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A Frascati l'affondo di Speranza (Pd): "Referendum ed Italicum portano al pericoloso governo del capo"

26-10-2016

FRASCATI (politica) - Ieri pomeriggio l'incontro organizzato dalla neo associazione "Noi domani", animata da Carlo Ponzo, con l'ex capogruppo Pd alla Camera. Nutrita la partecipazione

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Un Pd che ricostruisca un vero centrosinistra, che recuperi la propria caratterizzazione. Un Pd all'interno del quale combattere ed un Pd che, pur nell'importanza delle riforme oggi in atto, sappia affrontare e con urgenza quelle che sono le vere esigenze del Paese e dei cittadini.

Roberto Speranza porta a Frascati la ventata di aria nuova (o vecchia che dir si voglia) di chi nel Pd di oggi non si riconosce pienamente ma ha voglia di combattere da dentro senza spaccare. "Noi domani", l'associazione in via di costituzione proprio in queste settimane animata dall'ex sindaco di Rocca di Papa ed ex consigliere regionale Carlo Ponzo, in questa linea si riconosce perfettamente.

L'appuntamento di Villa Mercede a Frascati è di quelli programmatici che portano entusiasmo e, pur nella stretta logica del gioco politico, donano linfa e una voglia di ripartire vera.

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PONZO - "Noi - apre Ponzo - non siamo contro a niente e a nessuno: chi pensa che stiamo costruendo qualcosa di alternativo sbaglia. Noi vogliamo solo ridare dignità a tutta quella classe dirigente e di amministratori amareggiata che oggi vede nel "suo" Pd dettare legge e dirigere esponenti provenienti da esperienze dirette in altri schieramenti. In un partito normale ci dovrebbero dire grazie per quello che stiamo facendo, ma non mi sembra che sia questa l'aria". E ancora: "Il rischio è quello di disperdere il grande patrimonio politico e di competenze amministrative di chi oggi è deluso da un Pd in cui non si può riconoscere: lo diciamo chiaramente, la nostra "metà campo" è il centrosinistra propriamente detto e questa è la nostra ricchezza".

Ci sono le bandiere del Pd, distese di fronte al tavolo a rimarcare il cammino scelto. Finora.

PLATEA - In sala tanti consiglieri comunali ed ex amministratori. Rocca di Papa, ovviamente, si presenta compatta con l'ex sindaco Pasquale Boccia e Maurizio Querini, con loro le consigliere comunali Marika Sciamplicotti ed Elisa Pucci e il consigliere Ottavio Atripaldi ma c'è sostanzialmente tutto il gruppo alternativo a coloro che sostengono l'ingresso nel Pd del sindaco "civico" (antagonista del Pd alle Amministrative di maggio) nel Pd ed ex componenti del direttivo (LEGGI l'articolo di ieri). Ma c'è anche Genzano col consigliere Pd Luca Lommi, Castelgandolfo col presidente del Consiglio ed ex sindaco Colacchi, Velletri col presidente del Consiglio Daniele Ognibene, rappresentanti da Nemi, da Frascati (l'ex assessore Romualdo Paoletti), il vice sindaco di Albano Laziale Maurizio Sementilli.

Presenti anche rappresentanti di San Vito romano, Colleferro, Lanuvio, Anzio, Riano ed altri.

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Nel mirino c'è l'Italicum il cui mix col "sì" al refendum diventa secondo Roberto Speranza letale.

SPERANZA - "Detto che qui mi sento a casa - esordisce l'ex capogruppo Pd a Montecitorio -, nel Pd c'è un problema che va messo sul tavolo altrimenti continuiamo a perdere pezzi e soprattutto consenso e aderenza col territorio. D'accordo l'importanza del referendum, ma non possiamo continuare a presentarci ai cittadini parlando solo di questo e tralasciando i problemi reali: il sociale, la scuola, il lavoro, l'impresa, la salute. La questione istituzionale è importante, ci mancherebbe, ma quella sociale lo è infinitamente di più. Vi siete chiesti perché il Pd ha "perso" tutti gli insegnanti e perché il mondo della scuola oggi guarda compatto al Movimento 5 stelle?".

Speranza sa di avere un carattere "mite", lo dichiara ma affonda fendenti. Con garbo. "Diciamolo chiaramente: di Verdini non abbiamo bisogno. Non si può trasformare l'emergenza governativa in una prospettiva politica. No. Io voglio un Pd che si faccia carico di ricostruire il centrosinistra, non posso approvare un partito dove oggi c'è di tutto ed entra di tutto. Quello che propongo è un progetto difficile, lo so ma che ad un anno di distanza dal mio strappo oggi piace sempre di più. Un progetto di umiltà e coraggio: il Pd va cambiato da dentro, non rompendo. Nei grandi partiti si resta e si fanno le battaglie a partire dalle questioni di merito che riguardano i cittadini".

ITALICUM - Qui il nodo della questione. La legge di riforma elettorale che vede in Speranza uno dei principali oppositori. "Il mix del "sì" al referendum e dell'Italicum ci avvicina pericolosamente al governo del capo e questo, alla luce di quanto vediamo sta accadendo in altri Paesi europei come la civilissima Austria, la stessa Gran Bretagna, la Germania, non possiamo volerlo". Il 37enne deputato lucano insiste. "Il meccanismo del ballottaggio è mostruoso e consente ad una forza assolutamente minoritaria nel Paese di diventare invece forza di governo dominante. Per accedere al ballottaggio basta un 20%, anche meno: dopo di che tutto è possibile. Un meccanismo del genere è pericolosissimo". Quanto accaduto a Genzano in giugno, in questo, con la vittoria al ballottaggio del Movimento 5 stelle che al primo turno aveva superato di poco il 20% è emblematico.

MAGGIORANZA BULGARA - "Troppi 340 seggi assegnati a chi vince comunque, troppi i nomi bloccati nelle liste", dice ancora Speranza. Che precisa. "Non abbiamo cambiato l'articolo 90 della Costituzione e abbiamo commesso un enorme sbaglio: quando saranno operative riforma del Senato ed Italicum alla maggioranza serviranno appena 26 voti per raggiungere la soglia dei 366 per la messa in stato di accusa del Presidente della Repubblica. Evidente il rischio".

"Noi domani" mette un ramoscello d'ulivo in primo piano, in verde su sfondo arancione. Quale sarà l'effettivo impatto di questa iniziativa, che annuncia prossimi appuntamenti a Velletri e Segni, lo si saprà già dalle prossime settimane. Con l'appuntamento del 4 dicembre che diventa sempre più uno spartiacque tra il Pd di oggi e quello che sarà per quanto qualcuno in questi ultimi giorni, vestito da improvvisato pompiere, getti bordate di acqua sul fuoco.

 

 



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