle "visualizzazioni" e degli smile virtuali?

Se a Frascati l'esclusione del Movimento dal ballottaggio era considerata quasi fisiologica (per una serie di evidenti motivi tra i quali il radicamento delle due coalizioni oggi al ballottaggio ed un candidato, Lucia Santoro, che non ha davvero "bucato"), la sconfitta pesante di Grottaferrata (Scardecchia, che pure era un ottimo candidato, ha chiuso al 4° posto) deve far riflettere. Nelle ultime settimane i 5 stelle criptensi ci avevano fortemente creduto e pur chiudendo forse come primo partito, sono rimasti però lontani dalle zone che contano. Un dato che conferma quella che era la sensazione di qualche settimana fa: Grottaferrata, che è una delle città più ricche del Lazio, è la meno propensa al "progetto" 5 stelle. Socialmente parlando, le distanze tra il Movimento ed i grottaferratesi sono ancora notevoli.

Altrove era inevitabile che il Movimento non avesse grandi chance: a Monte Compatri Masi entra in Consiglio, lo stesso dicasi per Belli a Castel Gandolfo.

Ma la batosta davvero brutta rimediata dai 5 stelle a Lariano deve far riflettere il Movimento: perché è evidente che qualcosa di sbagliato c'è stato se i grillini hanno chiuso al 4° posto su 4, con un men che modesto 4,76%. Forse, tra l'altro, la candidata? Non a caso, la Taddei, unico candidato sindaco pentastellato dei Castelli a non entrare neanche in Consiglio comunale.

La politica dei click, sulla quale in tanti in questa campagna si sono lanciati, ha insomma pagato meno del previsto. La sensazione è che quella reale abbia prevalso.

3. Addio destra e sinistra - Una volta per tutte, noi per primi, dobbiamo convincerci che i concetti di destra e sinistra, soprattutto se declinati nella versione morbida di centrodestra e centrosinistra, sono defunti. Il problema è che, di contro, anche il concetto di "civismo" dovrà essere di molto rivisto: come possono essere considerati candidati civici Pagnozzi, Mastrosanti, Bertuzzi e Andreotti che nelle loro file hanno uomini di partito o di comunque rodata provenienza partitica? Urgono nuove definizioni anche per Milvia Monachesi a Castel Gandolfo, per Bertucci a Nemi, per Galieti a Lanuvio. Decisamente più schierato invece D'Acuti a Monte Compatri: schierato sul vecchio centrosinistra anche Caliciotti a Lariano.

Insomma: in attesa di conoscere l'esito dei ballottaggi e di conoscere nel dettaglio la ripartizione dei voto, con queste 3 evidenze si può provare a ragionare. Cercando tutti insieme un nuovo modo di definire una politica che ha perso tutti i suoi punti di riferimento. Compreso un 5 stelle che resta sì in lizza in due città importanti come Guidonia e Ardea ma che da queste Amministrative in chiave castellana subisce un drastico ridimensionamento.



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