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La scissione del Pd: effetto tsunami sui Comuni a Congresso e al voto

21-02-2017

FRASCATI (politica) – Molte le realtà locali che nelle prossime ore saranno stravolte da una frattura che appare ormai inevitabile

ilmamilio.it – contenuto esclusivo

L’ormai imminente e, a quanto pare, inevitabile scissione del Partito democratico (in quanti pezzi poi ce lo diranno quelli che se ne vanno) avrà ripercussioni importanti anche sui territori, nelle realtà politiche locali soprattutto di quei Comuni dove il Pd è chiamato al Congresso straordinario (Rocca di Papa e Genzano, domenica 26 febbraio) ed ancor di più in quei Comuni chiamati al voto amministrativo. Vale a dire Frascati, Grottaferrata, Monte Compatri, Castel Gandolfo, Nemi, Lanuvio e Lariano.

Se l’impatto sul nazionale è grave ed avrà oggettivamente ripercussioni a livello governativo e, di riflesso, internazionale, l’impatto sulle scene politiche locali sarà devastante. Proviamo a tracciare qualche scenario, sintetizzando al massimo.

ROCCA DI PAPA – Il Pd roccheggiano è già sfondato da mesi. La parte che aveva perso le Primarie il 20 marzo 2016 (il famoso Pd2) si è già tirata fuori dalla contesa del Congresso di domenica prossima e sulla scena era balzato proprio quel Maurizio Querini portabandiera di Roberto Speranza (sotto l’ombra tutelare di Carlo Ponzo) che ora, dopo aver ridotto al silenzio il Pd2, aver fatto ragionare il sindaco Crestini (che proprio al Pd2 aveva promesso tessere in cambio del silenzioso sostegno alle Amministrative 2016), dopo essere diventato l’unico candidato alla segreteria è ora un quasi segretario che segretario potrebbe non esserlo mai. Per il semplice fatto che il Pd da domani potrebbe non essere più il suo partito. Come muoversi? Bo.

Curioso quanto accadrà anche in Consiglio comunale dove 2 consiglieri su 3, compreso l’ex sindaco Pasquale Boccia, stanno proprio con Speranza e che dunque verosimilmente entreranno a far parte del nuovo soggetto politico. Il Pd scenderà dunque alla sola rappresentanza consigliare di Marika Sciamplicotti.

Proprio Rocca di Papa dove, insieme a Genzano, le file che seguono il verbo dei vari Roberto Speranza, Michele Emiliano, Enrico Rossi (ergo Massimo D’Alema e Pierluigi Bersani) sono più folte è dunque il comune di maggiore interesse in ottica scissione. Per quanto, e non è certo un caso, il Pd sia comunque in minoranza.

GENZANO – Valgono molte delle considerazioni precedenti, ad iniziare dall’imminente Congresso. In queste ultime ore, come noto (LEGGI l'articolo), gli "speranziani" (che poi dovranno trovare un nome vero, quelli che insomma a livello di Castelli romani aderiscono all'associazione "Noi domani" fondata proprio da Carlo Ponzo) hanno strappato ed hanno proposto una lista con Gianluca Ercolani candidato alla segreteria. In chiave genzanese gli scissionisti sono i vari Luca Lommi, Giordano Bianchi, Emanuele Sabbatini, Martina Ortolani  e via dicendo. 

Flavio Gabbarini, disposto sull'ala renziana del Pd (l'unica che a quanto pare resterà nel partito) insieme alla deputata Ileana Piazzoni, potrebbe dunque trovarsi nella condizione domenica di celebrare un Congresso da solo anche se manca ancora il nome del candidato alla segreteria.

In Consiglio comunale si passerà al 2-2: Gabbarini e Roberto Silvestri da una parte, Lommi e Martina Ortolani dall'altra.

Curioso sarà poi verificare cosa accadrà in quei circoli nei quali le segreterie ed i direttivi sono in mano ad esponenti che si riconoscono negli scissionisti.

