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Referendum Frascati: uno sconfitto e tanti vincitori. Come ripartire il successo tra i prossimi competitor elettorali?

06-12-2016

FRASCATI (politica) - Mentre il Pd tuscolano rivendica per tutto suo 41,14%, il 58,86% dei no deve essere necessariamente ripartito. Ma in che modo?

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Un dilemma non da poco, mutuato dalla scena nazionale: chi ha vinto a Frascati insieme al "no"? A quale forza politica ascrivere il successo referendario che, di contro, ha sancito la sconfitta del Partito democratico?

Se, difatti, come neanche tra le righe dicono proprio dal Pd di Frascati, il 41,14% ottenuto all'ombra del Tuscolo dal partito ancora di Renzi (LEGGI l'articolo), come ripartire il 58,86% dei "no" arrivati a Frascati?

Se strumentalizzazione politica doveva essere e strumentalizzazione completa è stata fatta per un voto che in realtà ha comunque deciso del futuro del Paese in termini costituzionali (per ritrovarci di fronte ad una scelta del genere passeranno almeno altri 10 anni, ovvero quasi una generazione), che strumentalizzazione politica sia ancora nei prossimi mesi.

D'altra parte, da destra a sinistra, dal centro alle 5 stelle, cittadini ed elettori hanno dimostrato - con la grande affluenza alle urne - di accettare implicitamente la strumentalizzazione portata a compimento da tutte le parti in causa.

Questione non banale e certamente non solo nella città tuscolana perché se è evidente che lo sconfitto è uno, ovvero il Pd renziano (le altre correnti si mettono in fila al fianco dei vincitori), è invece complicato decidere in quanti e quanto abbiano vinto.

Pensiamo solo ai papabili prossimi candidati sindaco che si erano esposti per il "no". A bocciare la Riforma renziana senza mezzi termini sono stati dunque il Movimento 5 stelle con la candidata Lucia Santoro, il movimento "Frascati futura" col candidato sindaco Mirko Fiasco, la lista "Insieme per Mastrosanti" (candidato sindaco Mastrosanti o, più plausibilmente un altro nome, forse quello di Irene Calicchia) e lo stesso ex sindaco Franco Posa. Per il no anche l'ex sindaco Roberto Eroli e l'ex componente del Cda della Sts Stefano Cesarotti, dati vicini all'ex primo cittadino Alessandro Spalletta. E sul "no" era anche Alessandro Adotti.

Come spartirsi la torta del consenso della vittoria del "no"? Come pesare, valutare, orientare il 58,86% dei frascatani che hanno bocciato la Riforma sulla posizione di questo o quell'altro candidato sindaco alle prossime elezioni Amministrative di giugno?

Il nemico, a livello nazionale e - dicono quelli del "no" - il nemico è scappato, è vinto, è battuto, parafrasando Francesco De Gregori. Ma, e non ce ne voglia il "Generale", la guerra politica è tutt'altro che finita. Anzi, la guerra inizia proprio adesso.

 



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