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Frascati tra i misteriosi segreti di Spalletta e Mastrosanti sindaco in pectore

01-08-2016

FRASCATI - Un anno di follie politiche, un rapporto col Pd diventato indigesto. Ecco come l'ex sindaco ha scelto la strada del "martirio"

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Col commissario prefettizio nominato in queste ore e già sulla via di Frascati (LEGGI l'articolo), sono comunque davvero tante le domande che infiammano una scena politica già rovente si suo, agosto a parte.

I MISTERI DI SPALLETTA - L'ex sindaco che ha riportato il commissario prefettizio a Frascati dopo 52 anni (LEGGI l'articolo), lo ha detto chiaramente: "Il mio dispiacere per come si è interrotta la consiliatura con le inevitabili consguenze di un commissariamento ancora mi impediscono di spiegare come sono andate le cose. Ci sarà tempo e modo per spiegare cosa è accaduto" (LEGGI l'articolo).

La curiosità è tanta ma altrettanta è la voglia di capire cosa sia accaduto. Proviamo a ricostruire quanto accaduto in questi ultimi due mesi nella certezza che quanto mandato in scena da Spalletta oggi sia figlio di quanto accumulato soprattutto in quest'ultimo anno.

UN ANNO DI FRIZIONI, DUE MESI DI FOLLIA - Già al centro del mirino delle opposizioni per le questioni legate alla provenienza dei contributi elettorali (definiti addirittura "soldi sporchi di sangue" dai 5 stelle), e per altre vicende anche professionali e private, il sindaco Spalletta da almeno un anno fa a sportellate con la sua maggioranza.

Nel giugno 2015 il sindaco medita il primo rimpasto. Ce lo dice addirittura (LEGGI l'articolo), poi ci ripensa, smentisce ma la verità è che Damiano Morelli è sulla graticola ma probabilmente l'alzata di scudi della maggioranza gli salva (per un altro anno) il posto. Appena un mese dopo si entra nella follia del "Bilancio previsionale 2015" e la maggioranza presenta al sindaco, che è anche assessore al Bilancio, i suoi 4 emendamenti "Robin Hood": tagli ad amministratori, consiglieri e dirigenti per creare un tesoretto da destinare ad altre voci (LEGGI l'articolo). Nel mirino c'è però soprattutto il capo di gabinetto Giampiero Pisciolini la cui figura è osteggiata in maniera bi-partisan: la maggioranza chiede al sindaco il taglio del 50% degli emolumenti di Pisciolini (che guadagna quanto uno dei 5 dirigenti comunali) o, in alternativa, la rinuncia all'ingaggio di una nuova figura nel suo staff.

Bene o male gli emendamenti passano, il sindaco trova la quadra col Pd (solo formalmente) ma è un accordo a tempo. A fine agosto succede infatti che la figura comandata da Roma Capitale per prendere servizio nello staff del sindaco ed alla quale Spalletta avrebbe dovuto rinuncia, si presenta regolarmente in Municipio e scoppia il caos. Il Pd dà al sindaco un ultimatum e la cosa rientra, bene o male (LEGGI l'articolo).

E arriviamo, tra un alto ed un basso a questa primavera (omettiamo altri passaggi, comprese le dimissioni in marzo del capo di gabinetto Pisciolini): a metà maggio il collegio di revisione (che a detta di Spalletta è il primo neutrale dopo quelli "amici" degli anni passati) boccia il Bilancio di previsione triennale redatto proprio dal sindaco-assessore (LEGGI l'articolo). Sono mesi caldissimi: nonostante tutto, la maggioranza fa quadrato - ancora una volta come ai tempi delle critiche feroci dell'opposizione sui contributi elettorali - ed alla fine i revisori dicono "sì" ed il Bilancio passa. Ma è appena l'inizio della fine.