Passiamo ai Comuni chiamati al voto.

FRASCATI - Il quadro è talmente complicato che l'impressione è che la scissione non avrà ripercussioni importanti su un centrosinistra già oggi a 3 teste. Considerata la posizione assunta in questi mesi ed il fatto di aver all'interno della propria mini coalizione anche Sel-SI, l'impressione è che il candidato sindaco degli scissionisti sia quel Roberto Mastrosanti già di recente indicato dall'onorevole Filiberto Zaratti come candidato di riferimento. Proprio quel Zaratti pronto a strappare con Sel-SI e a dialogare direttamente con gli scissionisti Pd.

Per il resto, il circolo Pd cittadino è saldamente in mano ai renziani (segretaria Fracesca Sbardella) e la "terza testa" del centrosinistra (ampio e civico) cittadino, quello che fa riferimento a Franco Posa, appare indifferente al caos che regna nel Partito democratico.

GROTTAFERRATA - Lo scenario è in velocissima mutazione e, paradossalmente, potrebbe non risentire dello scenario nazionale. Stefano Bertuzzi ha fatto la sua scelta di imporsi: se arriverà fino in fondo si capirà nelle prossime ore anche se, come sempre, il fronte dei suoi antagonisti interni è molto folto.

MONTE COMPATRI - Il Partito democratico monticiano sembra immune agli scissionisti anche se, c'è da aspettarselo, quando la divisione sarà conclamata qualcuno salterà fuori. I dem in queste settimane sono impegnati a chiudere il cerchio: stretta l'alleanza con Claudio Quaranta, ex fedelissimo di De Carolis, resta da individuare il candidato sindaco. La scelta è tra Serena Gara, Francesco Ferri e il più maturo Fausto Bassani e la sensazione è che la candidatura tocchi proprio a quest'ultimo per evitare possibili spaccature tra gli altri due.

CASTEL GANDOLFO - Maurizio Colacchi, presidente del Consiglio oggi in minoranza, ex sindaco ed ex componente del Pd ha già da tempo rotto col partito di Matteo Renzi ed ha stretto con Sel-SI con cui è tesserato. E' componente sia della "Noi domani" che, insieme ad altri fedelissimi, del partito di Filiberto Zaratti ed è naturale pensare ad una sua a questo punto inevitabile candidatura a sindaco proprio con le insegne di quello che sarà il nuovo soggetto politico.

Nessuna ripercussione di peso appare prevedibile nell'ambito di un direttito in mano alla segretaria Francesca Ambrogi Barbacci, fedelissima renziana e della ricandidata sindaca Milvia Monachesi.

LANUVIO E LARIANO - Nella città civitana il centrosinistra deve rimontare ma il Pd non se la passa benissimo. Scenari ancora da definire, dunque, per quanto soprattutto in questi ultimi mesi ci sia stata una parte del Pd che ha dialogato col sindaco Luigi Galieti.

A Lariano, il sindaco uscente e probabilmente ricandidato Maurizio Caliciotti è un renziano doc. Da Velletri, dove è però attivo lo speranziano Daniele Ognibene, potrebbero arrivare venti ed "infiltrazioni" scissionistiche. Situazione insomma da monitorare.

Entrambi i Comuni comunque saranno chiamati a votare a turno unico e questo per certi versi rappresenta in questa fase un ulteriore pericolo per il centrosinistra che sarà.

NEMI - Nel più piccolo dei Comuni dei Castelli romani il Pd ha rinnovato il proprio direttivo pochi giorni fa eleggendo a segretaria Azzurra Marinelli. Da sempre esposto a spaccature, il piccolo partito nemese potrebbe ballare la samba.

CONCLUSIONI - Se davvero, come pare ormai inevitabile, si arriverà alla scissione, gli effetti saranno importanti quasi ovunque con un centrosinistra che ne uscirà con ogni probabilità ulteriormente indebolito a favore non solo di quelle forze civiche oggi tanto di moda, ma anche e soprattutto del Movimento 5 stelle.



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