NEMI - Da ieri al lavoro i sommozzatori dei carabinieri. L'ipotesi che possa esserci ancora uno scafo imperiale sul fondo non è peregrina
ilmamilio.it
Sono iniziate ieri mattina in sordina le immersioni esplorative per la ricerca della "terza nave" romana che si ipotizza possa trovarsi ancora sul fondo limaccioso del lago di Nemi (LEGGI l'articolo del 23 giugno).
Ad immergersi nelle acque del secondo bacino castellano sono stati alcuni militari del Nucleo subacqueo dei carabinieri: un'attività di prima ricognizione, svolta colo solo ausilio delle torce e nella parte più profonda del lago, quella che sostanzialmente non è mai stata esplorata.
L'ipotesi, come noto, è quella che dopo le due navi recuperate negli anni '20 e poi andate distrutte nell'incendio del 1944, il lago possa conservare ancora un terzo scafo, esattamente l'imbarcazione da traino speculare a quella già fatta riemergere nel secolo scorso. Una ipotesi suggestiva e credibile per la cui conferma in una seconda fase di ricerche si dovrebbe passare anche all'utilizzo di strumentazioni idonee.
A seguire le operazioni, sopra un motoscafo della protezione civile di Ariccia, anche il sindaco di Nemi Alberto Bertucci, fermo sostenitore dell'ipotesi della terza nave. Per il momento però non sembra esserci alcuna evidenza.