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Amministrative 2017: si vota (almeno) in 6 Comuni. Con Frascati anche Castello e Montecompatri

30-08-2016

FRASCATI - Al voto anche la piccola Nemi, Lanuvio e Lariano. Unica certezza: pochi simboli politici in vista. Possono tentare il bis Galieti, Bertucci, Monachesi e Caliciotti

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Sarà una corsa lunghissima, come ogni anno e ci sarà Frascati a tirare la rincorsa, unico Comune nel quale è previsto il doppio turno. Le Amministrative 2017 chiameranno al voto ben 6 Comuni (ad oggi, almeno) per un totale di oltre 70mila elettori.

Si diceva di Frascati. La città del vino, commissariata dopo oltre 50 anni a causa della caduta-martire di Alessandro Spalletta, è da un mese amministrata dal commissario Bruno Strati. I giochi si stanno facendo però ovviamente proprio in queste settimane. Già posizionati i 5 stelle, che punteranno sul Lucia Santoro candidata sindaco (ed hanno le idee chiare anche per la Giunta) e Mirko Fiasco, che con "Frascati futura" propone una coalizione civica moderata e liberale di area di centrodestra. Per il resto è un grande marasma: il centrosinistra è spaccato almeno in ter pezzi e non è detto che alla fine i cocci (almeno a coppie) possano rimettersi insieme. Anzi. Il Pd da una parte, lo sconfitto del 2014 Mastrosanti dall'altra e in mezzo (più verso il Pd) il "vecchio" Franco Posa. Ancora non pervenuto il centrodestra, rimasto con i soli "Fratelli d'Italia" a guardarsi sostanzialmente addosso per mancanza di alleati possibili.

A Monte Compatri finisce nei prossimi mesi la lunga doppia mandata di Marco De Carolis. Sindaco quasi per caso nel 2007, l'ex Popolo della libertà (oggi non collocato) dovrà designare il proprio successore che era e resta, almeno al momento, Mauro Ansovini (LEGGI l'articolo). Tutto può chiaramente ancora succedere, però anche perché bisognerà vedere fino a quando Claudio Quaranta (Alba Nuova) tirerà la corda del vecchio alleato: difficile ogni convergenza verso il Pd, complicata la corsa solitaria ma mai dire mai. Lo spauracchio sarà un Movimento 5 stelle che però senza doppio turno fa oggettivamente meno paura. E il Pd, per l'appunto? Dopo il pasticciaccio-Martorelli del 2012 l'auspicio è che il partito abbia la forza di decidere per conto proprio: i nomi dei papabili sono quelli dei 3 esponenti più in vista. Il segretario Fausto Bassani (battuto alle Primarie nel 2012) e i consiglieri Francesco Ferri e Serena Gara. Si vedrà.

A Nemi Alberto Bertucci ha il dovere di riprovarci. La scena è ancora molto tranquilla nonostante 4 anni di sportellate più o meno forti ereditate da una campagna elettorale dai toni accesi. Il centrosinistra avrà l'obiettivo di tentare una corsa unitaria per riprendersi un Comune da più di 15 anni in mano avversaria. I 5 stelle? Tutti da scoprire.

Bella ed agguerrita sarà la campagna elettorale alla quale si avvicina Castel Gandolfo. Le ruggini dell'estate 2015, con la fuoriuscita dalla maggioranza di Giacomo Moianetti e Maurizio Colacchi si sono solo acuite in questi mesi e tutto lascia credere che sarà un pastone civico quello che animerà la corsa al Municipio (LEGGI l'articolo). Perché è vero che la sindaca Milvia Monachesi, che comunque avrà l'onore di passare alla storia per aver indossato la fascia nel giorno dell'addio di Benedetto XVI al soglio Pontificio, celebratosi proprio a Castel Gandolfo (LEGGI l'articolo), ha perso pezzi importanti della sua maggioranza ma è altrettanto vero che nel frattempo, proprio per rinsaldare la propria tenuta ne ha acquistati dalle ex opposizioni (vedasi Alberto De Angelis). Il centrodestra è da anni non pervenuto e i 5 stelle stanno muovendo da pochi mesi i primi passi. Comunque dovrebbero esserci.

Al voto vanno anche Lanuvio e Lariano. Nel paese della torre civitana l'uscente Luigi Galieti (civico ex di centrodestra) può tentare una nuova corsa ed anche qui la scena deve ancora definirsi. Molto dipenderà dall'ambito nazionale: al momento l'ipotesi più plausibile è quello (5 stelle a parte, già attivi da tempo) di uno o 2 candidati civici contro.

Scenario simile a Lariano dove però il dibattito politico sembra già più animato. Maurizio Caliciotti può tentare di confermarsi ma la sua è una coalizione che va ripensata e puntellata in alcuni elementi che nel frattempo si sono "distratti".

A conti fatti, l'impressione è che di simboli di partiti se ne vedranno davvero pochi e sarà una grande tornata elettorale civica. La stessa bandiera tricolore del Pd, d'altra parte, prima di sentirsi sicura sulle prossime schede elettorali, dovrà passare le forche caudine del referendum costituzionale di autunno. Dall'esito tutto da vedere.



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