Accoglienza migranti: venerdì 10 altri sindaci dei Castelli convocati in Prefettura
07-02-2017
CIAMPINO (attualità) - A Palazzo Valentini per conoscere i dettagli del Sistema di protezione dei richiedenti asilo contenuto nel Piano nazionale. Grottaferrata ha già detto sì, Albano ci pensa
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Molti sindaci ed amministratori dei Castelli romani sono stati già a Palazzo Valentini, convocati dalla Prefettura di Roma, per l'illustrazione del nuovo Piano nazionale di riparto dei richiedenti asilo e, in particolare, per la richiesta di adesione allo "Sprar", il Sistema protezione per richiedenti asilo e rifugiati.
In queste ore, riportato da ilmamilio.it, il Comune di Grottaferrata ha già manifestato il proprio interesse all'adesione al Sistema (LEGGI l'articolo) mentre il Comune di Albano Laziale, per bocca del sindaco Nicola Marini ha dichiarato di stare valutando il da farsi (LEGGI l'articolo).
A scendere a via IV novembre, venerdì mattina saranno i sindaci di Ariccia (cui secondo la ripartizione con parametro di 3,6 migranti ogni 1000 abitanti spetterebbero dallo Sprar un massimo di 70 rifugiati in forza dei 19.400 residenti nel Comune), Ciampino (38.400 abitanti, 139 migranti ospitabili), Colleferro (21.600 residenti, 78 migranti), Marino (43.000 residenti, 155 migranti), Nemi (1940 residenti, in teoria esclusa dal Piano), Rocca di Papa (17mila residenti, 62 migranti, con una situazione decisamente sui generis stante la presenza dell'hub di Mondo migliore che ospita mediamente 450 migranti), Rocca Priora (11.970 residenti, 43 migranti, ma il comune ospita già un Cas con 18 immigrati) e Velletri (53.300 residenti, 192 migranti ma la città ospita già due Cas).
Come ampiamente illustrato questa mattina nell'articolo sulla scelta di Grottaferrata, ogni Comune è libero di scegliere in completa autonomia la propria linea. L'adesione allo Sprar, però, diventa anche un "paracadute" che pur dando la certezza dell'arrivo di migranti nel proprio comune, consente allo stesso di uscire dalla lista dei potenziali comuni nei quali prevedere i Cas (Centri di accoglienza straordinaria), per i quali non è previsto alcun tetto e sui quali i Comuni non hanno alcuna competenza.