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Rocca di Papa, l'ex direttrice della Casa famiglia: "Le tre suore condannate non lavoravano con noi almeno dall'ottobre 2013"

13-01-2017

ROCCA DI PAPA (attualità) - Parla la dottoressa Angela De Amicis, alla guida della struttura dall'ottobre 2013 al settembre 2016. "Faccio un po' di chiarezza". E quella strana visita dell'estate 2015...

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Un’inchiesta lunga mesi, chiusa nel febbraio 2014 e che nelle scorse ore ha portato alla condanna in primo grado con l’accusa di maltrattamenti, a vario titolo, tre suore carmelitane sudamericane che negli anni scorsi hanno lavorato nella Casa famiglia per minori di via Lucatelli a Rocca di Papa (LEGGI l’articolo di ieri). Una struttura, fisicamente inserita nel complesso delle carmelitane ma autonoma nella direzione, che chiusa lo scorso 20 settembre comprendeva 4 distinte sezioni: Casa Amicizia (adolescenti maschi), Casa Chiara (adolescenti femmine), Casa Letizia (8-12 anni), Casa Aurora (0-6 anni).

Il 1 ottobre 2013 a dirigere la struttura roccheggiana (fino a quel momento diretta dalle stesse suore e, sembra, fino al 2010 proprio da una delle imputate) fu chiamata la dottoressa Angela De Amicis, oggi non più in servizio proprio perché licenziata insieme a tutti gli altri dipendenti pochi mesi fa. La stessa ex direttrice, raggiunta per via telefonica nelle scorse ore, chiarisce alcuni passaggi. “Quanto letto su alcuni articoli di stampa in queste ore non contribuisce a inquadrare bene tempistiche e accadimenti degli ultimi anni di lavoro”, dice. “Quando sono arrivata, nell’ottobre 2013, non sapevamo niente dell’inchiesta in corso della quale invece si è venuto a sapere quando è stata comunicata, il 13 febbraio 2014, la chiusura delle indagini preliminari. All’epoca, però, delle quattro suore che lavoravano nella Casa famiglia, una per settore, nessuna era tra quelle indagate e credo che questo sia un punto da chiarire bene. Suor Nely Lorena Sorto Hendriquez (condannata da un anno in primo grado dal Giudice di Velletri e oggi non in carcere, ndr) aveva lasciato Rocca di Papa dal 2010 e per quanto ne so ha anche cambiato ordine religioso. Le due gemelle, suor Amparo Guardado e sua sorella Virginia Guardado (condannate in primo grado rispettivamente a 5 anni e mezzo e a 2 anni, ndr), erano ancora a Rocca di Papa ma non operavano nella struttura: per ulteriore cautela, su mia proposta e in accordo con la superiore provinciale delle carmelitane, fu comunque disposto il trasferimento in un’altra casa dell’ordine a Roma. Sostanzialmente io non le ho mai viste”.

Insomma: da anni le tre imputate di maltrattamenti non lavoravano più nella Casa famiglia. “Esatto – conferma la De Amicis –. Voglio peraltro aggiungere che le 4 suore che invece io stessa selezionai per lavorare con me nelle Case dall’autunno 2013, suor Lourdes, suor Veronica, Suor Chino, suor Fatima, sono sempre state eccezionali, sia sul piano umano che professionale”. L’ex direttrice aggiunge: “Di tutto questo ho le carte, le documentazioni che attestano i cambi di residenza delle persone in oggetto. Prova ulteriore ne sia che nei 3 anni in cui ho diretto i rapporti con la Procura e la Magistratura sono stati ottimi e non è stato mai rilevato alcun appunto scritto. Tra le nostre Case famiglia e la Procura per i minorenni di Roma e il Tribunale per i minorenni di Roma c’è stata sempre collaborazione. I rapporti col Comune di Rocca di Papa? Posso dire buoni, rapporti che si sono esplicitati nei ragazzi che ci sono stati affidati dai Servizi sociali e in alcuni progetti fatti insieme”.

Un’inchiesta partita dopo alcune denunce che la mamma di due ospiti della struttura, che mai però aveva accettato la decisione del Tribunale dei minorenni di sottrarle nel 2007 i figli, fino a finire – il 30 ottobre 2012 – in televisione ospite di Barbara D’Urso a “Pomeriggio Cinque”, presentò proprio per gli ipotizzati maltrattamenti ai danni dei bambini.

Nel merito la dottoressa Angela De Amicis precisa. “Nell’estate del 2015 (ad indagini dunque chiuse, ndr) il figlio maggiore della donna chiese alla nostra struttura, insieme alla sorella, di poter venire da noi a salutare le suore in servizio, che come detto non erano le imputate bensì quelle che avevo voluto con me dall’autunno 2013. Una richiesta che mi parve strana, ma che alla fine insieme alle carmelitane decidemmo di accogliere: i ragazzi incontrarono le suore insieme ad un educatore, la mamma, che io non ho mai conosciuto, li lasciò soli per qualche ora”. Un particolare quantomeno curioso.



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