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Storico: la Consulta dà il via libera al cognome della madre per i figli

08-11-2016

Riconosciuto un diritto nell'ambito familiare matrimoniale

Un fatto storico. La Consulta ha dato il benestare al cognome della madre per i figli nati nell'ambito del matrimonio. Dichiarata incostituzionale l'automatica attribuzione del cognome paterno prevista dall'attuale sistema normativo.

"La Corte costituzionale - sottolinea la nota della Consulta - ha accolto oggi la questione di legittimità costituzionale sollevata dalla Corte di appello di Genova sul cognome del figlio. La Corte ha dichiarato l'illegittimità della norma che prevede l'automatica attribuzione del cognome paterno al figlio legittimo, in presenza di una diversa volontà dei genitori".

Tutto è nato dal ricorso di una coppia italo-brasiliana residente a Genova che aveva chiesto di poter registrare il proprio bambino con il doppio cognome per armonizzare la condizione anagrafica del piccolo, che ha la doppia cittadinanza, tra il Brasile (dove è identificato con il nome materno e paterno) e l'Italia. La richiesta della coppia era stata respinta per quella "norma implicita" secondo la quale ai figli nati nel matrimonio va concesso soltanto il cognome paterno.

Nel 2006 la Consulta aveva trattato un caso simile. In quell'occasione, pur definendo l’attribuzione del cognome del papà un ''retaggio di una concezione patriarcale della famiglia'', la Corte dichiarò inammissibile la questione sottolineando che spettava al legislatore trovare la strada risolutiva. L'iter per l'approvazione della legge è bloccato in Parlamento da due anni nonostante ci fosse stato l'ok in commissione. Colmato dunque un vuoto.

In questi anni, comunque sua, si sono determinate ulteriori novità a livello nazionale ed internazionale. C'è stata un’ordinanza della Cassazione nel 2008, è stato ratificato il trattato di Lisbona che vieta ogni discriminazione fondata sul sesso, mentre la Corte di Strasburgo ha condannato l’Italia, ritenendo discriminatoria verso le donne e una violazione della Convenzione europea dei diritti dell’uomo l’inesistenza di una deroga all'automatica attribuzione del cognome paterno. Infine è stata compreso nella riflessione l’articolo 117 della Costituzione, che impone allo Stato di rispettare gli obblighi internazionali. E la Convenzione sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti della donna, a New York, è stata ratificata anche dall'Italia oltre trent'anni fa.

Una svolta attesa e discussa da anni, che oggi ha trovato una decisione epocale. Ora sta al legislatore intervenire ulteriormente, per arrivare ad una parità tra i coniugi che contempli anche il cognome.



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