Il 27 giugno il sindaco ritira le deleghe ed azzera la Giunta. A quel punto inizia il folle braccio di ferro col Pd (LEGGI l'articolo). Il primo cittadino motiva con vaghe parole di rivalsa la sua mossa, è evidentemente animato dai consigli di altri (il famigerato "cerchio magico"?) e resta sulla sua posizione. Il Pd e la maggioranza fanno altrettanto e si sfilano dall'ipotesi di rientrare in una nuova Giunta. Spalletta apre le consultazioni anche con le minoranze in cerca di appoggi ma non ne trova. Dopo essersi fatto fotografare sul terrazzo del Comune con molti esponenti politici, il 18 luglio Spalletta nomina la sua nuova mini-Giunta a due componenti: Agata Chiusano e Maura Zingaretti (LEGGI l'articolo). Le due amministratrici passano alla storia di Frascati come le "assessore dei 10 giorni".

Siamo alla fine. I revisori dei conti bocciano anche l'Assestamento di Bilancio, documento ancoea redatto e presentato da Spalletta sindaco e assessore. Martedì 26 luglio durante il Consiglio il Pd dà l'ultimatum a Spalletta: dimissioni entro 48 ore o sfiducia. Spalletta si dimette il 28 luglio alle 17 (LEGGI l'articolo) ma le successive frenetiche riunioni con la sua ormai ex maggioranza non portano a nulla. Il mattino del 29 luglio 2016, 13 consiglieri firmano davanti al segretario generale le proprie dimissioni e per la consiliatura Spalletta e la fine (LEGGI l'articolo).

QUALE SEGRETO PER IL MARTIRIO POLITICO? - Difficile da questa semplice ricostruzione comprendere quali siano state le reali motivazioni che hanno portato Spalletta (che da mesi certo maldigerisce il suo rapporto con quel Pd che sposò nel gennaio 2014 e che lo portò all'elezione) verso questo percorso di "martirio" politico. Difficile davvero credere che le cose siano come sembrano: ovvero un goffo tentativo di liberarsi di assessori "scomodi" e di prendere il controllo completo dell'Esecutivo e magari di altri apparati comunali. Il desiderio di riformare i Settori comunali e di procedere con alcune opere (il parcheggio multipiano coperto di viale Annibal Caro, ad esempio) non appaiono motivi sufficienti per giustificare quanto accaduto. Spalletta - ed i suoi fini consiglieri - hanno scientificamente demolito la maggioranza, costringendo il Pd alle mosse che poi inevitabilmente il partito ha fatto.

Anche l'estremo gesto delle dimissioni (che se Spalletta avesse voluto realmente ricucire e proseguire nel suo mandato avrebbe dovuto rassegnare molto prima) erano nel programma?

Quali dunque i segreti di Spalletta? Stava per uscire qualcosa di "forte" che avrebbe danneggiato la figura del sindaco e dunque Spalletta ha scelto la via del "martirio"? Era davvero impossibile ripartire con quella maggioranza?

Tutte domande alle quali speriamo di ricevere risposte per comprendere quest'ultimo complicato anno di amministrazione frascatana.

MASTROSANTI CANDIDATO SINDACO IN PECTORE - Oggi Roberto Mastrosanti, candidato sindaco sconfitto al ballottaggio l'8 giugno 2014 da Spalletta, si sente già nuovamente candidato sindaco in pectore. La ricucitura col Pd appare impossibile (per quanto il Partito democratico sia già al lavoro, ovviamente, su altri fronti ed anche presso ex sostenitori di Mastrosanti) ed ecco che per l'ex assessore al Bilancio di Di Tommaso si aprono le porte di una candidatura inevitabile.

E d'altra parte, col vecchio sfidante che si è fatto da fuori da solo (col contributo della maggioranza targata Pd), il nome di Mastrosanti è quello che in questi giorni circola con inevitabile maggiore insistenza. Ad oggi, però, tolti i fedelissimi, si tratta di un nome che non sembra aggregare come dovrebbe per ambire veramente a diventare il successore di Spalletta. E con i 5 stelle che oggi, nell'agosto 2016, vincerebbero a mani basse, correre da soli è semplicemente un suicidio. Ma in tempi di "martiri" politici, tutto può essere.



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